Bunraku (film)

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Bunraku

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Titolo originale

Bunraku

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2010
Genere azione, thriller
Regia Guy Moshe
Sceneggiatura Boaz Davidson
Produttore Keith Calder
Interpreti e personaggi

Bunraku, film statunitense del 2010 con Woody Harrelson, regia di Guy Moshe.

Incipit[modifica]

Molto tempo prima della comparsa dell'uomo, il conflitto era già una componente implacabile della vita. Le creature condividevano la Terra con altre creature, ma era solo una questione di tempo, perché prima o poi avrebbero lottato per la supremazia sulle risorse. Gli uomini non erano diversi, anche loro subivano il fascino perverso della violenza. L'uomo e la civiltà si prodigarono per inventare soluzioni sempre più innovative per annientare esseri umani, a discapito di ciò che è necessario per la sopravvivenza. Esistono molti modi per uccidere un uomo, poi esiste un modo per far il pane, o per fare l'amore. Mentre questi ultimi sono piuttosto limitati, l'uomo ha superato ogni possibile immaginazione e con la sua capacità di distruggere la vita, ora gli basta solo premere un pulsante. Tra il crimine incontrollato che regna per le strade e la guerra crescente alla frontiera, era solo una questione di tempo. Dalle ceneri, nacque un mondo nuovo. Le nazioni superstiti finalmente realizzarono che l'inarrestabile sete di distruzione dell'uomo doveva essere contenuta. Venne rigorosamente applicato un divieto per tutte le armi da fuoco, e proprio come la spada cedette il passo alla pistola, la pistola lasciò il posto alla spada, permettendo alle autorità di portare pace e speranza alle loro nazioni sulla punta di una lancia, ignorando che la natura autodistruttiva dell'uomo non poteva essere fermata. Non c'è abbastanza amore in questo mondo, o abbastanza denaro per permettere che questo eterno cerchio venga interrotto. Quando il tempo sarà maturo, il male prenderà il sopravvento. Nel nostro caso viene personificato da un taglialegna. Nicola è il suo nome. Questa è la sua città. La sua terra. Un luogo dimenticato da Dio, dove la nostra storia ha inizio. E come esistono infiniti modi per uccidere un uomo, esistono infiniti modi per raccontare questa antica storia di lotta.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • 20 uomini: così sancisce la legge non scritta. Ogni banda della provincia ha la possibilità di sfidare il taglialegna ed impossessarsi della città. Ma dal momento che Nicola, il leader della banda più potente è solito eccedere nei gesti sportivi, designa un solo killer a difendere la sua corona. (Narratore)
  • Un'altra banda, un'altra notte, un'altra battaglia. "Ma quando soffierà quel vento che porterà la vera sfida?" si chiese l'uomo più potente dell'Est Atlantico. Non preoccupatevi, il suo desiderio verrà esaudito. Sebbene il nostro spietato leader venga costantemente sfidato anche nei suoi quartieri, è piuttosto improbabile che l'ordine del suo mondo possa essere sovvertito dall'interno. Per un cambiamento così radicale è necessario un intervento esterno, un intervento che arrivi a bordo di un mezzo di trasporto, magari su un treno. Proprio come questo qui. E come sempre avviene in questi casi, sul treno dovrebbe esserci almeno uno straniero solitario. O due. Ma per ora osservate l'uomo in abito rosso sul treno, che cammina con la sicurezza di un despota. Guardate la gente grigia, priva di coraggio. Guardate una città senza legge, che prega in silenzio per l'arrivo di un eroe. (Narratore)
  • Niente gioco d'azzardo, niente taglie... Che cosa può fare un uomo qui? (Il Vagabondo)
