Ezra Pound

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Ezra Pound

Ezra Weston Loomis Pound (1885 – 1972), poeta, saggista e traduttore statunitense.

Citazioni di Ezra Pound[modifica]

  • Calibano scaccia Ariele.[1]
  • È difficile scrivere il paradiso quando tutti i segni superficiali dicono che dovresti scrivere una apocalisse.
    È più facile trovare abitanti per l'inferno o anche per il purgatorio.[2]
  • È noto che la grande mutazione dell'uomo è consistita nel fabbricare utensili staccati, recuperabili. Se un insetto porta una sega, la porta continuamente.[3][4]
  • Eppure sono stato un albero nel bosco | Ed ho compreso molte cose nuove | Che prima erano follia per la mia mente.[5]
  • Esiste un'ignoranza naturale e una artificiale. Potrei dire che oggi l'ignoranza è artificiale all'85 per cento.[6]
  • Felicità: regolato scorrimento di lubrificanti endocrini.[7][4]
  • Fresca come le pallide umide foglie dei mughetti | Giaceva accanto a me nell'alba[8]
  • Fu I amava la nuvola alta e la collina, | Ahimè, morì di alcool. | E anche Li Po morì ubriaco. | Voleva abbracciare la luna | Nel Fiume Giallo.[9]
  • Gandhi, oggi, è incapace di capire che non è il corpo che è cattivo, ma le sue malattie e infermità. Lo stesso si può dire della mente. Le infezioni della mente non sono meno laide di quelle del corpo. Infatti, il mal di denti dà fastidio solo a chi ne soffre, ma la cretineria dà fastidio a tutti i presenti.[10]
  • I doveri di un uomo si moltiplicano via via che aumenta la sua conoscenza.[11]
  • Invano ho lottato | per insegnare al cuore a inchinarsi[12]
  • Io sono colui che conosce le vie | Del firmamento, e il mio corpo è formato dal vento[13]
  • L'apparizione di questi volti nella folla; | Petali su un ramo umido e scuro.
The apparition of these faces in the crowd; | Petals on a wet, black bough.[14]
  • L'arte non chiede mai a nessuno di fare nulla, di pensare nulla, di essere nulla. Esiste come esiste l'albero, si può ammirare, ci si può sedere alla sua ombra, si possono coglierne banane, si può tagliarne legna da ardere, si può fare assolutamente tutto quel che si vuole.[15][16]
  • La curiosità. Questo è il mio consiglio ai giovani: avere curiosità.[17][16]
  • La vera istruzione deve in definitiva essere riservata agli uomini che insistono a voler sapere: il resto non è che pastorizia.
Real education must ultimately be limited to one who INSISTS on knowing, the rest is mere sheep-herding.[18]
  • Non riesco a immaginare come un artista serio possa mai considerarsi soddisfatto del proprio lavoro.[19][16]
  • Non usate alcuna parola superflua, alcun aggettivo che non riveli qualcosa.[20]
  • Oggi il nome «democrazia» è rimasto alle usurocrazie, o alle daneistocrazie, se preferite una parola accademicamente corretta, ma forse meno comprensibile, che significa: dominio dei prestatori di denaro.[21]
  • Ogni arte inizia nell'insoddisfazione fisica (o nella tortura) della solitudine e della parzialità.[22][4]
  • Parlo della bellezza. Non ci si mette a discutere su un vento d'aprile. Quando lo s'incontra ci si sente rianimati. Ci si sente rianimati quando si incontra in Platone un pensiero che corre veloce, o un bel profilo in una statua.[15][16]
  • Perché Dio, il nostro Dio, è un gagliardo avversario | Che gioca dietro il velo[23]
  • Sorgono poteri antichi e a me ritornano / grazie al tuo dono, o sole veneziano.[24]
  • Stringo un patto con te, Walt Whitman: | ti ho detestato ormai per troppo tempo, | vengo a te come un figlio cresciuto | che ha avuto un padre dalla testa dura. | Ora sono abbastanza grande per fare amicizia. | Fosti tu ad abbattere il nuovo legno, | ora è tempo d'intagliarlo. | Abbiamo un solo fusto e una sola radice: | ristabiliamo commercio tra noi.[25]
  • Vieni, compiangiamoli quelli che stan meglio di noi. | Vieni, amica, e ricorda, | che i ricchi han maggiordomi e non amici, | e noi abbiamo amici e non maggiordomi.[26][16]

