Bruno Tabacci

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Bruno Tabacci

Bruno Tabacci (1946 – vivente), politico italiano.

Citazioni di Bruno Tabacci[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Il bipolarismo non ha sortito i risultati sperati e ha prodotto solo due tifoserie capaci di sciorinare slogan e indossare magliette logore senza risolvere i problemi strutturali del Paese.[1]
  • Si sostiene, sposando la tesi dell'onorevole Paniz, che è necessario restituire gli atti alla procura di Milano perché essa non è competente, e non sarebbe competente perché il Presidente del Consiglio [Silvio Berlusconi] credeva che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak e quindi, nell'atto di compiere pressioni sulla questura di Milano, intendeva tutelare le relazioni internazionali dell'Italia, in questo caso rispetto all'Egitto. Per questo, l'eventuale reato commesso sarebbe ministeriale e rientrerebbe nell'ambito dell'articolo 96 della Costituzione. Ora, è bene che i cittadini sappiano che li si vuole prendere in giro e questo lo si vuol fare deliberatamente. Non credo che gli italiani ci provino gusto. Questa tesi non merita neppure di essere confutata.[2]
  • Berlusconi è tutt'altro che uno sprovveduto: non può avere creduto di avere frequentato per mesi la nipote di Mubarak. Sapeva benissimo chi era, ma si era spinto così avanti da vedersi costretto a compiere atti palesemente contrari ai suoi doveri. Il Presidente del Consiglio Berlusconi ha tenuto un comportamento assolutamente irresponsabile e il nostro Paese, pur così mal ridotto, non merita di essere trascinato in un buco così nero, oggetto del più assoluto ridicolo, dall'opinione pubblica di tutto il mondo.[2]
  • L'onorevole Berlusconi sbaglia ad intralciare le indagini. Trascina anche le istituzioni in uno scontro tra poteri che rischia di minare il nostro equilibrio democratico. Siamo ben oltre il clima drammatico di «mani pulite». Di tutto questo lei, onorevole Berlusconi, porta per intero la responsabilità. Non passerà certo alla storia per il più grande Presidente che l'Italia abbia avuto nei centocinquanta anni, ma per avere interpretato una delle pagine meno nobili e più opache della nostra storia civile e politica.[2]
  • [Sul possibile primo ministro legato alle elezioni per la XVIII legislatura] Mi auguro che sia Paolo Gentiloni ma temo che sarà Gianni Letta, il che vorrebbe dire che vince Silvio Berlusconi.[3]
  • Enrico Mattei era membro del Cln dell'Alta Italia, capo dei partigiani cattolici, il 26 aprile 1945 era tra i sette in testa al corteo di Milano liberata. Con lui in seconda fila c'era il mio maestro politico: Giovanni Marcora, nome di battaglia Albertino.[4]
  • Da casa dovevo raggiungere Mantova tutte le mattine. Bisognava attraversare il Po, non c'erano ponti e spesso la strada non era praticabile. Per non farmi perdere giorni di scuola, i miei decisero per il collegio. Fui eletto quasi subito rappresentante degli studenti. Mi appassionai.[4]

Note[modifica]

  1. Dall'intervista a Il Mattino, 5 dicembre 2007.
  2. a b c Citato in Camera dei Deputati della Repubblica Italiana – XVI Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Seduta n. 429 del 3 febbraio 2011 – Discussione di una domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari. Camera dei Deputati, 3 febbraio 2011.
  3. Citato in Bruno Tabacci: "Il prossimo premier sarà Gianni Letta", LiberoQuotidiano.it, 20 ottobre 2017.
  4. a b Da intervista di Carmine Saviano, Bruno Tabacci, una vita in politica: “Meloni? Troppo rabbiosa”, Repubblica.it, 25 marzo 2023.

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