Bartolomeo da San Concordio

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Bartolomeo da San Concordio

Bartolomeo da San Concordio (1262 – 1347), scrittore e aforista italiano, frate domenicano.

Giunta agli Ammaestramenti degli Antichi[modifica]

  • Coll'amico ogni cosa è maggiore e più dilettevole, e ogni male minore è meno annojoso. (XIII[1])
  • L'amico lungamente si chiede, appena si trova e malagevolmente si guarda. (XXII[2])
  • Lo certo amico si manifesta alla dubbiosa cosa. (XXIV[3])
  • L'anima dell'uomo apprendendo si nutrisce, siccome il corpo per lo cibo. (XXX[4])
  • Principio d'ammendamento è conoscere lo fallo. (XXXIX[5])
  • Alla povertà poche cose fallano, ma all'avarizia tutte. (XLII[6])
  • La lagrima della femina è condimento della sua malizia. (CXI[7])
  • Malvagio è il consilio che non si può mutare. (CXVIII[8])
  • Il nobile cavallo coll'ombra della verga si regge; e il malvagio appena si conduce cogli sproni. (CLXIII[9])
  • Niuno dee essere in una medesima cosa avvocato e giudice. (CLXV[10])
  • Molti sono che temono l'infamia, e pochi la coscienza. (CCXIII[11])

Citazioni su Bartolomeo da San Concordio[modifica]

  • Frate Bartolommeo da San Concordio, egli pure dell'ordine de’ Predicatori come il Passavanti, essendo a costui quasi al tutto simile nel genio, ne'costumi e negli studii, e traducendo pure dal latino non sue proprie opere, ma sentenze di gravissimi autori dell'antichità, ed il Catilinario ed il Giugurtino di Sallustio, riuscì scrittor maraviglioso per la brevità e la forza della sua elocuzione. Solo, se non vado errato, [...] talvolta, o per voler esser troppo puntuale e riciso in tradurre, o per non disagiarsi, come parve al Salviati, secondò troppo il latino, e l'inversione delle parole è forse più di quello patir potrebbe la nostra lingua. Ma, se questo è un fallo da appuntare a questo egregio scrittore, io son di credere che ei v'incappò men di rado nel Volgarizzamento di Sallustio, che negli Ammaestramenti degli Antichi. Pur nondimeno in quella versione, e crediamo che parimente non sia da tacere, alcuna fiata si allargò in parole più che non era mestieri, in guisa che non sappiamo intendere come egli, che era naturalmente disposto alla concisione e vago della brevità, avesse potuto tanto discostarsi dal suo consueto e proprio modo di scrivere. (Basilio Puoti)

Note[modifica]

  1. Citato in Harbottle, p. 277.
  2. Citato in Harbottle, p. 332.
  3. Citato in Harbottle, p. 355.
  4. Citato in Harbottle, p. 332.
  5. Citato in Harbottle, p. 396.
  6. Citato in Harbottle, p. 246.
  7. Citato in Harbottle, p. 343.
  8. Citato in Harbottle, p. 357.
  9. Citato in Harbottle, p. 318.
  10. Citato in Harbottle, p. 370.
  11. Citato in Harbottle, p. 360.

Bibliografia[modifica]

  • Bartolomeo da San Concordio, Giunta agli Ammaestramenti degli Antichi, republicato 1662
  • Thomas Benfield Harbottle & Philip Hugh Dalbiac, Harbottle – Dictionary of quotations French and Italian, S. Sonnenschein Editore, Londra, 1904. (Disponibile su Wikisource) (L'autore nell'indice del libro)

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