Aforismi e detti memorabili[modifica]

  • A diciott'anni pensavo sempre che ogni mia poesia fosse l'ultima. (p. 88)
  • Abbastanza spesso la gente mi considera pazzo quando faccio un salto invece di un passo, proprio come se tutti i salti fossero sbagliati e mai portassero uno in nessun posto. (p. 88)
  • Aristotele era talmente bravo nel suo mestiere che ancorò il pensiero umano per duemila anni. (p. 66)
  • Arte e matrimonio non sono incompatibili, ma matrimonio spesso significa la morte dell'arte perché vi sono così pochi uomini abbastanza grandi da poter evitare il semi-intorpidimento della passione soddisfatta, dalla quale non nasce nessuna arte. (p. 77)
  • Borghese vuole dire ciò che l'operaio diventa appena gli si offre la minima opportunità. (p. 28)
  • Certi libri costituiscono un tesoro, un fondamento; letti una volta, vi serviranno per il resto della vita. (p. 27)
  • Chaucer aveva una conoscenza della vita più profonda di Shakespeare... Era più comprendioso di Dante. (p. 66)
  • Ci sono voluti due secoli di Provenza e uno di Toscana per sviluppare i mezzi del capolavoro di Dante. (p. 48)
  • Come mi sono trovato in manicomio? Piuttosto male. Ma in quale altro posto si poteva vivere in America? (p. 88)
  • Confucio fu un antologista – il più grande. (p. 69)
  • Da secoli, solo l'artista è riuscito a staccare l'idea di lavoro dall'idea di profitto. E non tutti gli artisti sono capaci di questa dissociazione di concetti. (pp. 76-77)
  • Dio sa che ho lavorato nel buio dal 1905 in poi, e la luce è venuta molto lentamente. (p. 91)
  • È molto difficile per un uomo credere abbastanza energicamente in qualcosa, in modo che ciò che crede significhi qualcosa, senza dare fastidio agli altri. (p. 40)
  • Erodoto scrisse storia che è letteratura. (p. 57)
  • È un uomo civilizzato colui che dà una risposta seria ad una domanda seria. Di per sé la civiltà non è altro che un sano equilibrio di valori. (pp. 83-84)
  • Firenze, la più dannata città italiana dove non c'è posto per sedersi, stare in piedi o camminare. (p. 49)
  • Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità. (p. 63)
  • «Grandezza umana» è un'energia non comune, unita con la dirittura, con l'intelletto agile e diretto; è incompatibile con chi mente a se stesso e indulge in meschine finzioni.
  • Ho scritto più di una volta che Gaudier-Brzeska era il più completo caso di genio che avessi mai incontrato. (p. 70)
  • I Canterbury Tales di Chaucer sono durati attraverso i secoli, mentre i prolissi poemi e racconti medievali sono finiti nei musei. (p. 70-71)
  • I critici devono sapere di più, e scrivere di meno. (p. 64)
  • Il credito è il tempo futuro del denaro. (p. 53)
  • Il Dio di Dante è divinità ineffabile, Il Dio di Milton è un essere pignolo con un hobby, Dante è metafisico, mentre Milton è solamente settario. (p. 66)
  • Il genio è la capacità di vedere dieci cose là dove l'uomo comune ne vede solo una, e dove l'uomo di talento ne vede due o tre. (p. 30)
  • Il linguaggio non è una cintura di castità, ma un mezzo per comunicare. (p. 72)
  • Il miglior governo è (naturalmente?) quello che attiva il meglio dell'intelligenza della nazione.
  • Il pensiero s'impernia sulla definizione delle parole. (p. 45)
  • Il professore è un uomo che deve parlare per un'ora. (p. 38)
  • Il provincialismo è qualcosa di più dell'ignoranza. È ignoranza più una volontà di uniformità. È una malevolenza latente, spesso una malevolenza attiva, e l'odium teologicum ne è solo un aspetto. È molto insidioso, ed uno può raramente esserne libero, anche tenendo gli occhi aperti. (p. 34)
  • Il Rinascimento cercò e raggiunse un realismo. Esso sorse in una ricerca per la precisione e declinò a causa della retorica e del pensare retorico, a causa di un'abitudine di definire una cosa sempre in termini di qualcosa di altro. (p. 49)
