Dario Antiseri

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Dario Antiseri

Dario Antiseri (1940 – vivente), filosofo e saggista italiano.

Citazioni di Dario Antiseri[modifica]

  • [...] l'idea cristiana di uomo «fatto ad immagine e somiglianza di Dio» ha creato, a livello politico, una tensione che attraversa tutta la storia dell'Occidente. Si tratta, infatti, di un ideale che, pur tra vicissitudini compromissorie anche torbide, tra tentazioni «teocratiche» o rifiuti «satanocratici» del potere politico, ha esercitato, nell'evoluzione storica, una pressione a volte travolgente sull'elemento mondano antitetico. «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio»: con ciò entrava nella storia il principio che Káysar non è Kýrios – il potere politico veniva desacralizzato, l'ordine mondano relativizzato, e le richieste di Cesare sottoposte a un giudizio di legittimità da parte di un'inviolabile coscienza. Su questa base, Origene poteva giustificare, contro Celso, il rifiuto da parte dei cristiani di associarsi al culto dell'imperatore o di rifiutarsi di uccidere in obbedienza ai suoi ordini.[1]

Cristiano perché relativista, relativista perché cristiano[modifica]

Incipit[modifica]

«Tu non puoi essere filosofo. Non puoi esserlo perché sei credente. Un cattolico non può essere filosofo». Così mi disse un giorno Ugo Spirito. E questa è stata la pretesa della maggior parte dei movimenti filosofici più influenti del secolo che abbiamo appena alle spalle. È stata la presunzione di quegli idealisti per i quali la filosofia aveva tra i suoi compiti quello di portare a consapevolezza razionale contenuti incastonati nei "miti religiosi".

Citazioni[modifica]

  • Nella scienza nulla vi è di certo: né le asserzioni generali né le asserzioni di osservazione. (p. 7)
  • L'accettabilità di una teoria scientifica è relativa al patrimonio conoscitivo e tecnico disponibile in un dato tempo. (p. 7)
  • La società aperta è [...] aperta al maggior numero possibile di portatori di idee, ideali e fedi diverse e magari contrastanti — è aperta al maggior numero possibile, ma non a tutti. Essa è chiusa, pena la sua autodissoluzione, solo agli intolleranti, e cioè a coloro che, credendosi in possesso di verità assolute e di valori esclusivi, tentano di imporre queste verità e questi valori, ad ogni costo, magari con lacrime di sangue. (p. 11)
  • L'informazione non produce imperativi. E, dunque, non è logicamente possibile passare dall'essere al dover essere. Questa, in breve, è la legge di Hume, la grande divisione tra asserzioni indicative e asserzioni prescrittive, tra fatti e valori. Tale legge è una legge di morte per il diritto naturale e ci dice che i valori non si fondano sulla scienza: essi trovano fondamento sulle nostre scelte di coscienza. (p. 62)

Due grandi patriarchi viennesi: Karl R. Popper e Konrad Lorenz[modifica]

Incipit[modifica]

All'inizio dell'anno accademico 1946-1947 Karl R. Popper ricevette un invito dal Segretario del Moral Science Club di Cambridge perché tenesse una lezione. Fu questa l'occasione in cui ebbe luogo lo scontro tra Popper e Wittgenstein sui compiti della filosofia. Ma ecco che cosa successe il giorno dopo che Popper ebbe tenuto la conferenza.
Il giorno appresso – racconta Popper nella sua Autobiografia – sul treno che mi portava a Londra, nel mio scompartimento c'erano due studenti seduti l'uno di fronte all'altro, un ragazzo che leggeva un libro, ed una ragazza che leggeva un giornale di sinistra. All'improvviso la ragazza chiese: «Chi è questo Karl Popper?» E il ragazzo replicò: «Mai sentito parlare di lui». Ecco la fama. (Poi venni a sapere che nel giornale c'era un attacco a La società aperta.)

