Discussione:Proverbi latini

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Enim leges silent inter armas (o silent in bello) e' del "Pro Milone" di Cicerone,non di Seneca Grazie per l'attenzione -corro a registrarmi-

Proverbi e Locuzioni[modifica]

In questa voce mi sembra che ci sia un po' di miscuglio tra:

  • Proverbi: Detto breve che contiene massime, norme e consigli fondati sull'esperienza popolare
  • Locuzioni: Espressione d'uso ricorrente o modo di dire

Ad litteram non è certamente un proverbio, ma nemmeno Alea iacta est, Conticuere omnes, Altum silentium ecc. ecc.

--Homer 19:06, 23 lug 2006 (UTC)

Lo stesso dubbio m'è venuto quando ho inserito bellum omnium contra omnes, bonum est diffusivum sui, obtorto collo: cancello? --Mauro Lanari (scrivimi) 10:55, 15 set 2012 (CEST)[rispondi]
No, non credo vadano cancellate, andrebbero spostate in modi di dire latini. Tra l'altro alcune locuzioni sono presenti in entrambe le pagine e non credo questo sia corretto.--AssassinsCreed (scrivimi) 11:46, 15 set 2012 (CEST)[rispondi]
Tu pensa, manco sapevo dell'esistenza dell'altra voce. Grazie ancora una volta. --Mauro Lanari (scrivimi) 14:52, 15 set 2012 (CEST)[rispondi]
Prego, figurati.--AssassinsCreed (scrivimi) 16:32, 15 set 2012 (CEST)[rispondi]

Omnis o omnes?[modifica]

Mi risulta che si una piu' spesso "Ab uno disce omnes". Potrebbe anche essere una licenza poetica, ma creerebbe confusione. Se nessuno obietta procedo poi a cambiarlo. Adrian Comollo 21:50, 16 feb 2008 (CET)[rispondi]

Questione intricata: la lettura è duplice perché, per quanto nella scuola venga trascurato, l'accusativo plurale dellla terza declinazione, in epoca classica, era scritto (e probabilmente pronunciato) īs. Ma proprio per il fatto che il fenomeno era molto circoscritto sia nel tempo che nello spazio, le esigenze della scuola hanno portato a una tendenza "normalizzatrice" che ha adeguato tale situazione alla molto più utilizzata desinenz ēs che è entrata non solo nelle edizioni scolastiche ma anche in edizioni scientifiche dei secoli passati (però ad esempio l'edizione Einaudi a cura di Rosa Calzecchi Onesti (1962) riporta sia Timeo Danaos et dona ferentis sia Accipe nunc Danaum insidias et crimine ab uno / Disce omnis. Incidentalmente se volessi modificare il testo ti proporrei di citare l'intero distico in quanto il troncamento del testo ha fatto pensare che ab uno si riferisca a una persona e non a crimine, ma su questo lascio la parola a chei se ne intende di policies locali per decidere se debba prevalere la lectio o l'usus. - εΔω 08:22, 18 feb 2008 (CET)[rispondi]
P.S. Sulla ambivalenza (e sulla possibile fonte della citazione), ecco qui.
Quanto alle convenzioni, sarà opportuno citare qui il proverbio "volgarizzato", rimandando alla voce dell'autore per la citazione corretta e completa con tutte le note e le precisazioni del caso (a partire da una traduzione pubblicata, con indicazione delle fonti). Nemo 02:23, 24 feb 2008 (CET)[rispondi]

Multum....viva vox facit[modifica]

Multum....viva vox facit
Grande è l'efficacia della viva voce

non sarebbe: "La voce da vivo ha fatto molto"? Il precedente commento non firmato è stato inserito da 2.225.88.20 (discussioni · contributi), in data 00:28, 10 lug 2011.

Senza fonte[modifica]

