Diego Fusaro

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Diego Fusaro

Diego Fusaro (1983 – vivente), scrittore e saggista italiano.

Citazioni di Diego Fusaro[modifica]

  • La mascherina ci rende bestie dacché ci priva del Logos, della parola. Con la mascherina si può mugugnare, si possono fare versi, ma sicuramente non si può esprimere in maniera fluente il Logos [...], si regredisce al rango della bestia. [...] Ecco, forse il marchio della Bestia è già tra noi, ed è la mascherina.[1]
  • Con la mascherina non si può parlare, con la mascherina si è muti, si perde il Logos inteso aristotelicamente[...]. Siamo solo un colloquio diceva Holderlin, ebbene [...] con la mascherina lo schiavo ideale del tempo della dittatura sanitaria perde anche questa prerogativa umana, non può più colloquiare, è ridotto ad automa.[2]
  • Chi lotta contro l'immigrazione senza lottare contro il capitale è un criminale che non ha capito nulla del mondo in cui vive.[3]
  • [Su Giordano Bruno] [...] egli è diventato simbolo della libertà di pensiero, un simbolo strano si dovrebbe aggiungere, in quanto c'è spesso stato chi di lui ha fatto un eroe laico, il che è vero fino ad un certo punto: è vero che è andato contro alla chiesa cattolica, però poi il contenuto della sua filosofia è tutto fuorché laico.[4]
  • Ho già espresso in più occasioni, peraltro senza ambiguità di sorta, il mio giudizio sull'antiberlusconismo e sul berlusconismo. Si tratta di due fenomeni altamente ripugnanti, dei quali tuttavia il primo è – se mai è possibile – ancora più osceno e disgustoso del secondo. E questo per molte ragioni. Ne ricorderò unicamente una, su cui già ho insistito ad abundantiam. L'antiberlusconismo, con cui la sinistra ha identificato il proprio pensiero e la propria azione negli ultimi vent'anni, rappresenta l'esempio insuperato della volgarità della sinistra italiana in ogni sua gradazione. L'antiberlusconismo ha, infatti, permesso alla sinistra di occultare la propria adesione supina al capitale dietro l'opposizione alla contraddizione falsamente identificata nella figura di un'unica persona, secondo il tragicomico transito dal socialismo in un solo paese alla contraddizione in un solo uomo. Così facendo, la sinistra si è potuta volgarmente riciclare, aderendo al monoteismo del mercato e dirottando su un'unica persona la contraddizione contro cui combattere. Come l'odierno antifascismo in assenza integrale di fascismo, così l'antiberlusconismo ha svolto il ruolo di fondazione e di mantenimento dell'identità di una sinistra ormai conciliata con l'ordine neoliberale. Ingiustizia, miseria e storture d'ogni sorta hanno così cessato di essere intese per quello che effettivamente sono, ossia per fisiologici prodotti dell'ordo capitalistico, e hanno preso a essere concepite come conseguenze dell'agire irresponsabile di un singolo individuo.[5]
  • [...] il capitalismo nella seconda metà del novecento [...] abbandona la destra come proprio scenario simbolico di riferimento e diventa capitalismo gauchiste, perche?, perché il capitalismo deve distruggere i valori della borghesia, questo è stato il '68, un momento di emancipazione non dal capitalismo, bensì del capitalismo che ha messo in congedo i valori tradizionali della borghesia per imporre la nuda logica della mercificazione integrale, [...] incompatibile nella sua essenza con la borghesia [che], pur contraddittoria, aveva un mondo valoriale e etico borghese di valori religiosi, morali, che alla lunga erano incompatibili con la logica di sviluppo del capitalismo, il quale dunque doveva mettere in congedo la borghesia e aprirsi a una fase post borghese di capitalismo illimitato. Nietzsche, come teorico dell'Oltreuomo che distrugge i valori della tradizionale forma borghese era l'autore-chiave per favorire questo passaggio sul piano simbolico ideale. Quindi il capitalismo prima ha bisogno di un Nietzsche teorico del Superuomo di destra, e poi, in seconda battuta, ha bisogno di un Nietzsche teorico dell'Oltreuomo di sinistra che uccide i valori borghesi e favorisce ipso facto l'avvento di un capitalismo post borghese e superomistico nel senso di oltreomistico, dell'uomo al di là della borghesia tradizionale. Da questo punto di vista io credo che la filosofia di Nietzsche possa essere letta come filosofia politica in relazione con la logica di sviluppo dialettico del capitalismo, mostrando peraltro come la generazione del '78 che era per sua essenza una generazione nietzscheana, che aspirava all'oltreuomo, al di là dei valori borghesi, etici, religiosi, sia poi precipitata dalla figura dell'Oltreuomo alla figura, anch'essa nietzscheana, dell'Ultimo Uomo, colui che non crede più in nulla, e che vive nel nichilismo tragico della fine di tutti i valori e dell'assenza di entusiasmi in nome di ulteriorità a venire al di là del cosmo nichilistico.[6]