Citazioni[modifica]

  • Vivere è imparare. La scienza si evolve in maniera darwiniana: attraverso tentativi di errori.
  • È dall'hegelismo, sostiene Popper, che scaturiscono gli aspetti peggiori del marxismo; vale a dire lo storicismo e il totalitarismo. Non solo Hegel, ma anche Marx è un falso profeta.
  • In stretta connessione con l'idea di razionalità, intesa quale atteggiamento critico, Popper ha elaborato la teoria della società aperta. Critico dello storicismo, cioè della pretesa che si possano cogliere le leggi che guiderebbero l'intera storia umana, Popper ha avversato l'olismo (vale a dire l'idea che si possa conoscere la società nella sua totalità) e l'utopismo (l'idea che si possa mutare la società nella sua totalità, secondo un piano intenzionale).
  • Popper ha sviluppato quella che, ai nostri giorni, è la critica più serrata, articolata e devastante nei confronti del marxismo.

Explicit[modifica]

I marxisti hanno immunizzato il marxismo dalla confutazione fattuale. Han trasformato la teoria in dogma. E così proibirono al marxismo di crescere come scienza.

Introduzione alla metodologia della ricerca[modifica]

Incipit[modifica]

Nonostante la lunga storia di quella controversia sul metodo che ha visto tutta una serie di tentativi – da Dilthey fino alla Scuola di Francoforte – tendenti a negare (soprattutto da parte di alcuni storici, sociologi e filosofi) l'unità del metodo scientifico, oggi appare sempre più chiaro che le teorie scientifiche si costruiscono, si provano, si confermano o si rigettano attraverso un'unica metodologia.

Citazioni[modifica]

  • Avere a disposizione più teorie che permettano di farci vedere aspetti diversi di un evento che tentino di scartare le teorie vigenti, non è una miseria, ma una ricchezza.
  • La continua proposta di alternative e la critica incessante sono i due pilastri su cui si regge l'intera ricerca scientifica.
  • La vita si capisce con la vita. La vita passata si comprende attraverso la vita presente: è l'"esperienza" presente a rendere attuali le esperienze del passato, a dare sangue alle ombre, a farle rivivere.

Relativismo, nichilismo, individualismo: fisiologia o patologia dell'Europa?[modifica]

Incipit[modifica]

Non pochi intellettuali, sicuramente ben intenzionati, hanno a più riprese sottolineato il fatto che l'Europa non ha oggi e ancor più non avrà domani una filosofia unica, una fede unica, un'unica morale. Ed hanno visto e vedono in ciò la debolezza dell'Occidente, la fragilità dell'Europa. L'Europa, insomma, sarebbe debole senza una simile "idea portante ed unitaria, una fede unica" da contrapporre con orgoglio ad altre culture ben più monolitiche e dogmatiche.

Citazioni[modifica]

  • Il Cristianesimo è stato l'evento politico più importante dell'Occidente: per decreto religioso lo Stato non può essere tutto. La teocrazia, in questo modo, non fa parte del destino dell'Europa.
  • I valori supremi sono oggetto di scelte di coscienza: non sono né teoremi "dimostrati" né assiomi "autoevidenti" e "autofondantisi".
  • L'Europa è la sua storia. E questa storia non è la storia di un'idea che permette una sola tradizione, ma è la storia di una tradizione che permette le idee più diverse e azzardate.

Note[modifica]

  1. Da «Káysar non è Kýrios»: il messaggio cristiano desacralizza il potere politico, in Laicità. Le sue radici, le sue ragioni, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2010, p. 59.

Bibliografia[modifica]

  • Dario Antiseri, Cristiano perché relativista, relativista perché cristiano. Per un razionalismo della contingenza, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2003.
  • Dario Antiseri, Due grandi patriarchi viennesi: Karl R. Popper e Konrad Lorenz; introduzione a Karl R. Popper e Konrad Lorenz, Il futuro è aperto (Die Zukunft ist offen Das Altenberger Gesprpäch Mit den Texten des Wiener Popper-Symposiums), traduzione di Dario Antiseri, prefazione di Franz Kreuzer, Rusconi Editore, 1989.
  • Dario Antiseri, Introduzione alla metodologia della ricerca, Rubbettino Editore, 2005.
  • Dario Antiseri, Relativismo, nichilismo, individualismo: fisiologia o patologia dell'Europa?, Rubbettino Editore, 2005.

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