Marvin Harris

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Marvin Harris (1927 – 2001), antropologo statunitense.

Buono da mangiare[modifica]

  • Un cibo è «buono da pensare» perché «è buono da mangiare».
  • Il nostro intestino non è molto attrezzato per le diete ricche di fibre; mentre sembriamo bene attrezzati per «alimenti di qualità elevata, poco voluminosi e rapidamente digeribili». I cibi di origine animale rientrano perfettamente in questa definizione.
  • Invecchiando, i buddhisti diventano molto scrupolosi nell'osservanza del divieto di uccisione degli animali, ma sanno sempre trovare qualcuno che assolva a questa sporca bisogna in loro vece.
  • Mangiare meno cibi di origine animale, fatto salvo il minor consumo di grasso animale e di colesterolo, non può rispondere mai, né in nessun luogo, ad un'esigenza salutare.

Cannibali e Re[modifica]

  • Gli esploratori [europei], ovviamente, scoprirono anche Stati ed imperi pienamente sviluppati, governati da despoti e da classi dirigenti e difesi da eserciti permanenti. Furono questi gli imperi che con le loro città, i monumenti, i palazzi e i tesori spinsero tutti i Marco Polo e i Cristoforo Colombo oltre i deserti e gli oceani. V'era la Cina, il più grande impero del mondo, uno stato ampio e sofisticato i cui governanti schernivano i "barbari dalle facce rosse" [gli europei], supplicanti da piccoli regni oltre i confini del mondo civilizzato. E v'era l'India, un paese dove le vacche erano venerate e il fardello dell'esistenza veniva distribuito in misura ineguale secondo i meriti di ciascun'anima nella sua precedente incarnazione. Vi erano poi gli stati e gli imperi americani primitivi, mondi a parte, ciascuno con le sue arti e le sue religioni caratteristiche: gli Incas, con le loro grandi fortezze di pietra, i ponti sospesi, i granai sempre pieni e l'economia controllata dallo Stato; gli Aztechi, con i loro dei assetati di sangue, nutriti di cuori umani, e la loro incessante ricerca di nuove vittime sacrificali. E infine vi erano gli Europei stessi, con le loro proprie caratteristiche esotiche: pronti a combattere in nome di un Principe della Pace, sempre a comprare e vendere per realizzare profitti, molto più potenti della loro consistenza numerica, grazie all'abile padronanza delle arti meccaniche e dell'ingegneria.
  • Che significato aveva tutto questo? perché taluni popoli abbandonarono la caccia e la raccolta come sistema di vita e altri lo conservarono? E fra coloro che si sono dedicati all'agricoltura, perché alcuni si sono accontentati della vita di villaggio mentre altri si sono avvicinati sempre più regolarmente alla forma statale? E fra quelli che hanno dato vita a organizzazioni statali, perché alcuni hanno creato imperi e altri no? Perché alcuni adorano le vacche mentre altri nutrono di cuori umani divinità cannibali? La storia umana è forse il prodotto non già di uno ma di dieci miliardi di idioti, frutto del caso e della passione e nulla più? Non lo credo. Penso vi sia un processo intelligibile che presiede alla conservazione di forme culturali comuni, che dà luogo a mutamenti e determina le loro trasformazioni lungo linee parallele o divergenti.

Bibliografia[modifica]

  • Marvin Harris, Buono da mangiare, Einaudi, 1990.
  • Marvin Harris, Cannibali e Re, Feltrinelli, 2013.

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