  • Il progetto del gruppo neo-oligarchico mondialista sta nel mantenimento, nella difesa e nell'incremento del proprio interesse privato individuale.[7]
  • Internet è l'esemplificazione più riuscita dell'eterno presente. (da una video-intervista condotta da Roberto Pierri e Paolo Granata per Dillinger.it, ottobre 2010[8])
  • L'antirazzismo in assenza di razzismo - proprio come l'antifascismo in assenza di fascismo e l'anticomunismo in assenza di comunismo - fanno il gioco del Potere, e sono del tutto a nocumento dei dominati, che si dividono anziché unirsi contro l'alto.[9]
  • La cosa fondamentale di Marx è che la critica in lui si lega a un progetto storico-filosofico di emancipazione dell'umanità e di riscatto dell'umanità stessa dai meccanismi repressivi di alienazione, sfruttamento e schiavitù del capitalismo. (da una video-intervista per Dillinger.it[10])
  • La lotta alle fake news diventa oggi un nuovo efficace metodo per ostracizzare e colpire col manganello algoritmico tutti coloro i quali abbiano ancora il coraggio di pensare altrimenti rispetto ai moduli del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto.[11]
  • Mani pulite nel '92 fu un colpo di Stato con il quale si distrusse una prima Repubblica fondata sui diritti sociali dei lavoratori e si aprì un ciclo delle organizzazioni liberiste che hanno distrutto la classe lavoratrice.[12]
  • Marx non solo teorizza che nel comunismo ci sarà lo sviluppo delle libere individualità, ma critica il capitalismo come società livellata. (da una video-intervista per Dillinger.it[13])
  • Nella verità filosofica Costanzo credeva profondamente: per lui, la filosofia era una pratica veritativa legata alla dimensione storica e sociale. Il suo pensiero, per chi vorrà approfondirlo, è un grandioso tentativo di coniugare Hegel con Marx, ossia una critica radicale della società frammentata con l'esigenza veritativa della filosofia come ricerca di una sintesi sociale comunitaria degna dell'uomo come zoon logon echon, ossia come animale dotato di ragione, di linguaggio e di giusto calcolo delle proporzioni sociali.[14]
  • Per i Greci, anche in questo piú saggi di noi, l’ospitalità verso lo «straniero» (ξένος) non comportava la rinuncia alla propria identità culturale greca. Essa costituiva, anzi, il presupposto per l’apertura all’altro e per un fecondo confronto con le culture diverse dalla propria.[15]
  • Peggio di Trump può esserci solo Biden.[16]
  • Quando tutti fanno liberamente, di loro spontanea iniziativa, ciò che il potere li costringerebbe con la violenza a fare qualora si opponessero, il totalitarismo può dirsi realizzato.[17]
  • Ritengo che il crollo del Muro di Berlino sia la più grande tragedia geopolitica del secondo Novecento. Compatisco gli sciocchi che oggi celebrano con ebete euforia quell'evento, chiamando "liberazione" universale quella che è stata liberazione per il capitale e per il libero mercato. Codesti sciocchi dovrebbero guardare alle condizioni del lavoro e dei diritti sociali prima del 1989 e dopo il 1989. Dovrebbero spiegare che cosa è "liberazione" per le nuove masse precarizzate post-1989 in Occidente e per chi, dall'ex Unione Sovietica, è stato "liberato" per poter venire in Occidente a fare la badante, magari con la laurea in medicina e in ingegneria conseguita al proprio Paese. Ma tali idioti non risponderanno, se non ripetendo il solito schema fumettistico del Bene che ha vinto sul Male, della Libertà che ha vinto sulla Dittatura.[18]
  • Sulla Sicilia la penso come Goethe, è questa la vera anima dell'Italia. È da qui che il paese deve ripartire.[19]
  • Tra le molteplici tragedie che attraversano l'epoca schiusasi con la fine, pur provvisoria, dell'utopia (Berlino, 9 novembre 1989), figura anche l'eclissi del campo plurale delle teorie agonalmente contrapposte; eclissi da cui prende forma «il piano inclinato del capitale» senza più ostacoli, senza più resistenze, senza più striature. [...] il Signore global-elitario domina oggi a livello materiale e culturale, grazie alle prestazioni dei suoi oratores di riferimento (ceto intellettuale, clero giornalistico e accademico, opinionisti mediatici, pretoriani della condition postmoderne, pedagoghi del mondialismo livellatore, aedi del cosmopolitismo liberale, eccetera). Per parte sua il Servo nazionale-popolare subisce il conflitto ridefinito come massacro sul piano materiale e culturale: introietta e accetta la visione del mondo favorita dall'élite mondialista e santificante l'ordine dominante, che prevede la permanente schiavitù della massa damnata composta dall'eterogeneo blocco degli sconfitti della globalizzazione.
    Con il Weltdualismus, si è, in pari tempo, estinto il dualismo delle prospettive e delle immagini del mondo. In suo luogo, si è venuto costituendo quello che, con diritto, è stato definito il pensiero unico politicamente corretto (ed eticamente corrotto) e che già Marcuse aveva etichettato come «pensiero a una dimensione».[20]

