Giovanni Boine

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Giovanni Boine

Giovanni Boine (1887 – 1917), poeta e scrittore italiano.

Citazioni di Giovanni Boine[modifica]

  • Definizione di me: perdute tutte le illusioni le cerco.[1]
  • Ho il vanto che ognuno mi possa ingannare.[2]
  • Nella religione positiva [...] l'esperienza individuale si tramuta e si ordina, diventa comune e non conserva più nulla della sua originale natura.[3]
  • La religione positiva è una tradizione, è una dottrina tradizionale ordinata ed organica, è una solenne e compatta istituzione umana: bisogna dissociarla dalla religiosità da cui pare sgorgare e che le è avversa.[3]

Incipit di alcune opere[modifica]

A Dino Campana[modifica]

Caro Campana,
L'India era un'ossessione tre mesi fa. Mi disse Novaro che lei non fu contento della mia risposta. Diamine! era una stretta di mano a mio modo. Ma insomma, Campana non si sa dove sfociare, non si sa per che paese partire! Su questo mondo ci ho sputato da un pezzo. Non c'è una qualche America nuova da scoprire? qualche delitto di liberazione? Se pensa una impresa me la comunichi.

[lettera da Porto Maurizio, 23 ottobre 1913; citato in Giovanni Boine, Amici della "Voce", 1904-1917]

A Sibilla Aleramo[modifica]

Cara [Sibilla Aleramo],
Sono balordo di febbre. Ho ricevuto il tuo espresso. Non venire. Proprio non posso dirti null'altro che quello che ho detto. Volevo amarti, ti ho amato. Un assieme di cose che mi stanca ora analizzare han deviata la mia febbre verso un affetto questo da figlio a mamma. Non potrò avere per te che della devozione e della tenerezza.
Volevamo essere uomo e donna e non si può.

[lettera da Porto Maurizio, 4 marzo 1915; citato in Giovanni Boine, Amici della "Voce", 1904-1917]

Il peccato[modifica]

L'avventura cominciò qualche anno dopo che egli se n'era, finiti gli studi, tornato a casa. Fece molto rumore in paese. La gente aveva avuto fino allora di lui un certo diffidente rispetto come per uno che è d'altra razza che noi: che opina e fa diversamente da noi, che non si cura di noi, ma di cui qualcosa precisamente di male nessuno può dire. Vivendo senza fissa occupazione nell'agio noncurante e discreto di una famiglia di patrizi antichi, i saggi mercanti, i vari ragionieri guadagnadenaro della città dicevano di lui che perdeva il suo tempo. «E che fa? Perde il suo tempo». Le vecchie signore beghine, i fabbriceri ed il parroco sebben si togliesse sempre con rispetto il cappello quando passava il Santissimo (ma c'erano invece in paese gli spiriti forti che lo calcavano fieri e feroci fino agli orecchi); e venisse spesso in chiesa alla messa e ci stesse come si deve serio senza fare alle occhiate e ai segnali colle ragazze in parata (ci van perciò appunto i giovani la domenica in chiesa), sospettavan di lui.

La città[modifica]

Or dunque un giorno in mezzo alla via (una domenica in mezzo alla gente vestita a nuovo, oziosa, indolente a passeggio) sentì improvviso per tutto il corpo stanco un impeto duro e come un urlo dentro: «si sfascia, si sfascia ogni cosa; non dura più!». Fermo. Ritto. Torvo. Non gridò. Chi gli passò accanto sorrise: lo si sapeva un po' strambo. Non gridò: essendosi ripreso, continuò giù nella folla, come uno qualunque nella folla, nascondendosi, nascondendo, coprendo spaurito il sussulto violento del suo pensiero nel domenicale vario ondeggiar della folla indolente.

Citazioni su Giovanni Boine[modifica]

  • Assai più di Amendola, Boine è stato segnato dalle tematiche moderniste e dalla connessa frequentazione giovanile di testi mistici, avvertibili anche a distanza, pur dentro un atteggiamento nei confronti della fede radicalmente mutato. (Giuseppe Langella)
  • Di quattro anime, una soltanto ha camminato con obbedienza, senza violenza, nella via del Signore, dal primo istante all'ultimo. Una soltanto ha amato l'indicazione di Dio, l'ha seguita tremando ma senza dubitare. Le altre, tu, lei, Michele stesso, vi siete sollevati contro, avete gridato, avete voluto sostituire l'azione vostra a quella della Verità, tremenda ma semplice ma chiara ma feconda di vita. La verità, era, è, nel nostro cuore. (Sibilla Aleramo)
  • L'essenza dello spirito religioso consiste infatti, per lui, nel "sentimento" oscuro dell' "inesauribilità senza dighe dell'essere", nello "sgomento" che s'impadronisce dell'anima davanti all'"immensa ombra che incombe [...] sul mondo [...], che imbeve, che fascia tutte quante le cose", nella percezione, in definitiva, dell'inafferrabilità del mistero della vita, a dispetto degli sforzi compiuti dall'uomo per svelarlo, per sciogierlo, per ridurlo in concetti, per dargli una configurazione distinta e precisa. (Giuseppe Langella)
  • Le sono grato e riconoscente per lo schietto giudizio che Ella ha voluto esprimere sui miei poveri «Doni». È un vero piacere essere giudicato da lei con quella finezza e penetrazione e spirituale simpatia umana che da tanto ammiravo nelle cose sue . E poiché io sono sempre su una via di ricerche e di ritrovamenti, le dico subito che la mia gratitudine verso lei è maggiore là dove indica le oscurità e le manchevolezze del volume. (Carlo Linati)

Note[modifica]

  1. Da Frantumi, a cura di Veronica Pesce, San Marco dei Giustiniani, 2007.
  2. Citato in Aldo Capitini, In cammino per la pace, 1962, in Le ragioni della nonviolenza: Antologia degli scritti, Edizioni ETS, Pisa, 2004, p. 157. ISBN 88-467-0983-7
  3. a b Da L'esperienza religiosa.

Bibliografia[modifica]

  • Giovanni Boine, Il peccato ed altre cose, Edizione critica a cura di Fabio Barricalla, Matisklo Edizioni, 2014. ISBN 978-88-98572-29-8
  • «La città» di Giovanni Boine: introduzione e testo critico, a cura di Fabio Barricalla, agosto 2014, in Bibbia d'Asfalto, numero 2. ISBN 978-88-98572-22-9
  • Giovanni Boine, Il peccato, Plausi e botte, Frantumi, Altri scritti, a cura di Davide Puccini, Milano, Garzanti, 1983.
  • Giovanni Boine, L'esperienza religiosa, L'Anima, ottobre 1911; citato in Poesia, n. 151, giugno 2001.
  • Giovanni Boine, Carteggio-Amici della "Voce" – Vari, 1904-1917, a cura di Margherita Marchione e S. Eugene Scalia, Prefazione di Giovanni Vittorio Amoretti Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1979.

Voci correlate[modifica]

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