Bernard Rollin

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Bernard E. Rollin (1943 – 2021), filosofo statunitense.

Citazioni di Bernard Rollin[modifica]

  • Un interesse sociale generalizzato per la giustizia e per l'equità e un'enfasi sugli obblighi, piuttosto che su una condiscendente benevolenza nei confronti degli oppressi e di coloro che sono privi di potere, devono aver condotto a una nuova visione sociale del trattamento degli animali [...]. La maggior parte della gente ritiene che gli animali siano esseri coscienti, che quello che noi facciamo loro abbia importanza per loro e che essi siano capaci di avere un'ampia gamma di esperienze moralmente rilevanti.[1]

Le basi giuridiche e morali dei diritti degli animali[modifica]

  • L'utilitarismo va di pari passo con la democrazia e il libero mercato: se tutte le persone contano allo stesso modo, nessun particolare individuo o gruppo dovrebbe veder favoriti i propri interessi, e le decisioni dovrebbero essere prese considerando il beneficio totale o medio all'interno della società.
  • I diritti sono nozioni morali che derivano dal rispetto per l'individuo, costruiscono attorno a lui come delle barriere protettive, stabiliscono aree in cui l'individuo ha diritto a essere protetto contro lo stato e la maggioranza, anche nei casi in cui c'è un prezzo da pagare in termini di benessere generale.
  • Nonostante le migliori intenzioni, gli animali sono sempre stati visti, sotto il profilo legislativo, come proprietà; gli animali sono o proprietà di individui o, nel caso degli animali cosiddetti "selvatici" o randagi, proprietà comune. Agli occhi della legge, gli animali sono un possesso umano, che il proprietario può trattare più o meno come vuole. Non sorprende, dunque, che tutte queste leggi si siano fondate su considerazioni di tipo utilitarista, o su considerazioni relative al maggior bene per il maggior numero di persone, dove però era la comunità umana a fungere quale gruppo di riferimento per il calcolo dell'utilità o dei benefici.
  • Uno dei fondatori della teoria etica e politica utilitarista, Jeremy Bentham, osservò quasi duecento anni fa che un'applicazione coerente del principio utilitarista avrebbe preso in considerazione gli interessi di tutte le creature capaci di provare piacere o dolore; eppure, anche soltanto uno sguardo superficiale alla legislazione sul cosiddetto benessere degli animali ne rende manifesta la base antropocentrica.
  • È anche interessante notare che il vasto catalogo di divieti citati nella legge [Colorado Cruelty to Animals Act] non riconosce in alcun modo la crudeltà comportamentale o psicologica – come se soffrire fosse solo un fatto fisico: un chiaro residuo della visione cartesiana secondo la quale gli animali sono semplicemente macchine. (Ironicamente, gli scienziati stanno oggi diventando consapevoli che trascurare lo stato psicologico degli animali di laboratorio invalida i risultati delle ricerche – anche nel caso delle ricerche sul cancro –, dal momento che in tal modo non si tiene conto del ruolo delle variabili da stress sulla fisiologia animale. Quelli di noi che si controllano in modo nevrotico la pressione del sangue a intervalli regolari sanno bene di cosa sia capace lo stress.)
  • Per quanto la raison d'être essenziale della professione veterinaria sia la salute degli animali, essa ha trascurato il proprio dovere di porsi alla testa delle cause per il benessere degli animali. La discussione sull'etica e i diritti degli animali è stata praticamente assente nell'ambito della medicina veterinaria organizzata [...]. Tuttavia, i veterinari sono interessati agli animali, e il potenziale per uno sforzo costruttivo da parte della loro professione è enorme. Correlativamente, le organizzazioni per la protezione degli animali sono state spesso ingannate e indotte a fare uno sporco lavoro di polizia per la società, sicché per lo più hanno speso i loro sforzi e le loro energie per controllare gli animali, o procurare l'"eutanasia" ad animali in salute, ma "privi di una casa", un'attività demoralizzante per gente il cui impegno morale fondamentale è il benessere degli animali.
  • Le leggi che regolano il trattamento degli animali devono essere scritte non nei termini utilitari propri degli umani, ma nel linguaggio dei diritti, vedendo negli animali oggetti di considerazione morale e relegando sullo sfondo gli interessi utilitari degli umani. Questa, come si è visto, è la forza di ogni discorso sui "diritti". Tali leggi devono riguardare i diritti fondamentali che spettano a un qualsiasi oggetto di considerazione morale – il diritto alla vita, il diritto a essere protetto dalla sofferenza, il diritto di realizzare la propria natura.
  • Il nostro comportamento verso gli animali è l'ultima frontiera morale, il test decisivo della nostra umanità, lo specchio grazie al quale è possibile guardare più profondamente nelle nostre anime.

Bibliografia[modifica]

  • Bernard E. Rollin, Le basi giuridiche e morali dei diritti degli animali, in Aa. Vv., Etica e animali, a cura di Luisella Battaglia, traduzione di Brunella Casalini, Liguori editore, Napoli, 1998, pp. 97-122. ISBN 88-207-2686-6

Note[modifica]

  1. Da L'ascesa delle grandi scimmie antropoidi. Estendere la comunità morale; citato in Barbara de Mori, Che cos'è la bioetica animale, Carocci editore, Roma, 2007, p. 52. ISBN 978-88-430-4079-7

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