Angelo Guglielmi

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Angelo Guglielmi (1929 – 2022), critico letterario e dirigente televisivo italiano.

Citazioni di Angelo Guglielmi[modifica]

  • Chi l'ha visto? è la nuova forma di romanzo popolare che, se una volta traeva spunto dalle storie vere della gente comune e di esse forniva copia abilmente manipolata, oggi, nella nuova versione televisiva, quelle storie offre in diretta al di là di ogni mediazione o manipolazione.[1]
  • Il programma [Da Storia nasce Storia] di Ottavio Rosati mi sembra una faccenda complicata però lo psicodramma funziona in TV perché parla della vita della gente. [2]
  • [Sulla sua direzione di Rai3] La televisione oggi ha perduto quell'appeal che aveva [...] il nostro successo non era perché toglievamo persone e successo alle altre reti ma era un consenso nuovo: chi non aveva mai visto la televisione, qui la vedeva.[3]
  • [Su Sodomie in corpo 11] Non è certo un gran male che uno scrittore scriva il contrario di quello che si proponeva, anzi è proprio in questi casi che, più di una volta, ottiene i risultati migliori. Ma Busi ha scritto proprio quel che voleva riuscendo a risultati non sempre felici [...] È che Busi non diffida mai di se stesso e si abbandona, senza vergogna, alla sua bravura. È una sorta di goloso, anzi un ingordo della letteratura (o meglio dello scrivere) della quale (e del quale) si riempie fino a scoppiare.[4]

Citazioni su Angelo Guglielmi[modifica]

  • Angelo Guglielmi ha scritto: "Troppe citazioni: come se l'autore volesse far vedere che ha studiato!". E non ha capito che le citazioni erano false. Era un gioco. Gli ho mandato una lettera: "Guardi che le citazioni me le sono inventate". (Antonio Pennacchi)

Note[modifica]

  1. Citato in Aldo Grasso, Storia della televisione italiana, prefazione di Beniamino Placido, Garzanti, Milano, 1992, p. 506. ISBN 88-11-73819-9
  2. Citato in Quattro decenni di Plays, terzo decennio, Plays.it, 1991.
  3. Dall'intervista di Corrado Augias nel programma Quante storie, Rai play, aprile 2019. Video disponibile su Raiplay.it.
  4. Da Busi annega in un pantano di parole, La Stampa, 13 febbraio 1988.

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