Angelo Brofferio

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Angelo Brofferio

Angelo Brofferio (1802 – 1866), poeta e politico italiano.

Citazioni di Angelo Brofferio[modifica]

  • Che Carlotta Marchionni fosse la muta inspiratrice di Pellico, e lo sostentasse nei primi passi del difficile aringo col magico prestigio dell'arte in cui già allora era sovrana maestra, nessuno più di me, che tante volte ho udite le particolarità di quella prima rappresentazione [della Francesca da Rimini][1], può affermarlo; ma che Pellico fosse innamorato dalla Carlotta, malgrado la testimonianza di tutti i biografi, è supremamente falso.[2]
  • Di valle in valle, di monte in monte pugnando sempre con un nemico sei volte maggiore di numero, l'Eresiarca dopo quasi un anno di eroica difesa riducevasi sulle alture del monte Rubello, dove si afforzava per tal modo contro gli assalitori, che ad ogni scontro dovevano tornarsene colla loro peggio.
    Ma frattanto andavano scemando al fianco di Dolcino gli intrepidi suoi propugnatori più dalla fame che dal ferro mietuti; perocché ormai del tutto mancavano le vettovaglie, e i disgraziati Dolciniani erano costretti a sostentarsi di radici e di corteccie di alberi.[3]
  • Guai a col ch'a s'ancaprissia | ëd volèi giusta la giustissia![4]
Guai a colui che s'incapriccia | a voler giusta la giustizia!
  • Un attore, nel suo genere, di lui più perfetto io non l'ho mai veduto. Se i naturali svantaggi della persona gli avessero permesso di rappresentare la parte di Alessandro, di Filippo, di Saul come quella di Meneghino, io dico che un Alessandro, un Saul, un Filippo, come Giuseppe Moncalvo, non ci avrebbero fatto veder mai né Morochesi, né Demarini, né Modena, né Salvini, né alcun altro della sua stirpe.[5]

Per lo spiritismo[modifica]

Incipit[modifica]

Soltanto dieci anni sono, io sapevo appena cosa fosse lo spiritismo; lo compativo anch'io con sorriso indulgente, come fosse la grande superstizione del secolo XIX, una nevrosi epidemica ma passeggiera, prodotta da un lievito di antichi errori, che fermentava nell'ignoranza delle leggi scientifiche, nella paura di morire, e nella passione del maraviglioso, che toglie il senso comune, il così detto senso della realtà.

Citazioni[modifica]

  • Alcuni fenomeni medianici sono facili ad imitare; altri difficilissimi; non voglio dire che ve ne siano di inimitabili, perché non sono prestigiatore, e perché non devo dire a priori che la loro imitazione sia impossibile. Ma posso dire a posteriori, cioè considerando le imitazioni fatte sin qui, che se i prestigiatori possono imitarli, non possono però riprodurli; possono farne di simili, ma non far quelli, a meno che oltre ad esser prestigiatori siano anche medii. (p. 45)
  • [...] mentre il signor Torelli[6] garantisce l'assoluta falsità di tutti i miracoli dell'Eusapia, io confesso che non oso garantire l'assoluta sincerità di tutti i fenomeni che essa produce, e specialmente devo confessare che qualche indizio mi ha fatto sospettare qualche volta di inganno, sebbene io non possa attribuirlo alla sua volontà cosciente. Ma il supporre che essa faccia tutto ciò che fa, con una mano abilmente sottratta alla nostra vigilanza, non è dire soltanto che essa è abile e che noi abbiamo osservato male, ma che essa è propriamente il diavolo dell'impostura e che noi siamo tutti completamente imbecilli. (p. 358)

Citazioni su Angelo Brofferio[modifica]

  • Bianchi-Giovin, Brofferio e compagnia | si dan tra lor del ladro e della spia. | Altro sul conto lor non vi so dire | che li credo incapaci di mentire. (in Epigrammisti dell'Ottocento, a cura di G. Scognamiglio, Salerno editore, 1988)
  • Brofferio è stato per lungo tempo il giornalista più ameno e più giocondo, più sarcastico e più vigoroso della stampa italiana. Ma sventuratamente egli è rimasto polemista e poeta anche in politica. Ei sente troppo. Egli subisce l'influenza delle impressioni vivaci e subitanee, lochè toglie a' suoi apprezzamenti, a' suoi giudizi l'autorità cui dà loro l'incontestabile suo ingegno. Brofferio è tribuno anzi tutto, ciò che hanno obliato coloro i quali volendolo giudicare come uomo di Stato, gli rimproverano la mancanza di continuità e di uniformità nella sua carriera politica e lo annegano anche oggidì sotto vili ed ignobili calunnie. (Ferdinando Petruccelli della Gattina)

Note[modifica]

  1. La tragedia del Pellico fu rappresentata per la prima volta al Teatro Re di Milano il 18 agosto 1815 con Carlotta Marchionni nel ruolo della protagonista.
  2. Da I miei tempi. Memorie di Angelo Brofferio, Tipografia nazionale di G. Biancardi, Torino, 1859, vol. VII, cap. LXXXV, pp. 266-267.
  3. Da La caverna di Trivero, in Tradizioni Italiane per la prima volta raccolte in ciascuna provincia dell'Italia e mandate alla luce per cura di rinomati scrittori italiani opera diretta da Angelo Brofferio, vol. III, Stabilimento Tip. di Al. Fontana, Torino, 1849, p. 767.
  4. Da La pratica legal in Raccolta completa delle canzoni piemontesi.
  5. Da I miei tempi. Memorie di Angelo Brofferio, pp. 138-139.
  6. Eugenio Torelli Viollier (1842 – 1900), giornalista italiano.

Bibliografia[modifica]

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