Daniel Barenboim

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Daniel Barenboim, 2008

Daniel Barenboim (1942 – vivente), pianista e direttore d'orchestra argentino-israeliano.

Citazioni di Daniel Barenboim[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Riferimento alla musica] Purtroppo negli ultimi tempi troppe persone vivono senza mai nessun contatto con essa. La musica è finita in una torre d'avorio, puro piacere estetico per pochi eletti. Mentre invece dovrebbe essere prima di tutto educazione alla vita. Se impari a "pensare la musica" capisci tutto: che il tempo può essere oggettivo e soggettivo, la relazione tra passione e disciplina, la necessità di aprirsi agli altri... Se suoni il violino e non ascolti allo stesso tempo il clarinetto non si può far musica. [1]
  • Toscanini è stato un artista audace, che ha aperto le porte al repertorio contemporaneo, che ha formato le orchestre. Ma anche un uomo politicamente impegnato. Fino alla fine ha mantenuto lo slancio e il temperamento per cui era famoso, senza mai arretrare di un centimetro. Di solito invecchiando si diventa più inclini al compromesso, ma per i creativi vale il contrario: con il passar del tempo danno il meglio di sé, spendono le energie migliori.[2]
  • [Fryderyk Chopin] Sarà perché ha scritto solo per pianoforte, ma nonostante abbia rivoluzionato la storia della musica il suo genio non è compreso appieno.[3]
  • Anche Dio si è accorto che lui [Plácido Domingo] è indistruttibile [4]
  • [...] l'Argentina è l'unico Paese italiano dove si parla spagnolo.[5]
  • Mi preoccupa il fatto che i governi non pensino mai alla cultura come a un valore irrinunciabile. Il declino si avvertiva già prima dei gravi problemi provocati dal Covid, e ora lo streaming sembra essersi trasformato nel futuro della musica, ma non va bene. Può essere solo un rimedio provvisorio che non sostituisce la ricchezza dell’ascolto dal vivo.[6]
  • Quando negli anni Trenta si sosteneva che solo un tedesco può capire la musica della Germania, si finiva per cadere nel fascismo. La grande musica deve uscire dai confini di una nazione. Il non riconoscerlo mina il concetto stesso d’Europa.[6]

Da Barenboim: vi racconto la musica che amo di più

Intervista di Enrico Girardi, Corriere della sera, 14 dicembre 2009, p. 38.

  • Il bello del tango è che in Argentina tutti i musicisti classici lo suonano. Non è come in America dove la classica e il jazz sono mondi separati. Io ogni tanto ho bisogno di tornare laggiù a suonarlo con i miei amici.
  • Non sono come Arthur Rubinstein che voleva sempre ampliare il suo repertorio e ne divorava uno dopo l'altro, ascoltando anche le cose più ricercate. Ma ciò non significa che non ne riconosca l'enorme valore. Se devo scegliere tra un concerto dal vivo o l'ascolto di un cd preferisco il concerto, è ovvio, ma il cd permette di riascoltare un' esecuzione tutte le volte che si vuole e quando si vuole comprendere a fondo una musica che abbia un certo grado di complessità, non se ne può fare a meno.
  • Penso ancora a quel gigante di Rubinstein che in studio perdeva un po' di slancio e, conseguentemente, di varietà di colori. Il pubblico gli dava forza. Qualche anno fa ho visto il video del Concerto chopiniano che fece quando rientrò in Russia nel 1964: d'una bellezza impressionante. Non esiste un suo disco altrettanto bello.

Citazioni su Daniel Barenboim[modifica]

  • Come mi ripeteva Barenboim è necessario che un direttore non perda contatto con il suo strumento. Ha ragione: passando tutto il giorno a dire agli altri come suonare, poi vien voglia di far musica "in proprio". Daniel mi ha anche mostrato come fare: concentrandosi totalmente, dimenticando il resto. Lui è un mostro di concentrazione. Infatti pur essendo ancor più impegnato di me riesce a essere anche un grandissimo pianista. (Antonio Pappano)

Note[modifica]

  1. Citato in Corriere della Sera, 16 gennaio 2007.
  2. Citato in Corriere della Sera, 16 gennaio 2007.
  3. Citato in Corriere della Sera, 1° febbraio 2010.
  4. Citato in Corriere della Sera, 13 aprile 2010.
  5. Citato in Carla Moreni, Con Martha il «Primo» concerto, Il Sole 24 ORE, 23 ottobre 2016.
  6. a b Da Daniel Barenboim “Celebro Beethoven ma mi manca l’Italia”, intervista di Leonetta bentivoglio, la Repubblica, 22 gennaio 2021, p. 34.

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