L'intervista. Il filosofo Diego Fusaro: "Sto con Putin perché ho letto Kant"

Intervista di Alfonso Piscitelli, Barbadillo.it, 18 giugno 2014

  • Dal punto di vista geopolitico la Russia rappresenta pur sempre un freno all'agire di una super-potenza che ormai tende a sconfinare nella pre-potenza. Il mondo post-1989 è esattamente questo, la tendenza americana a dominare il mondo in forma unipolare.
  • Appare evidente come la Russia, anche per via della sua straordinaria cultura, rappresenti una realtà molto più affine allo spirito europeo di quanto non sia l'America, che è invece il regno della tecnica (Heiddeger) e del capitale smisurato (Marx).
  • L'Europa dovrebbe staccarsi dall'America, e dovrebbe schierarsi nel blocco euroasiatico.
  • Gli Americani devono necessariamente dividere gli Europei per conservare il lorodominio unipolare. Dividere per comandare meglio.
  • È opportuno che Putin conservi il primato militare come arma di dissuasione: per poter svolgere una civile funzione di freno alla super-potenza americana. Per questo, l’immagine simbolo di questi anni è quella che vede contrapposti Obama che dice: "Yes, we can" e Putin che idealmente gli risponde: "no, you can't!". Frenare gli Americani significa frenare la loro convinzione di essere degli eletti, di avere una special mission, che consisterebbe nell’esportare la democrazia, come si esportano merci, a colpi di embarghi o di bombardamenti.

Elogio della Russia di Putin

Ilfattoquotidiano.it, 19 marzo 2018

  • Dopo Gorbaciov che faceva la pubblicità per Pizza Hut e dopo Eltsin che, tra una vodka e l’altra, svendeva la Russia agli oligarchi della finanza, Putin ha ripreso, a suo modo, l’eroica tradizione leniniana di resistenza al capitalismo imperialistico americanocentrico.
  • Con guinzaglio sempre più corto, i cani da guardia latrano e abbaiano da tempo contro Putin: il loro sguardo è sempre quello del potere di Washington.
  • L’unico vero antifascista e antinazista fu Putin, che per i nostri circensi mediatici è... fascista! La grande tradizione dell’Armata Rossa che libera l’Europa dai nazisti rivive in Putin nel 2014. Forza Russia, siamo con te!

