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A nessuno è mai stato chiesto di fare più di chiunque altro. Condividevamo la palla, condividevamo il gioco, condividevamo i problemi.
Abbiamo annichilito l'Inghilterra. È stato un massacro. Li abbiamo battuti 5-4 [Riguardo a un Inghilterra-Scozia giocata durante la guerra]
Benché sia scozzese, sono fiero di essere chiamato uno Scouser [gergale per abitante di Liverpool]
Certamente la partita dura 90 minuti. Comunque allenavo i ragazzi a giocarne 190 così quando l'arbitro fischiava la fine c'era da correre per altri 90 minuti.
Che vuoi fare fare quando giochi contro 11 pali? [dopo uno 0-0 in casa]
Con lui [Ron Yeats] in difesa, potremmo far giocare Arthur Askey in porta.
Devi solo entrare in campo e lanciare un po' di granate tutto intorno, ragazzo [a Kevin Keegan]
«Di dove sei?». «Sono un tifoso del Liverpool e vengo da Londra». «Bene, ragazzo… come ci si sente a stare in paradiso?».
Di' solo loro che sono in completo disaccordo con quello che dicono [al traduttore, riferendosi a un gruppo di giornalisti italiani]
[Il Liverpool] È una squadra di esperienza e carattere, con uomini volenterosi e pronti a fare qualsiasi cosa per il bene del club.
Figliolo, qui farai benissimo a patto di tenere a mente due cose: non mangiar troppo e non perdere il tuo accento [allo scozzese Ian St. John quando firmò per il Liverpool]
Gli ho detto: «Figliolo, non ti sei rotto nessuna gamba, è solo un fatto di testa».
Gran parte del successo nel calcio sta nella mente. Devi credere di essere il migliore e confermarlo sul campo. Quando ero ad Anfield dicevamo sempre di avere le due migliori squadre del Merseyside, il Liverpool e le riserve del Liverpool.
«Ha il calcio nel sangue». «Può essere, ma non ha ancora raggiunto le gambe» [Risposta al commento di un osservatore su di un giovane calciatore al provino]
I migliori hanno pareggiato [Dopo un combattutissimo 1-1]
I tifosi di qui sono i migliori del Paese. Conoscono il gioco e sanno cosa vogliono vedere. La gente del Kop ti fa sentire grande – e al contempo umile.
[Ian Callaghan] rappresenta tutto ciò che è di buono nel calcio, e non è mai cambiato. Dovreste prendere Ian a modello.
[Ian St. John] non solo è il miglior centravanti delle Isole Britanniche, ma è l'unico.
Il calcio è come un pianoforte: otto persone lo caricano in spalla, e tre sanno suonare quel dannato strumento. [Riferita da John Toshack, dal Guardian, 21 gennaio 2006]
Il calcio è un gioco semplice basato sul fare e ricevere passaggi, controllare la palla ed essere abile a ricevere un passaggio. Tremendamente semplice.
Il Liverpool era fatto per me e io per il Liverpool.
Il mio progetto era quello di fare del Liverpool un invincibile bastione. Napoleone aveva un progetto simile, voleva conquistare questo dannato mondo. Io volevo un Liverpool inattaccabile, costruito pezzo per pezzo finché chiunque lo incontrasse si arrendesse ad esso.
Il problema degli arbitri è che sanno le regole ma non il gioco.
Il tuo problema, figliolo, è che tutto il tuo cervello è nella testa [a un suo giovane giocatore].
L'ardore viene dall'orgoglio di vestire la maglia rossa. Non abbiamo bisogno di motivare i nostri ragazzi, perché ognuno di loro è responsabile in solido del risultato della squadra. Il fatto di essere un giocatore del Liverpool è già una motivazione.
La cosa più difficile della mia vita. Quando andai dal presidente fu come camminare verso la sedia elettrica. Ecco, mi sentivo proprio così [Al momento di dar le dimissioni da tecnico del Liverpool]
La mia vita è il mio lavoro. Il mio lavoro è la mia vita.
Levati quella ridicola garza, e poi cosa vuol dire "il tuo" ginocchio? È il ginocchio del Liverpool! [a Tommy Smith quando si presentò all'allenamento con un ginocchio garzato]
«Ma è dove vivo!» [all'impiegato di un hôtel di Bruxelles quando, al momento di scrivere l'indirizzo di casa sul registro, scrisse Anfield]
«Mi spiace, capo, dovevo tener le gambe chiuse». «No, Tommy, era tua madre che le doveva tener chiuse!» [al portiere Tommy Lawrence che si fece segnare un goal sotto le gambe]
Nemmeno una malattia mi avrebbe tenuto lontano da questa partita. Se fossi morto, avrei chiesto di portare la bara in tribuna e di farvi un buco per vedere l'incontro. [dopo la vittoria in semifinale di coppa d'Inghilterra 1971 contro l'Everton].
Non credo di aver mai avuto un vero bagno fino a 15 anni. Usavo una vasca per lavarmi, ma dividere la propria casa in povertà con molte altre persone ti sviluppa senso dell'humour.
Non preoccuparti Alan, almeno giocherai vicino a una grande squadra! [Ad Alan Ball, calciatore appena ingaggiato dall'Everton]
Ok, abbiamo dei problemi in testa al campionato [A un giornalista che chiedeva se il Liverpool fosse in difficoltà]
Per essere buono per il Liverpool, un giocatore deve essere capace di correre attraverso un muro di mattoni e pronto a combattere una volta dall'altra parte.
«Quando prendi la palla, voglio che butti giù un paio di uomini e poi la butti dentro, come facevi al Bury», disse Shankly a Lindsay, e questi replicò: «Ma capo, non ero io, quello era Bobby Kerr». E Shankly a Paisley «Cristo, Bob, abbiamo ingaggiato quello sbagliato!».
Ragazzo, saresti capace di scatenare una rissa in un cimitero [a Tommy Smith]
Se l'Everton giocasse nel giardino sotto casa chiuderei le tende.
Se sei primo sei il primo. Se sei secondo sei nulla.
Se [Tommy Smith] non viene nominato Calciatore dell'Anno, il calcio dovrebbe essere fermato e i giurati che scelgono un altro calciatore devono essere mandati al Cremlino.
Se un giocatore non interferisce col gioco o non cerca di trarne vantaggio, dovrebbe.
Serve a ricordare ai nostri ragazzi per chi giocano e ai nostri avversari contro chi giocano [commentando la targa This is Anfield]
So che è una triste occasione, ma credo che Dixie sarebbe stupito di sapere che anche da morto raccoglie più folla di quanta ne faccia l'Everton in un sabato pomeriggio [al funerale di Dixie Dean, calciatore dell'Everton degli anni venti].
Sono solo uno del popolo che siede nel Kop. Loro pensano come me e io come loro. È una specie di matrimonio tra gente che si piace [sul suo rapporto con i tifosi]
Sono un uomo del popolo. Solo il popolo conta.
Tanto mi serviva solo per la squadra riserve… [dopo il mancato acquisto di Lou Macari nel 1973]
Una volta qualcuno mi disse che il calcio per me era una questione di vita o di morte, e io gli risposi: «Senti, è ancora più importante» [durante un talk show nel 1981]
Vorrei soprattutto essere ricordato come uno mai egoista, come uno che si è preoccupato di dividere la gloria con gli altri, e che ha formato una famiglia di persone che camminano a testa alta dicendo «Noi siamo il Liverpool».
