Carlo Innocenzo Frugoni

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Carlo Innocenzo Frugoni in un disegno di Luigi Rados

Carlo Innocenzo Frugoni (1692 – 1768), noto anche con lo pseudonimo di Comante Eginetico, librettista e poeta italiano.

Citazioni di Carlo Innocenzi Frugnoni[modifica]

  • Ah! mi potessi anch'io, Vergine, assidere | a piè del sacro legno, onde partirono | confusi gli empj, che la Vita uccidere, | e svenar ciechi l'Innocenza ardirono! Meco ah! volesse, o Madre, amor dividere | i santi affanni, che il tuo cor ferirono! | Potessi i falli antichi in petto frangere! | Arder teco potessi, e teco piangere! (da Ottave rime, p. 13[1])
  • Ahi! Questi è l'Uòmo vero, in cui s'occultano | tutte di Dio le vere doti altissime? (da Ottave rime, p. 11[1])
  • Canto, o divina Madre, il tuo rammarico, | che in sette guise sì profondo fiedere | ti seppe l'alma eccelsa e il petto nobile, | che rimanesti a piè del figlio immobile. (da Ottave rime, p. 8[1])
  • Che smisurato mar, dove non hanno | freno gì'irati venti, e dove l'onda | turgida spuma, ed implacabil s'erge! (Sonetto, p. 7[1])
  • Io veggo un mare, che in crudele aspetto | freme in un dì, che al Sole i rai scolora: | nave lo solca tutta cedro eletto | i ben difesi fianchi, e l'alta prora. (Sonetto, p. 7[1])
  • Madre, le rime mie languenti, e povere, | deh! fa che del tuo duol tutte s'accendano: | deh! fa che i pianti, che ti veggo piovere | dalle pupille, nel mio canto scendano. (da Ottave rime, p. 8[1])
  • Muggi fremendo il mare, e i duri monti | Per la pietà del suo Signor tremaro | Dalle radici alle sassose fronti; | E l'Angeliche in ciel dolenti squadre | Chine starsi fur viste in pianto amaro. | Ma qual fu il tuo dolor, misera Madre? (da Sonetto, p. 14[1])
  • [Commentando il Mattino di Giuseppe Parini] Poffar Dio! conosco ora di non aver mai saputo fare versi sciolti, benché me ne reputassi maestro. (citato in Francesco De Sanctis, Saggi critici, p. 92, EDIPEM, Novara 1974)
  • Son de le Muse amico | ligure illustre ingegno: | ravvisami a l'alloro, | e al sacro plettro d'oro. (citato in Parnaso Italiano, Tomo II, 1791)

Alla B. V. di S. Luca di Bologna[modifica]

Incipit[modifica]

Se nocchier d'aspra procella
Col suo legno salvo usci,
E a veder tornò la stella,
Che fra i nembi già sparì;
Non si tosto l'infedele
Torbid'onda superò,
E nel porto l'ampie vele
A le antenne alto legò;
Che il soffiar d'Euro e di Noto
Pur membrando con orror,
Scioglie il passo, e porta il voto
Al buon Dio liberator.

Citazioni[modifica]

  • E a te canto inno votivo, | qual già un di Mosè cantò, | quando il popol salvo e vivo | pel diviso mar guidò: | e su l'altra sponda affiso | riunirsi vide il mar, | e sommerse a l'improvviso | aste e carri e schiere andar. (p. 2)
  • Questo dì sempre onorato | per me fia finché vivrò, | ed ogn'anno su l'aurato | sacro plettro il canterò. (p. 3)

Incipit di alcune opere[modifica]

Chè non vieni, Aglauro, bella[modifica]

Chè non vieni, Aglauro, bella,
Valorosa Pastorella
All'Adriaca Città,
Chè del Mare nata in seno
Di sé posto ha l'aureo freno
Nelle man di Libertà?

D'Adria il mar, d'Adria le belle[modifica]

D'Adria il mar, d'Adria le belle
Rive amiche a Liberiate
D'alti tetti incoronate
Cittadina avranti ognor?
Peregrina t'ebber elle,
Che ad Ottobre pampinoso
Già Novembre freddo acquoso
Scuotea tutto il verde onor.

Per la festa dell'Immacolata Concezione[modifica]

O sommo onore del femmineo sesso,
Madre miglior dei riparati Figlj,
Vergine pura, a cui men pure appresso
Sembran le intatte nevi e i bianchi giglj

Citazioni su Carlo Innocenzi Frugnoni[modifica]

  • Il Frugoni, benché poeta del teatro di corte, non volse mai l'animo seriamente alla poesia drammatica: solo ebbe a racconciare, tradurre, od improvvisare in certo modo i drammi, che dovevano servire alle scene regali. Non osò provarsi nell'epopeja; e quando scrisse un canto per quel nojoso poema del Bertoldo, fece intendere a tutti che indarno avrebbe tentalo di emulare il Tassoni o il Forteguerri. (Giovanni Battista Spotorno)

Note[modifica]

  1. a b c d e f g citato in Il Parnaso mariano, a cura di Vincenzo Tranquilli, Tipografia Perego-Salvioni, Roma, 1832.

Bibliografia[modifica]

  • Carlo Innocenzo Frugoni, Alla B. V. di S. Luca di Bologna, Poesie, da Parnaso Italiano, Tomo II, Antonio Zatta e figli, Venezia, 1791.
  • Carlo Innocenzo Frugoni, Chè non vieni, Aglauro, bella e D'Adria il mar, d'Adria le belle, in "Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti, sua consorte, sulla XV edizione veneta espurgata ed accresciuta d'altre rime de' più celebri Arcadi di Roma", Giuseppe Cioffi (ed.), Napoli, 1833.
  • Carlo Innocenzo Frugoni, Per la festa dell'Immacolata Concezione, in "Poesie scelte dell'Abate Carlo Innocenzo Frugoni", Tomo I, Brescia, per Daniel Berlendis, 1782.

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