Coronavirus, per me l’emergenza non è solo un’emergenza ma un metodo di governo

ilfattoquotidiano.it, 27 ottobre 2020

  • [Sull'emergenza sanitaria associata alla Pandemia di COVID-19] Quello che stiamo vivendo, e a cui i più si sono già piegati con una resa colma di gratitudine (franando nel senso heideggeriano), non è un "grande reset", come taluni lo appellano. È, au contraire, un "prolungamento organico" (Gramsci) della civiltà capitalistica, che si ristruttura autoritariamente in modo verticistica e consolida alcune sue nuove acquisizioni, tra cui la società digitalizzata dello smart working e del superamento delle democrazie parlamentari.
  • Nel mondo rovesciato che stiamo vivendo, gli aguzzini sono benefattori e i dissidenti rispetto al regime sono pericolosi sovversivi, "negazionisti" come ormai la neolingua egemonica li appella. Il lockdown e il "divieto di assembramento" (che trapassa senza soluzione di continuità in "divieto di assemblea") sono i due pilastri del nuovo sistema di controllo oligarchico e neopadronale ai danni di masse ritenute ridondanti e superflue: il distanziamento sociale è il fulcro – non mi stancherò di ripeterlo – della nuova organizzazione sociale verticistica, del nuovo capitalismo terapeutico e della nuova società padronale.
  • Che l'emergenza non sia sic et simpliciter un'emergenza, ma un puntuale e strutturato metodo di governo affiora, oltretutto, da questo: la linea rigorosa di distanziamento, quarantene, lockdown, tracciamento doveva essere temporanea, doveva durare al massimo – era marzo 2020 – qualche settimana. Ma già l'abbiamo obliato e abbiamo ormai appreso a convivere con l'emergenza e con le misure connesse, come se fosse già, di fatto, la nuova normalità, il new normal.

Covid, l'emergenza infinita: a ottobre l'Italia sarà di nuovo zona rossa

affaritaliani.it, 28 maggio 2021

  • [Sull'emergenza sanitaria associata alla Pandemia di COVID-19 in Italia] La previsione che faccio è semplice e lineare. Nell'ottobre del 2021, saremo di nuovo in "zona rossa", con lockdown mirati e diffusi. Proprio come nell'ottobre del 2020, a conferma dell'andamento a yoyo di quest'emeregnza usata come metodo di governo delle cose e delle persone. Come sempre, il ritorno alla "fase 1" sarà giustificato addossando la colpa ai cittadini: nell'autunno 2020, furono accusati per via dell'estate disinibita e poco responsabile; nell'autunno 2021, saranno i non vaccinati il nuovo capro espiatorio.
  • Il non vaccinato è il soggetto più pericoloso per la religione medico-scientifica, dacché il suo errore è sia di culto, sia di dogma: di culto, in quanto non assume, a mo' di eretico, il sacramento vaccinale; di dogma, giacché addirittura osa dubitare della potenza miracolosa del vaccino (il quale "è un miracolo", affermò con lirica devozione il dottor Giuseppe Remuzzi nella trasmissione "Porta a Porta" il 30 marzo del 2021).
  • È già ora sufficiente non aderire all’ordine mentale egemonico per venire estromessi dalle "piazze virtuali" dei social networks, vedendosi chiudere istantaneamente il profilo con l'infamante accusa di diffusori di "contenuti pericolosi" e di "disinformazione medica" (così è ostracizzata ogni voce variamente critica rispetto al regime tecno-sanitario). Trattato alla stregua di un nemico della salute pubblica o di un soggetto patologico, il dissenziente è destinato a "sparire come un sasso nell'oceano", per riprendere la bella immagine di Gramsci, e a trovarsi "tumulato" in casa.

Russia-Ucraina, "Italia serva degli Usa. Putin baluardo anti-imperialista"

Intervista di Alberto Maggi, Affaritaliani.it, 22 febbraio 2022

  • Penso francamente che Putin abbia ragione su tutto il fronte. La sua Russia è oggi uno degli ultimi baluardi di resistenza all'imperialismo incontenibile della civiltà dell'hamburger. Quell'imperialismo che chiama diritti umanitari e missioni di pace il proprio vile imperialismo. Del resto, la globalizzazione altro non è se non un'americanizzazione del mondo. Putin ha più volte detto intrattiene con il proprio passato storico di diretta continuità. Putin non rinnega la storia russa in ogni sua fase.
  • La Nato è uno strumento imperialistico che serve solo a garantire la continuità dell'imperialismo statunitense che è la vera minaccia della pace nel mondo. Per questo l'imperialismo della Nato è il nemico principale e bisognerebbe uscire il prima possibile dalla Nato.
  • Se Washington decide che bisogna bombardare Belgrado, Roma esegue. Se Washington decide che bisogna fare le sanzioni alla Russia, Roma le fa anche andando a nocumento del proprio interesse nazionale e delle proprie imprese. Una situazione del tutto folle e surreale. Fare le sanzioni alla Russia significa solo essere servi senza dignità di Washington.