  • Il Rinascimento non è un'epoca, ma un temperamento. (p. 31)
  • Il segreto dell'insegnamento ha qualcosa a che fare col teatro. Imitate semplicemente il miglior professore che avete conosciuto.
  • Il tesoro di una nazione è la sua onestà.
  • Io credo più nelle cose che nelle parole. (p. 40)
  • Io so, non per teoria ma per esperienza, che si può vivere infinitamente meglio con pochissimi soldi e un sacco di tempo libero, che non con più soldi e meno tempo. Il tempo non è moneta, ma è quasi tutto il resto. (p. 52)
  • I pacifisti che rifiutano di indagare le cause economiche della guerra fanno causa comune con i venditori d'armi. (p. 28)
  • I poeti che non s'interessano alla musica sono, o diventano, cattivi poeti. (p. 57)
  • Joyce non procede da Henry James ma direttamente da Flaubert e Ibsen (p. 71)
  • L'America è acefala, e le cose riconosciute altrove penetrano la nostra coscienza molto lentamente. (p. 44)
  • L'arte è una cosa delle metropoli. (p. 80)
  • L'incompetenza si manifesta nell'uso di troppe parole. (p. 72)
  • La base di uno Stato è la giustizia sociale.
  • La buona arte prospera in un'atmosfera di parodia. Credo che la parodia sia la migliore critica – separa il durevole dall'apparente. (p. 76)
  • La conoscenza NON è cultura. Il campo della cultura comincia quando si è «dimenticato-non-so-che-libro». (p. 83)
  • La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino. (p. 64)
  • La cultura di Chaucer era più vasta di quella di Dante, e Petrarca è inincommensurabilmente inferiore ad entrambi. (p. 66)
  • La cultura non è mancanza di memoria. La cultura comincia quando si riesce a FARE una cosa senza sforzo. (p. 83)
  • La grande arte è fatta per suscitare, creare l'estasi. Più fine la qualità di questa estasi, più fine l'arte. Solo l'arte minore si contenta del piacevole. (p. 78)
  • La libertà di parola senza la libertà di diffusione è solo un pesce dorato in una vaschetta sferica. (p. 31)
  • La lingua esiste per servire il pensiero, non per esser conservata in un museo. (p. 73)
  • La lingua italiana ha bisogno di carta vetrata. (p. 72)
  • La pace viene dalla comunicazione
  • La pedanteria del Rinascimento doveva essere stata insopportabile. (p. 47)
  • La salute uccide un'infinità di bacilli.
  • La stessa ostinatezza di (A.R.) Orage costituì un valore. (p. 70)
  • La storia che trascura l'economia è pura sciocchezza; una mostra di ombre, e non più comprensibile di quanto lo sia la lanterna magica per un selvaggio ignaro della causa delle immagini. È una sorta di magia, come il grammofono o il telefono per un beduino che li ascolta per la prima volta.
  • La storia di una cultura è la storia di idee che entrano in azione.
  • La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene per legarci. (p. 28)
  • La visione di Dante è reale, perché egli la vide; la poesia di Villon è reale, perché egli la visse. (p. 66)
  • Le arti, COMPRESE la poesia e la letteratura, dovrebbero essere insegnate dagli artisti che le praticano, non da sterili professori. (p. 79)
  • Le arti, quando sono sane, sono succinte. (p. 80)
  • Le idee sono vere quando si trasformano in azioni. (p. 28)
  • Le guerre si fanno per creare debiti. La guerra è il sabotaggio massimo, il sabotaggio più atroce.
  • Lope de Vega non è un uomo, è una letteratura. (p. 70)
  • Lo schiavo è quello che aspetta qualcuno a liberarlo.
  • Meno sappiamo, più lunghe sono le nostre spiegazioni.
  • Nel Paradiso, Dante ha forse detto troppo senza dire abbastanza. (p. 67)
  • Nessuna maledizione è peggiore di un'idea propagata attraverso la violenza.
  • Nessuno ne sa abbastanza, abbastanza presto.
  • Nessun paese può sopprimere la verità e vivere bene.
  • Nessun uomo che non abbia vissuto sui due lati dell'Atlantico può veramente valutare Henry James. (p. 68)