  • Delle 7 virtù del Bushidō, Jin è la più difficile da imparare. Non solo perché un guerriero compassionevole è una contraddizione, ma Yoshi forse a differenza di suo padre ha fatto della benevolenza lo scopo della sua vita. Ed è lo scopo che rende fedele al suo giuramento, è sicuramente inviolabile. Finora. (Narratore)
  • La vita è un bene che ogni uomo considera prezioso. Ma l'uomo buono ritiene che l'onore sia molto più prezioso della propria vita. Soprattutto se l'uomo in questione è giapponese. (Narratore)
  • Non ti accorgi che le cose vanno bene finché non iniziano ad andare male e poi anche peggio. Questa è una delle tante lezioni che il nostro vagabondo taciturno ha imparato. Almeno per quanto riesca a ricordare. (Narratore)
  • Tenete le orecchie tese e gli occhi ben aperti sopprelio, non abbassate mai la guardia, il mondo è pieno di gente malvagia. (Narratore)
  • Se giochi le carte giuste, hai la possibilità di vincere. "Solo, ma vivo" gli diceva lei. Tutte le sere prima di metterlo a dormire. E lui stava ad ascoltare, mentre lei gli cantava una ninna nanna. (Narratore)
  • Finora tutto bene. Le cose stanno andando come previsto, o almeno così sembra. Verso Est, tra boschi, caverne, rocce, cascate, i prati, il palazzo, campi di allenamento, red suits e sicari. Molte difficoltà sono in agguato. E il Dragone? Be', questo è soltanto l'inizio. (Narratore)
  • Strano? Le anatre che cantano sono strane Eddie. Un giapponese che picchia selvaggiamente i tuoi uomini non è così strano. Nel peggiore dei casi si tratta solo di un problema. Un tuo problema. (Killer Numero 2)
  • Una volta ho ucciso un uomo durante un duello. Nel suo ultimo istante di vita mi ha detto una cosa che non dimenticherò mai: c'è sempre qualcuno più potente di te. (Nicola)
  • Non devi guardare in basso, tieni la testa alta e gli occhi sulla preda. C'è un tempo per cadere e uno per rialzarsi. Buon compleanno figlio di puttana. (Narratore)
  • La vita non mi riserva molti piaceri, Numero 2. Oltre alle visite occasionali di Alexandra, esistono solo piccole e preziose consolazioni: un ristorante pidocchioso che adoro in questa città dimenticata da Dio e una partita a carte a cui assistere. Non c'è divertimento per l'uomo che possiede tutto. Se non posso uscire, fare un pasto decenti di tanto in tanto un una partita a carte nel mio stesso club una volta a settimana, che senso avrebbe la vita? Quando ti ho messo a capo dei miei uomini, non era un contratto per l'eternità... (Nicola parlando con Killer Numero 2)
  • C'è una parte di me che spera che loro passino per il campo e vi uccidano tutti, e che non resti nessuno con cui combattere tranne me. E se dovessi morire, sarà come ho sempre pensato che debba essere, in battaglia, mentre desidero ancora vivere. (Nicola)
  • La vendetta è cosa vana, per ovvi motivi non si è mai sentito di qualcuno che tornasse in vita dopo essere stato vendicato nel nome della giustizia. Ma si sa, l'uomo può combattere tutto, tranne la sua natura: occhio per occhio, dente per dente. È un modo per sistemare le cose e comunque è sempre meglio che porgere l'altra guancia. [...] Così vanno incontro al loro destino. Passo dopo passo, gemito dopo gemito. Il Quattro è andato e il Sei è prossimo. Nicola e i suoi killer non hanno scampo. (Narratore)
  • Ho affettato tuo zio come un rotolo di sushi avariato. (Killer Numero 2 rivolto a Yoshi)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Killer No. 2: Stop! Ora puoi lanciare i dadi e morire con i tuoi uomini o assicurarti la protezione tornando a lavorare per Nicola. Tutto verrà dimenticato, compresa la tua misera figura.
    Capo banda: Mi stai chiedendo di lavorare per un taglialegna? Chiamami killer e dammi un numero. Che ne dici di "killer numero 1", eh?