"Putin? Un despota". "La guerra? Colpa della Nato"

Ilgiornale.it, 26 febbraio 2022

  • La Russia di Putin è uno Stato che non si piega alla globalizzazione americanocentrica e che non accetta l'invasione graduale degli spazi ex sovietici con la Nato come sta accadendo in Ucraina e com'è già avvenuto in Georgia. Perché mai dovrebbe accettare l'atlantizzazione dei propri spazi e la Nato ai propri confini? Questa è la colpa dell'Occidente: l'hybris, la tracotanza, e il non aver rispettato i limiti e gli accordi secondo cui la Nato non doveva espandersi verso Oriente. Basta guardare le cartine, per vedere che dagli anni '90 a oggi la Russia non si è espansa, mentre la Nato si è sempre più avvicinata a Mosca. Questa è la colpa gravissima dell'Occidente americanocentrico.
  • [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Spero che l'Italia non entri assolutamente in guerra. Del resto, lo dice anche la nostra Costituzione. Ritengo, anzi, che l'Italia dovrebbe uscire quanto prima possibile dalla Nato dato che dal 1989 non serve più a combattere il comunismo sovietico, ma ad altre due cose: gestire e favorire l'imperialismo made Usa e a impedire ai popoli d'Europa ad essere liberi e sovrani.
  • Vladimir Putin, per me, rappresenta l'eroica resistenza all'imperialismo statutinense, la capacità di uno stato sovrano nazionale di resistere e di non lasciarsi piegare. Putin, poi, rappresenta anche l'importanza di aver riscoperto le identità e la sovranità nazionale come baluardo di resistenza all'imperialismo. Insomma, Putin può rappresentare la possibilità di un mondo multipolare, ossia di un mondo sottratto all'atlantizzazione integrale, detta globalizzazione.
  • Zelensky nasce come comico e comico è rimasto, non un politico. Fin dal 2014, quando ci fu il colpo di Stato para-nazista volto a portare l'Ucraina verso l'Unione Europea e la Nato, con il pieno sostegno dell'America e di Bruxelles che appoggiarono forze dichiaramente naziste, Zelensky abbracciò quella visione delle cose. In sostanza, Zelensky sta sacrificando il suo popolo come uno scudo umano per gli interssi della Nato e della globalizzazione americanocentrica. Se davvero avesse a cuore il suo popolo eviterebbe di svendere l'Ucraina alla Nato e, invece, lo fa in nome di ragioni superiori legate alla geopolitica.

Ucraina, perché la hitlerizzazione del nemico è un pericoloso strumento che giustifica la guerra

Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Ilfattoquotidiano.it, 9 marzo 2022

  • Abbiamo rapidamente visto negli anni Hitler prendere corpo in Saddam e in Milosevic, in Gheddafi e in Assad. L’osceno canovaccio era sempre il medesimo e nondimeno i più, artatamente manipolati, continuavano a prestargli fede, senza accorgersi della manipolazione ideologica in atto. Non deve dunque destare maraviglia il fatto che ora compaia un nuovo Hitler nella lista, Vladimir Putin.
  • Sparisce di scena la lunga storia che dagli anni Novanta ci porta al nostro tormentato presente, con l’espansione irresponsabile della Nato e con l’egualmente irresponsabile accerchiamento della Russia, ossia le condizioni reali che ci hanno condotti a questa sporca guerra. Essa va condannata, certo: ma va condannata tutta, dall’espansionismo Nato al gesto di Putin.
  • Con l’avversario si può trattare pacificamente, cercando accordi diplomatici. Con Hitler bisogna invece necessariamente intraprendere la guerra totale, senza mediazione possibile. In tal guisa, la hitlerizzazione dell’avversario diventa un pericoloso strumento per giustificare la guerra totale, vuoi anche la guerra mondiale che troppo spesso è stata disinvoltamente evocata da più parti in queste settimane.