  • Nessun uomo conosce il significato di una QUALSIASI cosa pubblicata in un qualsiasi giornale se non conosce quali interessi controllano il giornale.
  • Nessun uomo ha mai saputo abbastanza delle parole. I più grandi maestri sono stati contenti di usarne alcune in modo giusto.
  • Nessun uomo può scrivere versi veramente buoni se non conosce Stendhal o Flaubert. (p. 56)
  • Non ho mai conosciuto uno che non valesse un fico secco e che non fosse irascibile.
  • Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
  • Non sappiamo MAI abbastanza.
  • Non si può criticare ed essere diplomatici allo stesso tempo. (p. 63)
  • Non vi è intelligenza senza emozione. Ci può essere emozione senza molta intelligenza, ma è cosa che non ci riguarda.
  • Ogni dollaro vale un dollaro e sei centesimi per un uomo intelligente.
  • Ogni uomo ha il diritto che le sue idee vengano esaminate una per volta.
  • Perché credi che ho battezzato T. S. Eliot l'opossum? L'opossum vuol dire l'abilità di apparire morto mentre è ancora vivo. (p. 72)
  • Persone curate dai freudiani ecc. diventano regolarmente più interessate ai loro insignificanti problemi interni, e diventano progressivamente meno interessate a qualsiasi altra persona. Dopo il trattamento non sembrano mai fare qualcosa di minima utilità o interesse.
  • Più di una volta ho dovuto scartare il lavoro di un intero anno: ecco che cosa è l'arte e perché è così dannatamente rara.
  • Provincialismo: ignoranza dei costumi degli altri e desiderio di controllare le loro azioni.
  • Qualsiasi affermazione generale è come un assegno bancario. Il suo valore dipende da ciò che vi è nella banca per pagarlo.
  • Quanto alla psicoanalisi, essa non è né più né meno che un ricatto.
  • Robert Browning era il più grande e il meno apprezzato agente pubblicitario dell'Italia. (p. 51)
  • Se la letteratura di una nazione declina, la nazione si atrofizza e decade. (p. 58)
  • Se un uomo non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla.
  • Sono un uomo civilizzato; posso sopportare qualsiasi cosa che mi faccia divertire.
  • Tanto per cominciare, la Grande Arte non è MAI popolare. (p. 76)
  • Tu non puoi fare una buona economia con una cattiva etica. (p. 53)
  • Tu potevi chiamare (A.R.) Orage un dannato stupido e rispettarlo. (p. 70)
  • Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
  • Tutti i grandi cambiamenti sono semplici.
  • Un critico acuto mi dice che non imparerò mai a scrivere per il pubblico perché insisto a citare altri libri. Come diavolo lo si può evitare? L'umanità ha avuto molte idee prima che io comprassi una macchina da scrivere portatile.
  • Un uomo che legge dovrebbe essere un uomo intensamente vivo. Il libro dovrebbe essere una palla di luce nelle sue mani.
  • Un uomo di genio non può fare a meno di nascere dove nasce. (p. 42)
  • Un'affermazione imperfetta e interrotta, se espressa con sincerità, spesso dice di più a chi la ascolta di quanto non dice l'espressione più meticolosamente accurata.
  • Una buona educazione poetica non è che la scienza di essere scontenti. (p. 54)
  • Una nuova conoscenza è uno sperimento, un nuovo amico un rischio. (p. 47)
  • Una religione è dannata e confessa la sua estrema impotenza il giorno in cui brucia il primo eretico. (p. 84)
  • Uno dei piaceri della mezza età è di scoprire che uno AVEVA ragione, e che aveva più ragione di quanto se ne rendesse conto all'età di diciassette o ventitré anni. (p. 38)
  • Un uomo (Joyce) che ha creato tre capolavori ha il diritto di sperimentare. Non vi è nessuna ragione per bloccare il traffico. (p. 46)
  • Villon non mentisce a se stesso; egli non sa molto, ma egli sa ciò che sa. (p. 71)
  • Yeats parlotta quando parla dell'inaridirsi nella verità. Ci s'inaridisce per mancanza di curiosità. (p. 27)