  • Audacter calumniare, semper aliquid haeret.
Calunnia senza timore: qualcosa resta sempre attaccato.
  • Audi, vide, tace, si tu vis vivere.
Ascolta, guarda e stai zitto (taci) se vuoi vivere [in pace].
  • Aurora aurum in ore habet.
Il mattino ha l'oro in bocca.
  • Canis canem edit.
Cane mangia cane.
  • Cave a signatis.
Guardati dai segnati [mal formati, deformi].
  • Consolatium misero comites habere penantes.
    • Solamen miseris socios habuisse malorum. (Spinoza, Etica, 4,57)[1]
    • Solamen miseris socios habuisse doloris. (Marlowe, Doctor Faustus)[1]
    • Gaudium est miseris socios habuisse poenarum. (Domenico de' Gravina, Raccolta di varie croniche)[1]
    • Commune naufragium omnibus solatio est. (Walther 2992)[1]
    • Non tibi hoc soli. (Cicerone, Tusculanae, 3,33,79)[1]
Mal comune mezzo gaudio.
Sui gusti non si discute.
Colui che discese da stirpe rustica, rimase sempre un rozzo.
Dividi e comanda.
  • Dura lex, sed lex.
La legge è dura, ma è legge.
  • Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
  • Ex nihilo, nihil.
Dal nulla, nulla.
  • Excusatio non petita accusatio manifesta.
Una scusa non richiesta è un'accusa evidente.
  • Facis de necessitate virtutem.
Fai di necessità virtù.
  • Facta lex inventa fraus.
Fatta la legge, trovato l'inganno.
  • Fames crescit eundo.
La fame, mangiando, cresce.
  • Fama, malum qua non aliud velocius ullum .
La fama, male di cui nessun altro è più veloce.
  • Fortis cadere, cedere non potest.
Il forte può cadere, ma non cedere.
  • Gutta cavat lapidem; non vi, sed saepe cadendo | huic addiscit homo: non vi, sed saepe legendo.
La goccia scava la pietra, non con la forza ma col cadere spesso | così l'uomo impara: non con la forza ma leggendo spesso.
(variazione altomedievale dell'adagio ovidiano)
  • Excusatio non petita, accusatio manifesta.
Scusa non richiesta, accusa manifesta.
Una scusa palesata senza una richiesta equivale ad un'auto accusa.
  • Homo sine pecunia est imago mortis.
L'uomo senza denaro è immagine della morte.
  • Ignorantia legis non excusat.
L'ignoranza della legge non scusa.
  • In albo signanda lapillo.
Giorno da segnare con un sassolino bianco.
  • Lupus in fabula.
Parli del diavolo, e spuntano le corna.
  • Mater artium necessitas.
La necessità è madre delle arti.
  • Mater semper certa est, pater numquam.
La madre è sempre certa, non il padre.
  • Melius abundare quam deficere.
È meglio abbondare che scarseggiare.
  • Memento mori.
Ricordati che si muore.
  • Mors tua vita mea.
La tua morte è la mia vita.
  • Nemo non formosus filius matri.
Ogni figlio è bello per sua madre.
  • Nil satis nisi optimum.
Nient'altro che il meglio è abbastanza, oppure Solo il meglio è sufficiente.
  • Occidit qui non servat.
Chi non conserva, uccide.
  • Omnia tempus habent.
Ogni cosa ha il suo tempo.
  • Oculum pro oculo, et dentem pro dente.
Occhio per occhio, dente per dente.
  • Oculus domini saginat equum.
L'occhio del padrone ingrassa il cavallo.
  • Omnis homo mendax.
Tutti gli uomini sono bugiardi.
  • Omnia mea mecum porto.
Tutto ciò che ho lo porto con me.
  • Pisces clarissime audiunt.
I pesci ci sentono benissimo.
  • Post coitum omne animal triste.
Dopo l'accoppiamento ogni animale è triste.
  • Prima et seconda nihil, tertia indicat: quarta et quinta talis, tota luna æqualis.
La prima e la seconda nulla, la terza indica: quarta e quinta tali, tutta la luna [lunazione] eguale.[2]
  • Qua fugiunt hostes via munienda est.
Al nemico che fugge ponti d'oro.
  • Qui tetigerit picem inquinabitur ab ea.
Chi toccherà la pece ne rimarrà imbrattato.
  • Quod differtur non aufertur.
Ciò che si dilaziona non si perde.
  • Risus abundat in ore stultorum.
Il riso abbonda nella bocca degli stolti.
  • Roma caput mundi.
Roma capitale del mondo.
  • Roma traditoribus non premia.
Roma non premia i traditori.
  • Repetita iuvant.
Le cose ripetute aiutano.
  • Scientia est celare scientiam.
La scienza sta nel nascondere le conoscenze.
(Anonimo)
  • Semel in anno licet insanire.
Una volta l'anno è lecito impazzire.
  • Semen retentum venenum est.
Il seme trattenuto è veleno.
  • Senectus ipsa morbus est.
La vecchiaia stessa è una malattia.
  • Si dulcis fias ut mel, te musca vorabit.
Se diventi dolce come il miele, la mosca ti mangia.
  • Stultitia est fecunda mater.
La stoltezza è madre feconda (simile a La madre degli idioti è sempre gravida).
  • Summum ius summa iniuria.
Una giustizia assoluta è un'assoluta ingiustizia.
  • Tempus omnia medetur.
Il tempo rimedia a tutto.
  • Tempora tempore tempera.
Tempera il tempo col tempo.
  • Ubi Bene Ibi Patria.
Laddove ci si sente bene, la c'è la patria.
  • Ubique medius caelus est. [Petronio, Satyricon]
Dovunque c'è in mezzo il cielo.[3]
  • Ubi maior minor cessat.
Dove si trova il maggiore [in autorità], il minore cessa [di esercitare il suo ufficio].
  • Unicuique suum tribuere, alterum non laedere.
Dare a ciascuno il suo, non danneggiare gli altri.
  • Vasa inania multum strepunt.
I vasi vuoti fanno un gran rumore.
(prov. medievale)
  • Verba volant, scripta manent.
Le parole volano, ciò che è scritto rimane.
(di origine medievale)
  • Video meliora proboque, deteriora sequor.
Vedo le cose migliori e le lodo, seguo le peggiori.
  • Virtute siderum tenus.
Con valore verso le stelle.
  • Virtus in medio stat.
La virtù sta nel mezzo.
  • Virtus unita fortior.
La forza unita è più forte.
  • Vivere est militare.
La vita è una guerra.