  • Donna: Ehi, amico, cerchi un po' di compagnia?
    Vagabondo: Sempre.
  • Barista: Ogni uomo deve avere un hobby, il mio è creare buffi pop-up.
    Yoshi: Buffi pop-up? Ahh... sono per i bambini...
    Barista: No, sono per chi ha una fervida immaginazione. È il mito di Aracnide. In gioventù Aracne cadde in una caverna nascosta e venne morsa da un aracnide. Un aracnide, un ragno. Ad ogni modo, con gli anni, Aracnide scoprì che il morse del ragno gli aveva poteri speciali.
    Yoshi: I ragni non hanno poteri speciali...
    Barista: Camminano sui muri...
    Yoshi: Ah, divertente...
    Barista: No. Aracnide usava i poteri ottenuti contro i suoi potenti nemici. Si rese conto che con i suoi nuovi poteri aveva la responsabilità di combattere per il bene supremo, per la libertà degli uomini oppressi.
    Yoshi: Quindi... si tratta di una storia sulle responsabilità personali...
    Barista: E non solo...
  • Yoshi: Chi sei tu?
    Vagabondo: Un amico o un nemico, dipende da chi ho davanti...
    Yoshi: Ci sono io...
    Vagabondo: Ti conviene rimanere col dubbio...
  • Barista: Una bella coppia di gangbuster: un cowboy che gira senza pistola e un samurai senza spada, insieme per sconfiggere un male comune... Non va bene? Non vuoi essere solo una tigre di carta, eh? Voi però non comprendete che l'elemento simbolico rappresentato dalla lotta del bene contro il male viene esaltato dell'incarnazione del più antico desiderio umano.
    Yoshi: E quale sarebbe?
    Barista: Essere il più potente figlio di puttana dell'intero pianeta.
    Vagabondo: Non esiste un primato del genere: c'è sempre qualcuno più potente di te...
    Barista: Sì, un'osservazione molto acuta per essere uscita da una mente tanto giovane, ma la mia era una metafora... La gente ha bisogno di qualcuno a cui ispirarsi, non è detto che l'eroe debba essere il più forte, a volte è solo colui che trova la strada giusta...
    Vagabondo: A volte è solo colui che serve da bere...
    Barista: C'è stato un tempo in cui ci ho creduto e mi è quasi costata la vita...
    Yoshi: Che è successo?
    Barista: Mi sono imbattuto in uno più potente.
    Vagabondo: Ma sei ancora vivo.
    Barista: Ha avuto pietà di me, a causa delle circostanze... Ma sono passato da vivo e vegeto a vivo e zoppicante. E ho imparato una grande lezione.
    Yoshi: Spesso le grandi lezioni emergono da una sconfitta.
    Barista: L'amore è temporaneo, la speranza è eterna...
    Vagabondo: Non esiste la speranza: ogni cosa è un cerchio.
    Barista: Sai, la vita non è soltanto una lotta...
    Vagabondo: Avanti, lo sai che non è vero... riesco a leggerlo nei tuoi occhi...
  • Vagabondo: Sono tempi duri per fidarsi di uno straniero, ma voglio metterti in guardia: evita di attraversarmi la strada prima che abbia finito il mio lavoro.
    Yoshi: Be', lo stesso vale anche per te...
  • Yoshi: Quindi vive in periferia?
    Barista: Lui e i suoi nove killer sono come un antico clan.
    Yoshi: Killer?
    Barista: All'inizio della sua carriera Nicola era a capo di una piccola gang di soli nove uomini, che divennero noti come "I Killer", a prescindere dal potere che acquisisce lui continua a tenere con se solo nove killer, e quando uno di loro muore o sceglie di ritirarsi, Nicola introduce un nuovo numero dieci al suo posto. Se vogliono crescere di grado, i killer combattono tra loro, come impietosi cani da guardia. Sono la sua cerchia, la sua forza d'elite. Quegli uomini vivono con lui, nel suo palazzo.
    Yoshi: E gli altri ?
