Diodata Saluzzo Roero

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Diodata Saluzzo Roero

Diodata Roero Saluzzo (1774 – 1840), letterata, scrittrice e poetessa italiana.

Ipazia ovvero delle filosofie[modifica]

Incipit[modifica]

Quell'infinita Providenza eterna
Ch'entro le palme semichiuse serra
Nostro piccolo globo e lo governa,
Disciolte l'ali all'angiolo di guerra
Avea dal regno della vera pace:
L'angiol scendeva sull'Egizia terra.

Citazioni[modifica]

  • Altifon cerca sol d'Ipazia; in vari | Luoghi opposti ne cerca: eterna luce | Intanto guida Ipazia ai sacri altari. || Cirillo è seco; ei sclama: or viene il duce | De' rivoltosi; insiem morte s'avanza; | Chè sul brando fatale ei la conduce. (da Canto XIX)
  • Prostrata Ipazia sta del vecchio [Cirillo] innanti: | Treman le faci in su l'altar, che cade | Fra le scosse pareti vacillanti. (da Canto XIX)
  • E nel tempio Altifone il piede or posa. || Gli affetti di costui mai non han freno; | Mutò in odio l'amor: sommo dispetto, | Vedendo Ipazia, gli rinasce in seno. || Su lei si slancia: le pianta nel petto | Tree volte il ferro: di pallor si tinge | Ella, nell'ora dell'estremo affetto. (da Canto XIX)
  • Accanto stava della vergin pia | Il sacerdote; su la nuda terra | Prostrato il vecchio tal favella apria: || Lascia la salma che ti veste e serra, | Spirito fortunato e desïoso, | De' sensi rei finì per te la guerra; || Ti chiama a lui dinanzi un Dio pietoso; | Dio t'ha redenta; o misera, o felice, | Giudicheratti, punitore, o sposo: || Quel Dio t'accolga all'ombra eternatrice | Dei divi tabernacoli del cielo,| U' la vera scïenza è vincitrice. || Languida rosa sul reciso stelo, | Nel sangue immersa la vergin giacea, | Avvolta a mezzo nel suo bianco velo: || Soavissimamente sorridea, | Condonatrice dell'altrui delitto, | Mentre 'l gran segno redentor stringea. (da Canto XIX)

L'estro[modifica]

Incipit[modifica]

O tu, che pasci di suave pianto
L'eccelso spirto, che s'annida in petto,
Musa, che pingi con possente incanto
Smaniante dolor, perduto affetto;
Deh tu m'ispira lagrimevol canto,
Che teco sospirar è mio diletto;
L'alma t'aspetta, e a te pianger t'invita
Il danno, ohimè! d'una fatal partita.

Citazioni[modifica]

  • Autor d'ogni magnanimo pensiero | di queste terre l'adorato Dio | estro si chiama, che gentil sentiero | schiude a quel Vate, che non pave obblìo. | Tal solca l'onde intrepido nocchiero | ch'all'incognite genti il varco aprio, | ed a' penati suoi dal lido adusto | ritorna un dì di gran tesori onusto. (vv. 41-48)

Le rovine. Visitando l'Autrice l'antico castello di Saluzzo[modifica]

Incipit[modifica]

Ombre degli avi, per la notte tacita,
al raggio estivo di cadente luna,
v'odo fra' sassi diroccati fremere,
che il tempo aduna.

Citazioni[modifica]

  • Incerte l'orme, nella vasta ed arida | strada segnata dall'età funesta, | tremante affretto; ché dei prischi secoli | l'orror sol resta. (vv. 5-8)
  • Eccomi al varco: non più altero scopresi, | vana difesa della patria sede, | il fatal ponte, nè alle trombe armigere | alzar si vede. (vv. 9-12)
  • Ahi vaste sale! qui gli eroi, che furono, | stavan seduti della mensa in giro: | del trovatore qui su cetra armonica | s'udia sospiro. (vv. 13-16)
  • Qui sconosciuta la trilustre vergine | ignota ai prodi sen vivea secura, | e sol ne' sogni palpitava l'anima | vivace e pura. (vv. 17-20)

Explicit[modifica]

E forse andranno vaneggiando i posteri
sul secol nostro lezioso e rio.
Il disinganno io m'ebbi, ombre terribili,
rovine, addio.

Citazioni su Diodata Saluzzo Roero[modifica]

  • La contessa Diodata Saluzzo Roero discende da que' Marchesi di Saluzzo che furono ad un tempo guerrieri e trovatori. Avendo essa pubblicate alcune poesie in sul finire dell'andato secolo, ottenne l'onore di essere encomiata dal Parini. Le sventure del Piemonte caduto servo della Francia afflissero vivamente questa Poetessa, che cantò le rovine e le tombe, gli scudi appesi nella sala d'armi de' suoi antenati, i sospiri della Dama del Castello, e le speranze del Cavaliere che torna dalla Crociata. (Ambrogio Levati)

Bibliografia[modifica]

  • Diodata Saluzzo Roero, Ipazia ovvero delle filosofie, Vol. I, Torino, Tipografia regia, 1830.
  • Diodata Saluzzo Roero, Ipazia ovvero delle filosofie, Vol. II, Torino, Tipografia regia, 1830.
  • Diodata Saluzzo, L'estro, in Poemetti Italiani, vol. I, Poemetto, Torino, Michel Angelo Morano, 1797.
  • Diodata Saluzzo Roero, Le rovine. Visitando l'Autrice l'antico castello di Saluzzo, in Poesia italiana. Seicento Settecento, Antologia della poesia italiana diretta da Cesare Segre e Carlo Ossola, La Biblioteca di Repubblica, Roma, 2004, pp. 516-519.

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