Dal pagina ufficiale Facebook.com[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Sulla crisi costituzionale venezuelana del 2017] Dalla parte di Chavez e di Maduro, senza se e senza ma. (da un post del 1º agosto 2017)
  • Abbiamo tolto la leva obbligatoria e abbiamo messo come nuova naia l'Erasmus, per rieducare i giovani al globalismo post-nazionale. Di modo che essi abbandonino ogni radicamento nazionale e ogni residua identità culturale e si consegnino senza coscienza infelice all'erranza planetaria, all'espatrio permanente, al moto diasporico globalizzato e alla centrifugazione postmoderna delle identità. I pedagoghi del mondialismo possono così, con profitto, imporre ai giovani femminilizzati la nuova postura cosmopolita no border. (da un post del 27 agosto 2017)
  • Il "Nuovo Ordine Mondiale" non tollera Stati nazionali e famiglie, lingue nazionali e culture. Vuole vedere ovunque il medesimo, cioè il piano liscio del mercato globale con gli uomini ridotti a consumatori anglofoni. (da un post del 28 agosto 2017)

Bentornato Marx![modifica]

Incipit[modifica]

Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro di Karl Marx. Uniti nella caccia spietata a questo spettro terrifico, gli araldi di un capitalismo che si avvia rapidamente ad assumere una nuova, inaspettata struttura imperiale, non fanno che annunciare instancabilmente, in una litania fin troppo nota, che «Marx è morto» e che il suo pensiero è, nell'attuale momento storico, un ferrovecchio che può tranquillamente essere archiviato – evidente manifestazione di quella che Hegel aveva definito l'«ironia della storia» – proprio là dove Engels sosteneva che il comunismo avrebbe relegato lo Stato borghese: nel museo delle antichità, accanto alla rocca per filare e all'ascia di bronzo.

Citazioni[modifica]

  • Per tutti questi motivi, e soprattutto per le contraddizioni che ha lasciato irrisolte, non è possibile tornare a Marx, proprio perché non esiste alcun «vero Marx», unitario e coerente: tuttavia si può, e forse si deve, ripartire da lui e dal suo «cantiere aperto», perché da esso si dipartono molti Holzwege, per ricorrere alla terminologia di Martin Heidegger, ossia molti sentieri interrotti che permettono, a seconda di quello imboccato, di addentrarsi o di perdersi nella selva. (p. 44)
  • Valorizzazione illimitata, lavoro salariato, mercificazione universale e trionfo della libertà politico-formale sono dunque, per Marx, i tratti salienti del moderno modo di produzione capitalistico. (p. 173)
  • Quello di Marx è, per l'appunto, un «materialismo» (come quello di Feuerbach) ma «storico» e della «prassi», secondo l'insegnamento di Hegel e di Fichte. [...] Quello di Marx non è univocamente un materialismo né univocamente un idealismo, ma è piuttosto, se così si può dire, un «materialismo idealistico» o «materialismo della prassi», in cui l'istanza materialistica della sensibilità e della mondanità dell'uomo viene coniugata, in un equilibrio virtuoso, con l'istanza (tipicamente idealistica) della prassi e della filosofia della storia. (pp. 216-217)
  • Nessuno come Marx ha ragionato e ha agito così tanto in vista del futuro ed è poi stato così incapace di tratteggiarne i contorni. (p. 277)
  • Il pensiero di Marx continua a rappresentare la più seducente promessa di felicità di cui la modernità sia stata capace, non cessando di rivelare la sua natura di impareggiabile «segnalatore» delle contraddizioni in cui è sospeso il nostro mondo. (p. 308)

Minima Mercatalia[modifica]

