Carlo Gozzi

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Carlo Gozzi

Carlo Gozzi (1720 – 1806), drammaturgo e scrittore italiano.

Memorie inutili[modifica]

Incipit[modifica]

Io fo pubblicare colla stampa un libro intitolato: Memorie inutili della vita di Carlo Gozzi, scritte da lui medesimo, e da lui pubblicate per umiltà.
Cotesto libro da me cominciato a scrivere l'ultimo giorno d'aprile dell'anno 1780, condotto a fine nell'anno stesso, e che contiene il corso de' non considerabili avvenimenti relativi alla mia vita, dalla mia infanzia sino all'anno sopra accennato, fu costretto dalla violenza a rimanere inedito e imprigionato sino al tempo presente.

Citazioni[modifica]

  • Passando dalla galera all'antica mia abitazione avita e paterna, il mio spirito ondeggiava tra il piacere d'essere uscito dalla servile soggezione passando alla libertà e quello di poter dare alloggio ad un buon amico, e tra il timore di dargli un cattivo ricovero. Arrivammo all'uscio, e vidi il mio compagno sorpreso nel vedere l'edifizio della mia casa, che in vero ha l'aspetto di palagio. Egli, ch'è intelligente d'architettura, mi fece un grand'elogio sulla bella pianta. Gli risposi ch'egli era in debito di sapere che spesso gli esterni rallegravano e gli interni mortificavano. (cap. XV, p. 103)
  • Nelle dissensioni e nelle divisioni delle famiglie, le amarezze degli animi fanno pensare in un modo che, quantunque da qualche parte deva esistere il torto, tutti gl'individui non solo sostengono d'aver ragione, ma si avvezzano tutti a credere d'averla assolutamente. Io sono in dubbio se abbia avuto ragione di fare quanto feci e quanto ho narrato con ingenuità. (cap. XXVIII, p. 168)
  • Furono i letterari contrasti, de' quali i miei lettori sofferenti avranno le cause e gli effetti, che mi condussero grado grado ad empiere non so quante risme di carta di rappresentazioni teatrali, e fu la mia insaziabile filosofica brama di conoscere tutti i gradi dell'umanità, che m'indusse alle notomiche osservazioni sull'indole della scenica popolazione, che mi restava da conoscere, nel mezzo alla quale, nel corso di venticinque e più anni del mio scenico passatempo, se non avessi raccolta della materia da scrivere e da divertire, mi crederei più insensato d'un architrave. (cap. XXXII, p. 186)

Incipit di alcune opere[modifica]

L'augellino belverde[modifica]

Brighella da indovino in caricatura, Pantalone dietro con attenzione.

Brighella (da sé in entusiasmo)
(O Sol, che ti xe specchio
delle umane vicende,
mai ti deventi vecchio
per scoprir a chi sa cose tremende!)
Pantalone (da sé) (Mi ghe son matto drio sto poeta. El dixe cose, che le xe da retrazer; el fa
versi, che i xe da raccolta per nozze).
Brighella (come sopra)
(O dei Tarocchi misera regina!
O Tartagia felice!
O Renzo, o Barbarina!
Tal frutto nasce da fatal radice!)

La Marfisa bizzarra[modifica]

Se non credessi offender gli scrittori
che han rotto con lo scrivere ogni sbarra,
e son fatti del mondo inondatori,
io canterei di Marfisa bizzarra.
Ma appena m'udiranno, usciran fuori
con gli occhi tesi e con la scimitarra,
gridando che lo stil non è moderno,
e daran di gran colpi al mio quaderno.

Bibliografia[modifica]

Voci correlate[modifica]

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