    Barista: Be', loro si trovano in un grande campo di addestramento dove si esercitano. Si dice che abbia un vero e proprio esercito al suo servizio. Si trova verso Est, nella foresta, oltre le montagne. Tra miliardi di caverne, dirupi, cascate... Nessuno lo sa esattamente. Quelli che lo sanno, non ne parlano mai. E quelli che non lo sanno, si guardano bene dal chiedere. Ma sopratttuto, nessuno sa che aspetto abbia. Non mostra mai la sua faccia in pubblico. [...] La gente di qui lo conosce solo per il suo costume.
    Yoshi: Che tipo di costume?
    Barista: Una lunga kappa nera e un cappello a larghe tese.
    Yoshi: L'angelo della morte.
    Barista: Simbolico per alcuni, molto realistico per altri.
  • Nicola: Piuttosto ottimista direi. Non dovresti preoccuparti dei baffi dal momento che stai per perdere la testa. [Nicola lo colpisce con un'ascia.] È molto che aspetti? Chi sei?
    Vagabondo: Un figlio. Un amico. Un fratello. Che importanza ha?
    Nicola: Be', ha importanza se muori. Ma se vivi e non me lo dici è come se mi avessi pugnalato alle spalle. Non è una sorta di vendetta, vero figliolo?
    Vagabondo: Chissà.. E comunque io non ho mai pugnalato nessuno alle spalle.
    Nicola: Se vuoi uccidere un uomo come me, sarà meglio che lo pugnali alle spalle. È questo il trucco. L'uomo d'onore, be', è duro a morire, ma anche lui muore. Sono gli uomini come me a sopravvivere e a conquistare. Che sono in grado di comprendere che la vittoria non riguarda chi ha ragione, ma chi resta. Vedi queste mani figliolo. Queste mani hanno preso la vita di centinaia di uomini. Questi occhi hanno visto gli ultimi respiri finire da centinaia di polmoni e questi piedi hanno calpestato centinaia di stolti che pensavano di uccidermi. Ma il mio cuore ancora pulsa forte. E aspetta che sia alla sua altezza. Credevo che fossi diverso, che fossi speciale. Del resto hai superato due volte le mie aspettative. Però sei qui a sporcare di sangue il mio pavimento come tutti gli altri. Un altro stolto in cerca del suo momento di gloria. Adesso vuoi dirmi chi sei oppure devo tirartelo fuori con la forza? [...] Vuoi sapere la verità figliolo? Tutto si riduce al giorno dopo, quando sorge il sole. [...] E capisci che la vita va avanti, non c'è nessun giudice nel momento della morte. [...] Vuoi onore? Io ti do inganno. Vuoi giustizia? Io ti do sofferenza. Vuoi chiudere la faccenda? Io ti do la morte. [Entra Yoshi con un arco e cerca di colpire Nicola, ma il Vagabondo lo ferma.]
    Vagabondo: Yoshi! Yoshi! No. No. No.
    Nicola: Stavo cercando di insegnarti qualcosa, ma tu sei duro di comprendonio. Mi mancherai figliolo. Ultima chance. Chi sei tu? Una volta un uomo mi ha detto che c'è sempre qualcuno più potente di te. Il problema è ... dove si trova... quando ne hai bisogno? [Il vagabondo uccide Nicola]
    Vagabondo: L'uomo che ti ha detto questo... era mio padre...
  • Vagabondo: Sai, avresti potuto essere il sindaco, oppure il capo della polizia.
    Barista: Chi io? No figliolo, io servo da bere, io servo sempre da bere. Ho combattuto per poter continuare a servire da bere liberamente, non per impugnare armi per il resto della vita...
    Vagabondo: Vedi, questo è il problema: ogni cosa si riduce ad un cerchio.
    Barista: Già, e per ogni figlio di puttana in circolazione c'è un uomo come te... e te... che assicura l'equilibrio. Allora signori, buona fortuna per i vostri viaggi.
  • Vagabondo: Che c'è?
    Yoshi: Be', allora, che cosa farai adesso?
    Vagabondo: Io sono il frutto di una generazione perduta... Non riesco neanche a trovare un tramonto per uscire di scena...
    Yoshi: Domani è un altro giorno...
    Vagabondo: Alla prossima amico.

Explicit[modifica]

Domani è un altro giorno, il sole sorgerà ancora e darà vita a quell'eterno cerchio di vita e di lotta. (Narratore)

Altri progetti[modifica]