Carlo Giuseppe Gabardini

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Carlo Giuseppe Gabardini

Carlo Giuseppe Gabardini (1974 – vivente), attore, comico italiano.

Citazioni di Carlo Giuseppe Gabardini[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Essere gay è bellissimo. Non è una colpa, non è un atteggiamento che uno sceglie, è normale tanto quanto non esserlo.[1]
  • Quando sento qualcuno farneticare dicendo che l'omosessualità è una malattia, la mia prima reazione non è mai violenta o depressiva, piuttosto è la stessa identica che avrei se sentissi qualcuno dire «l'obesità è infettiva» o «masturbarsi rende ciechi»: mi vien da ridere, mi fa pena chi dice queste cose, giuro, mi chiedo dove abbia studiato, mi interrogo se posso aiutarlo in qualche modo e di solito gli sorrido come a un povero scemo, poi se mi va cerco pure di spiegargli che sta dicendo delle stronzate piuttosto umilianti, ma intendo umilianti per lui. [...] Io non ripongo nessunissima speranza negli omofobi, perché sarebbe come chiedere un consiglio a un sacchetto di carta o un bacio a un kiwi.[1]
  • Essere gay è almeno tanto bello quanto non esserlo e essere dell’altro. Anche perché io penso che nella scala fra totalmente eterosessuale e totalmente omosessuale ci siano infiniti gradi. Anzi, penso che ci siano tanti gradi quanti gli abitanti di questo pianeta meno uno, se stessi: perché ci si innamora di un essere umano, non di una sessualità. Io mi innamoro di Alessia, di Salvatore, di Caterina, di Dario, di Elena, di Cézanne, di Monet, di Gadda, di Philip Roth, di Tondelli, della Munro, non delle donne o degli uomini, non dei pittori o delle pittrici, e neppure degli scrittori o delle scrittrici. Ma ve lo immaginate nascere in un posto dove ti dicono: tu puoi amare solo le musiciste donna oppure i tabaccai maschi? Non è così. Ci si innamora di chi ci s'innamora. Punto.[1]
  • Io della mia omosessualità non parlo mai perché penso che non sia una notizia. Ma se la non-notizia di esser gay, nel momento in cui viene dichiarata da tutti i gay, può salvare anche solo un ragazzo dal proprio proposito di suicidio, beh, allora lo dico: io sono gay.[1]
  • [...] il coming-out non è un’esclusiva degli omosessuali, ma di tutti. Perché "venir fuori", mostrarsi per chi si è realmente, urlare cosa si desidera per la propria esistenza, non concerne solo la sfera sessuale, riguarda il nostro senso di stare al mondo. Fare coming-out significa cominciare a vivere.[2]
  • [Sul fatto che l'obbligo di fedeltà non è contemplato nelle unioni civili tra persone dello stesso sesso ma nel matrimonio sì] NCD elimina la "fedeltà" per insultarci tutti tramite una legge. Omuncoli. Penso: Voi fedeli per legge, noi fedeli per amore.[3]

Note[modifica]

  1. a b c d Da Non sentiamoci in colpa, si può essere gay e felici, la Repubblica, 31 ottobre 2013, pag. 1.
  2. In Fossi in te io insisterei. Lettera a mio padre sulla vita ancora da vivere, Mondadori, p. 2.
  3. Da un tweet del 25 febbraio 2016.

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