Morley Callaghan

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Morley Callaghan (1903 – 1990), scrittore canadese.

Aprile è arrivato[modifica]

Incipit[modifica]

La moglie fedele
George lavorò al ristorante della stazione, al banco delle colazioni, fino a poco prima di Natale. Quell'ultima settimana fu straordinariamente rigida, poi il sole tornò a risplendere per alcuni giorni anche se il freddo, la sera, tornava a farsi sentire. Tre altri uomini lavoravano al banco. Non avevano mai goduto di grande rispetto. Le donne, tranne le più frivole e disponibili, non osavano mai conversare con loro durante il pasto veloce di mezzogiorno. Alla stazione, i facchini e gli uomini che servivano al banco erano sempre evitati dalle ragazze.

Aprile è arrivato
Appena ebbero i soldi si comperarono due grandi cappelli neri e se ne andarono a Parigi lasciando per sempre l'America. Erano stanchi della loro città natale, nel Middle West, e convinti che il continente americano non avesse più da offrire. Charles Mildford, quattro anni più vecchio di Johnny Hill, aveva una grande testa tonda che avrebbe potuto benissimo appartenere a un ministro presbiteriano. La testa di Johnny, col suo mento sfuggente, sembrava quella di un fauno. Quando camminavano per la strada le due teste costituivano un insieme curioso. Giunsero a Parigi ad autunno inoltrato.

Incipit di Morley Callaghan[modifica]

Jeff si trovò seduto vicino a lei, una sera al cinematografo, e appena si accorse ch'era graziosa cominciò furtivamente a guardarla.[1]

Note[modifica]

  1. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Morley Callaghan, Aprile è arrivato, traduzione di Giovanna Albio, il Melangolo, 1993.

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