  • Fondato sulla menzogna, il comunismo non poteva che crollare miseramente. Si trattava, peraltro, della menzogna più grande, perché negava la verità sulla natura sociale del sistema in questione: incardinato su di una nuova e spietata società classista divisa in maniera castale in dominati e dominanti, si era falsamente contrabbandato come l'edenico inizio di una società senza classi. (p. 31)
  • Occorre ora insistere sulla necessità di "ri-partire" da Hegel, dalla sua visione olistica e veritativa, imprescindibile tanto per operare una ricostruzione fenomenologica dello spirito del capitalismo, quanto per demistificare le contraddizioni che infettano il nostro tempo. (p. 55)
  • Contro le apparenze e i luoghi comuni, capitalismo e borghesia si configurano come due determinazioni storiche e concettuali che non coincidono né sono sovrapponibili. Il primo si presenta come una totalità espressiva (un "mondo storico", in termini hegeliani) che coincide con un anonimo meccanismo di riproduzione autoreferenziale e nichilisticamente volto all'autovalorizzazione illimitata; magnificamente espressa dal genere del "romanzo di formazione", la seconda, invece, tipica della fase antitetica [del capitalismo], corrisponde a una precisa soggettività dialettica (Mozart, Hegel, Goethe e Marx sono soggetti borghesi ma non capitalistici), capace di maturare la coscienza infelice dell'impossibilità di conciliare lo sfruttamento schiavistico del capitalismo con i propri valori emancipativi universalistici di marca illuministica. (p. 275)
  • E nel momento in cui la sinistra smette di interessarsi a Marx, occorre smettere di interessarsi alla sinistra: il paradosso sta nel fatto che essa, che è il problema, continui ad autointerpretarsi come la soluzione. (p. 394)
  • La principale forma ideologica del nostro tempo (su cui poggiano la naturalizzazione del cosmo mercatistico e l'atrofizzazione del futuro) è l'ininterrotta neutralizzazione della categoria della possibilità dell'essere-diversamente, etichettando – questo il paradosso – come "ideologico" ogni tentativo di questo tipo. (p. 415)
  • L'odierno scenario globale si presenta come un'oligarchia crematistica con sovranità dell'economia sulla politica e, schmittianamente, neutralizzazione del politico. Il mondo che si santifica come democratico si configura così, per ironia della storia, come il capovolgimento dialettico della democrazia in dittatura del capitale finanziario transnazionale (o multinazionale). (p. 418)
  • Le stesse "ondate" della memoria si inscrivono in questa logica illogica di egemonia dell'integralismo del mercato anche sul piano sovrastrutturale. Con il loro uso selettivo del ricordo, esse sono quasi sempre finalizzate a sacralizzare la memoria di alcune specifiche tragedie del Novecento – i lager e i gulag in primis –, omettendone deliberatamente altre, con il duplice obiettivo di innocentizzare metafisicamente l'ordine neoliberale (non si spiegherebbe altrimenti la scandalosa assenza di un "giorno della memoria" specificamente consacrato al ricordo delle vittime di Dresda e delle due bombe atomiche) e di scoraggiare programmaticamente, tramite una demonizzazione a priori, ogni tentativo di superare l'ordine globalizzato (le tragiche esperienze dei gulag e dei lager vengono continuamente additate come il necessario approdo di ogni tentativo di questo genere). (pp. 427-428)
  • Il nesso simbiotico che connette le due istanze del congedo dalle utopie e dell'immodificabilità del reale si fonda non soltanto sulla già richiamata fine postmoderna delle "grandi narrazioni" e sulla delegittimazione dell'idea di verità, ma anche sull'istanza sinergica della retorico della demonizzazione preventiva di ogni trasformazione come utopia sanguinaria. (p. 455)
  • Integrando la diagnosi di Nietzsche con le istanze genealogiche marxiane, il nichilismo corrisponde all'assolutizzazione spaziale, temporale e simbolica della forma merce, e più precisamente alla ricaduta ideologica della generalizzazione della merce a tutte le sfere dell'esistenza, del pensiero e dell'immaginazione dei singoli come delle società. (p. 469)

Incipit di Essere senza tempo[modifica]

Tra le molteplici definizioni che si possono attribuire al nostro specifico momento storico ve n'è una che forse, meglio delle altre, coglie il suo spirito: il nostro presente è l'"epoca della fretta", un «tempo senza tempo» in cui tutto corre scompostamente e senza fermarsi mai, impedendoci non soltanto di vivere pienamente gli istanti presenti, che si succedono vorticosamente, ma anche di riflettere serenamente su quanto accade intorno a noi.

Citazioni su Diego Fusaro[modifica]

  • Un libro di Diego Fusaro. Alcune osservazioni intelligenti in una marea di merda. (Vittorio Feltri)

