Betty Smith

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Betty Smith

Betty Smith, pseudonimo di Elisabeth Wehner (1896 – 1972), scrittrice statunitense.

Incipit di Al mattino viene la gioia[modifica]

Era il vecchio municipio di una moderna cittadina universitaria in uno stato del Middle West. Lungo il corridoio, scuro e interminabile, correvano strette panche disposte a intervalli contro la parete e, accanto a ciascuna di esse, stava una sputacchiera d'ottone.[1]

Un albero cresce a Brooklyn[modifica]

Incipit[modifica]

Giacomo Cicconardi[modifica]

"Riposante" era l'aggettivo che si sarebbe potuto usare per Brooklyn, New York, specialmente nell'estate del 1912. "Monotono" andava forse meglio, non per il rione di Williamsburg, Brooklyn però. "Prateria" era una parola bella e "Shenandoah" molto musicale, ma queste non erano parole che andavano veramente bene per Brooklyn. Riposante era l'unico aggettivo, specialmente in un pomeriggio di sabato, d'estate. Verso sera i raggi obliqui del sole illuminavano il cortile muschioso della casa dove abitava Francie Nolan e riscaldavano la vecchia palizzata consunta. Guardando la luce del sole nel cortile Francie provava la stessa piacevole sensazione di quando ricordava la poesia che recitava a scuola:
Ecco la foresta dei tempi antichi.
I sussurranti pini e i grandi abeti
vestiti di verde e pieni di muschio
si levano nel crepuscolo
come i druidi di una volta.
[Betty Smith, Un albero cresce a Brooklyn (A Tree Grows In Brooklyn), traduzione di Giacomo Cicconardi, Arnoldo Mondadori Editore 1948]

Antonella Pietribiasi[modifica]

"Riposante" era l'aggettivo che si sarebbe potuto usare per Brooklyn, soprattutto nell'estate del 1912. "Monotono" andava forse meglio, ma non per il quartiere di Williamsburg. "Prateria" aveva un bel suono e "Shenandoah" era molto musicale, ma queste non erano parole veramente adatte per Brooklyn. Riposante era l'unico aggettivo, specialmente in un pomeriggio di sabato, d'estate.
Verso sera i raggi obliqui del sole illuminavano il cortile muschioso della casa dove abitava Francie Nolan e riscaldavano la vecchia palizzata consunta. Guardando la luce del sole nel cortile, Francie provava la stessa piacevole sensazione di quando ricordava la poesia che recitava a scuola:

Ecco la foresta dei tempi antichi.
I sussurranti pini e i grandi abeti
vestiti di verde e pieni di muschio
si levano nel crepuscolo
come i druidi di una volta.

[Betty Smith, Un albero cresce a Brooklyn traduzione di Antonella Pietribiasi, Neri Pozza, 2010. ISBN 9788854502062]

Citazioni[modifica]

  • L'intolleranza [...] è qualcosa che genera le guerre, i pogromi, le crocefissioni ed i linciaggi. È qualcosa che spinge gli uomini ad esser crudeli verso i bambini ed anche fra loro. (p. 234)
  • L'intolleranza è responsabile della cattiveria, delle violenze, del terrore e dei dolori che torturano il mondo. (p. 234)

Note[modifica]

  1. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Betty Smith, Un albero cresce a Brooklyn (A Tree Grows In Brooklyn), traduzione di Giacomo Cicconardi, Arnoldo Mondadori Editore 1948.
  • Betty Smith, Un albero cresce a Brooklyn traduzione di Antonella Pietribiasi, Neri Pozza, 2010. ISBN 9788854502062

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