Cantos[modifica]

  • Oltrepassò le Sirene, lungi da lì | sino a Circe. | "Venerandam". | In stile cretense, con l'aurea corona, "Venerem, | Cypri munimenta sortita est", gioconda, oricalca, | auree cinte alla vita e ai seni, palpebre di bistro, | che portò il ramo d'oro dell'Argicida. Si che: | I BELIEVE IN THE RESURRECTION OF ITALY QUIA IMPOSSIBLE EST NOW IN THE MIND INDESTRUCTIBLE. (da Canto I)
  • A me non fa gioia |che la mia stirpe muoia infangata della vergogna | governata dalla carogna e spergiurata. | Roosvelt, Churchill ed Eden | ed il popolo spremuto in tutto ed idiota! | Morte che fui a Sarzana aspetto la diana della riscossa. | Son quel Guido che amasti pel mio spirito altiero | e la chiarezza del mio intendimento. (da Canto LVIII)
  • [...] e terminati questi ringraziamenti il corteo | e le contrade con corni tamburi | trombe e stendardi... (da Canto XLIV)
  • Con usura nessuno ha una solida casa | di pietra squadrata e liscia | per istoriarne le facciate, | con usura | non c’è chiesa con affreschi di paradiso | harpes et luz | e l’Annunciazione dell’Angelico | con le aureole sbalzate, | con usura | nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine | non si dipinge per tenersi l’arte | in casa ma per vendere e vendere | presto e con profitto, peccato contro natura. (da Canto XLV)
  • Purgatorio già hai fatto | dopo il tradimento, nei giorni di Settembre Ventunesimo, | nei giorni del crollo. | Vai! Vai a farti di nuovo eroe. | Lascia a me la parola. | Lascia a me ch'io mi spieghi, | ch'io faccia il canto della guerra eterna | fra luce e fango. | Addio, Marinetti! | Tornaci a parlar quando ti sembra". | "PRESENTE". (da Canto LXXII)
  • L'enorme tragedia del sogno sulle spalle curve del | contadino | Manes! Manes fu conciato e impagliato, | Così Ben e la Clara a Milano | per i calcagni a Milano | Che i vermi mangiassero il torello morto | DIGENES, διγενές, ma il due volte crocifisso | dove lo trovate nella storia? | eppure dite questo al Possum: uno schianto, non una lagna, | con uno schianto, non con una lagna, | Per costruire la città di Dioce che ha terrazze color delle stelle, | Gli occhi miti, sereni, non sdegnosi, | fa parte del processo anche la pioggia. | Quello di partire non è il modo | e l'albero di olivo soffiata bianchezza nel vento | lavata nel Kiang e nell'Han | che bianchezza aggiungerai a questo candore, quale candore?
The enormous tragedy of the dream in the peasant’s bent | shoulders Manes! Manes was tanned and stuffed, | Thus Ben and la Clara a Milano | by the heels at Milano | That maggots shd/ eat the dead bullock | DIGENES, διγενές, but the twice crucified | where in history will you find it? | yet say this to the Possum a bang, not a whimper, | with a bang not with a whimper, | To build the city of Dioce whose terraces are the colour of stars.| What you depart from is not the way | and olive tree blown white in the wind | washed in the Kiang and Han | what whiteness will you add to this whiteness, what candor? (Canti Pisani, Canto LXXIV, Garzanti, traduzione di Alfredo Rizzardi)
  • Il giovane Dumas piange perché il giovane Dumas ha lacrime. (Canti Pisani, Canto LXXX)
  • La banca trae beneficio dall'interesse | su tutta la moneta che crea dal nulla (Canto XLVI)
  • La chiesa, baldracca sdentata | Più non si oppone all'usura (Canto LII)
  • I porci pensano ad allargare ad allargare i confini | Gli onesti all'ordine interno (Canto LIII)
  • E la carità più profonda | si trova fra chi ha infranto | le regole ( da I Canti Pisani, Canto LXXIV)
  • Quello che veramente ami non ti sarà strappato. | Quello che veramente ami è la tua vera eredità. (da Canti Pisani, Canto LXXXI, Garzanti, traduzione di Alfredo Rizzardi)
  • Il mondo a chi appartiene, a me, a loro | o a nessuno? [...] Strappa la tua vanità, non fu l'uomo | a creare il coraggio, o l'ordine, o la grazia, | Strappa da te la vanità, ti dico strappala! (da Canti Pisani, Canto LXXXI)
  • Sotto nuvole bianche, cielo di Pisa | da tutta questa bellezza qualcosa deve uscire (da Canti Pisani, Canto LXXXIV)
  • Se il cielo t'attanaglia la tenda | Saluterai l'alba ringraziando (da Canti Pisani, Canto LXXXIV)
  • Il tempio è sacro perché non è in vendita. (da Canto XCVI)
The temple is holy because it is not for sale.
  • E il peccato una trovata – eh? | per consolidare il dominio | eh? In buona parte (Canto CXIII)
  • Anche al ragazzo del fruttivendolo sarebbe piaciuto scrivere qualcosa, | ma disse: – bisogna essere portato (Canto CXIV)
  • Vivono nel terrore gli scienziati | e la mente Europea s'arresta [...] né vita né morte è la risposta. | Un uomo che cerca il bene, | e fa il male. | In meine Heimat | Dove i morti camminavano | e i vivi erano di cartapesta (canto CXV)
  • Carità talvolta io l'ebbi, | non riesco a farla fluire. | Un po' di luce, come un barlume | ci riconduca allo splendore (Canto CXVI)
  • M'amour, m'amour | cos'è che amo e | dove sei? | Ho perso il mio centro | a combattere il mondo. | I sogni cozzano e si frantumano – | e che ho tentato di costruire un paradiso terrestre [...] Lascia che gli Dei perdonino quel che | ho costruito | chi ho amato cerchi di perdonare | quello che ho costruito [...] Uomini siate non distruttori (Appunti per il CXVII e seq.)