Donatella Di Cesare[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Prodotto inquietante dell'Italia odierna, Fusaro si fa passare come uno «di sinistra» (e se lo ammette lui?!), mentre scandisce parole d'ordine della nuova destra, aggressiva e astuta, capace di una straordinaria presa mediatica. Dissimulazione e raggiro sono le armi di quest'abile funambolo, che a ben guardare è il sovranista della porta accanto.
  • Così questo novello Zarathustra del «primato» nostrano e sovrano, che si spaccia per «pensatore anti-sistema», viene a svelarci i complotti di cui saremmo vittime. Lo fa con arte sopraffina, mimando il lessico pomposo del «filosofo» nell'immaginario collettivo italiano e infarcendo lo sproloquio con citazioni a caso, un po' Marx e un po' Heidegger, un po' Gramsci e un po' Gentile. Tanto in questo Paese, dove l'analfabetismo di ritorno ha raggiunto vertici epocali e l'ignoranza non ha più remore a esibirsi, chi controlla?
  • È un sovranista che indica nell'Europa «un progetto criminale», ammira Putin, è vicino agli antiabortisti, antisemita quanto basta, scopertamente omofobo, cultore dell'«identità», fautore di un ritorno degli Stati-nazione, con la loro vecchia sovranità e i muri innalzati contro gli immigrati. Di questi parla come se non fossero persone, libere di scegliere, bensì strumenti per quella «sostituzione etnica» divenuta il mito del neofascismo odierno.
  • Fusaro è maestro solo del complottismo, quell'ossessione paranoica per i poteri forti - il «governo mondiale», la «casta», le «élites» - che da qualche parte reggerebbero le sorti della storia; malattia del mondo disincantato, bisognoso di certezze e semplificazioni, la favola del complotto, facile da propagare e difficile da confutare, è il pilastro del populismo odierno.

Note[modifica]

  1. Visibile inDIEGO FUSARO: 666, il marchio della bestia è già tra noi ed è la mascherina. Vi spiego perché,YouTube.com, 26 maggio 2020.
  2. Visibile inDIEGO FUSARO: Mascherina: il marchio dello schiavo ideale del nuovo regime sanitario,YouTube.com, 12 maggio 2020.
  3. Visibile in Diego Fusaro: Capitalismo e immigrazione, YouTube.com, 17 giugno 2014.
  4. Giordano Bruno, Filosofico.net.
  5. Da L'idiotismo dell'antiberlusconismo, LoSpiffero.com, 5 agosto 2013.
  6. Da DIEGO FUSARO: Nietzsche. Superuomo di destra o oltreuomo di sinistra?, video disponibile su youtube.com, luglio 2014, min. 7:22-9:40
  7. Da Breve identikit dei signori del mondialismo, ilfattoquotidiano.it, 25 giugno 2017.
  8. Visibile al minuto 07:18 di Diego Fusaro, "Essere senza tempo" (Bompiani), YouTube.com, 10 novembre 2010.
  9. Intervista a "L'aria che tira", La7, 3 agosto 2018
  10. Visibile al minuto 02:30 di Diego Fusaro: "Marx è vivo (ed è la nostra unica speranza)", YouTube.com, 14 febbraio 2010.
  11. Da La lotta alle fake news mira a colpire ogni interpretazione disallineata, filosofico.net, 15 settembre 2022.
  12. Da Lite tra Fusaro e Di Pietro: Mani Pulite fu un colpo di Stato Video, dal programma L'aria che tira, La7, disponibile su Youtube.com, 19 ottobre 2017.
  13. Visibile al minuto 03:20 di Diego Fusaro: "Marx è vivo (ed è la nostra unica speranza)", YouTube.com, 14 febbraio 2010.
  14. Da In memoria di Preve, LoSpiffero.com, 23 novembre 2013.
  15. Da Pensare altrimenti: Filosofia del dissenso, Einaudi, Torino, 2017, edizione Kindle, posizione 1105.
  16. Visibile inDIEGO FUSARO: Peggio di Trump solo Biden. Perché, dopo tutto, è da preferirsi la vittoria di Trump,YouTube.com, 30 settembre 2020.
  17. Da Pensare altrimenti: Filosofia del dissenso, Einaudi, Torino, 2017, edizione Kindle, posizione 1262.
  18. DaTrent'anni dal crollo del Muro di Berlino. Come tutto cambiò in peggio, filosofico.net, 11 novembre 2019.
  19. Citato in Un filosofo accanto a Ferrandelli Idea Fusaro per la Cultura, Live Sicilia.it, 29 maggio 2017.
  20. Da Glebalizzazione: la lotta di classe al tempo del populismo, Rizzoli, Milano, 2019, pp. 9-10. ISBN 9788858698266

Bibliografia[modifica]

  • Diego Fusaro, Bentornato Marx! Rinascita di un pensiero rivoluzionario, Bompiani, Milano, 2009.
  • Diego Fusaro, Essere senza tempo. Accelerazione della storia e della vita, prefazione di Andrea Tagliapietra, Bompiani, Milano, 2010.
  • Diego Fusaro, Minima Mercatalia. Filosofia e capitalismo, saggio introduttivo di Andrea Tagliapietra., Bompiani, Milano, 2012

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