Dal naufragio di Europa[modifica]

  • Bisogna capire che tutta la moda letteraria e tutto il sistema giornalistico controllato dall'usurocrazia mondiale è indirizzato a mantenere l'ignoranza pubblica del sistema usurocratico e dei suoi meccanismi.
  • La fede è un crampo, una paralisi, un'atrofia della mente in certe posizioni. (Axioma)
  • Pensiamo perché non sappiamo.

Selected prose[modifica]

  • I politicanti sono i camerieri dei banchieri.
  • Una piccola quantità di denaro che cambia di mano rapidamente farà il lavoro di una grande quantità che si muove lentamente.

Incipit di Cino[modifica]

Bah! Ho cantato donne in tre città, | ma è tutto lo stesso; | ora canterò del sole.[27]

Citazioni su Ezra Pound[modifica]

  • Aveva attitudini da istrione, da funambolo: era una sorta di Marinetti, un individuo che faceva chiasso, assetato di pubblicità. (Jorge Luis Borges)
  • Ezra era lo scrittore piú generoso che io abbia mai incontrato, e anche il piú disinteressato. (Ernest Hemingway)
  • [Inchiesta sulle paure segrete] Ezra Pound ha un vero terrore dell'orologio a sveglia e ne spiega la ragione considerando questo strumento come il simbolo dei lacci che l'umanità si è stretta volontariamente intorno alla propria beatitudine. (Sergio Saviane)
  • Ezra Pound viene a trovarmi in ufficio, accompagnato da un comune amico ungherese. È un vecchio uccellaccio, con gli occhiali a pince-nez, alto, trasandato nel vestire, caotico nel discorrere, timido e impostore. Le sue idee sono molto confuse; crede nella grandezza del fascismo, nell'ingegno di Rossoni, nel tramonto delle razze anglosassoni, nel corporativismo, nel futurismo, in Rimbaud e in Ibsen. (Leo Longanesi)
  • Ho già detto altrove che del poeta Pound ho la massima stima; quanto al Pound erudito e paleografo è un'altra questione. (Mario Praz)
  • Il Pound — dicevo — è un divertentissimo Fregoli della poesia; si maschera con successo in tutti gli stili, senza la famosa sicumera di un Hugo o di un Leconte de Lisle; è, se volete, come quei «rinaldi» che recitavano nelle piazze di Napoli il Tasso, storpiandolo, e imbarbarendolo, ma vivendolo con tutta la loro focosa natura. (Mario Praz)
  • L'usura. Sembra che a un certo punto Ezra fosse ossessionato da questa parola. Non intendo dire che Ezra volesse l'oro per sé. Voleva usarlo per cambiare il mondo. Si può cambiare il mondo così? (Hilda Doolittle)
  • La definizione poundiana della natura dell'immagine in modo da accentuare l'unione di appello ai sensi e di appello al pensiero, la presenza dell'idea nell'immagine era capace di stabilire immediatamente un legame tra la poesia di Dante e del suo circolo e quella dei poeti metafisici inglesi del Seicento. (Mario Praz)
  • Pound è l'infaticabile Virgilio. (Francesco Grisi)
  • Se a spiegare Dante è necessaria la filosofia di san Tommaso a spiegare Pound basta il cinematografo e l'oniromanzia freudiana. (Mario Praz)

Mary de Rachewiltz[modifica]

  • A volte, con la lentezza dei vecchi, lo vedevo passeggiare con mia madre. Sembravano due sculture di Giacometti. Esili. Enigmatiche. Mute. Due fantasmi usciti dai Cantos che avevano invaso i miei sogni.
  • Mio padre non subì nessuna infatuazione dal regime fascista. Apprezzò viceversa la figura di Mussolini. Tanto che nel 1933 andò a Roma per donare una copia dei Cantos al Duce. Pur tra gli equivoci che con il tempo si produssero, credo che vedesse in lui quello che Machiavelli vide nel Principe , cioè la figura in grado di affrontare e risolvere i gravi problemi del Paese. Tra l'altro era convinto che Mussolini non volesse la guerra. Ne parlò con George Santayana. Anche lui certo che Mussolini non avrebbe mai dichiarato guerra alla Francia e all'Inghilterra.
  • Non disdegnava la commedia americana. Una sera vedemmo un film con Fred Astaire. Quando uscimmo dal cinema il babbo cominciò a ballare il tip tap. Era buffo. Divertente. Sapeva farti ridere e al tempo stesso coinvolgerti in un'impresa. Fu con questo spirito, ad esempio, che egli volle che fossi io a tradurre i Cantos. Fu abbastanza semplice. Un giorno si presentò con una rivista dove avevano tradotto una parte dei Cantos. La gettò sul tavolo e disse: vorrei vedere se sai fare di meglio. Intendeva, se potevo tradurre in modo più appropriato. È stato così che ho dedicato parte importante della mia vita a questa impresa.
  • [Sul perché abbia scelto di vivere in Italia] Perché amava il bello e il bello era l'Italia, che ritrovava nei mosaici di Ravenna, nella pittura del Quattrocento o nella poesia del Trecento. Amava Venezia. Vi giunse la prima volta da bambino nel 1890.

Note[modifica]

  1. Da H. S. Mauberley, traduzione di Giovanni Giudici, All'insegna del pesce d'oro, 1959.
  2. Dall'intervista di Donald Hall, Ezra Pound: una intervista, traduzione di Maria Luisa Ardizzone, Galleria, vol. 35, n. 3-6, 1986, p. 137.
  3. Da Postscript to «The natural Philosophy of love» by R. De Gourmont.
  4. a b c Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  5. Da Personae.
  6. Dall'intervista di Donald Hall, Ezra Pound: una intervista, traduzione di Maria Luisa Ardizzone, Galleria, vol. 35, n. 3-6, 1986, p. 132.
  7. Da Suggestions on the psychology of pleasure.
  8. Da Alba, Lustra.
  9. Da Epitaffi, Lustra.
  10. Da Secondo biglietto da Visita.
  11. Da Jefferson e Mussolini, traduzione di Luca Gallesi, Terziaria, 1995, p. 20.
  12. Da Vana, A lume spento.
  13. Da De Aegypto, Personae.
  14. Da In a Station of the Metro, Lustra.
  15. a b Da L'artista serio.
  16. a b c d e Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  17. Da un'intervista alla televisione italiana, 7 giugno 1968.
  18. Da ABC of Reading, 1934, cap. 8.
  19. Da Inferno.
  20. Da Letters of Ezra Pound.
  21. Da Valuta, lavoro e decadenze.
  22. Da I Essay, II.
  23. Da Ballad For Gloom, A lume spento.
  24. Da In Durance; citato da Tommaso Foti nella Seduta n. 505 della Camera dell'11 maggio 2021.
  25. Da Patto, in Poesie scelte, traduzione di A. Rizzardi, Mondadori, 1960.
  26. Da La soffitta, in Lustra.
  27. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Ezra Pound, Aforismi e detti memorabili, a cura di G. Singh, Newton Compton, Roma, 1993.
  • Ezra Pound, Dal naufragio di Europa. Scritti scelti 1909-1965, traduzione di Valentina Paradisi, Neri Pozza, Vicenza, 2016.

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