Note[modifica]

  1. a b c d e Cfr. Renzo Tosi, Dizionario delle sentenze latine e greche, RCS, 1991.
  2. Così va letto: La prima e seconda giornata di lunazione non contano; la terza indica il tempo [atmosferico], se questo nella quarta e nella quinta giornata si mantiene come nella terza, allora quel tempo perdurerà fino alla prossima luna nuova.
  3. Equivalente a: Tutto il mondo è paese.

Homo faber fortunae suae[modifica]

La scrivo nel modo giusto... mi dispiace non è di Piaget ma è una famosa frase di origini umanistiche che ha comunque origini classiche it:Homo_faber_fortunae_suae. --Ilario (scrivimi) 22:36, 3 feb 2014 (CET)[rispondi]

Non tradotta[modifica]

Tolgo questa citazione non tradotta in attesa che qualcuno trovi una traduzione dotata di fonte. --Epìdosis (scrivimi) 16:41, 27 set 2014 (CEST)[rispondi]

  • Delecta iuventus, flos veterum vitusque virum.
(Virgilio, Eneide, Libro VIII, Canto 499-500)

Sentenze senza una fonte che le definisca proverbi[modifica]

Queste sentenze, pronunciate da un certo autore, non hanno alcuna fonte che le qualifichi come proverbi. Chi trovi una fonte è invitato a reinserirle colla fonte suddetta. --Epìdosis (scrivimi) 14:59, 7 ott 2014 (CEST)[rispondi]

  • Ab uno | disce omnis.
Da uno capisci come son tutti.
(Virgilio, Eneide II 65-66)
  • Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt.
Abbiamo davanti agli occhi i vizi degli altri, mentre i nostri ci stanno dietro.
(Seneca)
  • Alium silere quod voles, primus sile.
Ciò che vuoi che un altro taccia, tacilo tu per primo.
(Seneca, Fedra, 876)
  • Ames parentem si aequus est, aliter feras.
Ama il padre se è giusto, se non lo fosse sopportalo.
(Publilio Siro, Sententiae)
  • At pulchrum est digito monstrari et dicier: hic est!
È bello essere additati e che si dica: è lui!
(Persio 1, 28)
  • Auctoritas non veritas facit legem.
L'autorità, non la verità, fa la legge.
(Thomas Hobbes, Leviatano II, 26)
  • Audentes fortuna iuvat.
La fortuna aiuta gli audaci.
(Virgilio, Eneide)
  • Aut amat, aut odit mulier, nihil est tertium.
La donna o ama o odia: non conosce via di mezzo.
(Publilio Siro, cfr.Tertium non datur)
  • Balbum melius balbi verba cognoscere.
Un balbuziente capisce meglio le parole di un altro balbuziente.
(San Girolamo, Epistulae, 50, 4)
  • Bellum quod res bella non sit.
La guerra si chiama "bellum" perché non è una cosa bella.
(Isidoro di Siviglia, Etimologie, 18, 1, 9)
  • Brevis esse laboro: | obscurus fio.
Mi sforzo di essere conciso: divento oscuro.
(Orazio, Ars poetica, 25-26)
  • Carpe diem, quam minimum credula postero.
Approfitta dell'oggi (cogli l'attimo) e non pensare al domani.
(Orazio)
  • Conveniunt rebus nomina saepe suis.
Spesso i nomi sono adatti alle cose cui appartengono. (v. anche nomen omen e nomina sunt consequentia rerum)
(Riccardo da Venosa, De Paulino et Polla, 412)
  • Defendit numerus.
Nei numeri è la sicurezza.
(Decimo Giunio Giovenale, Satire, II, 46)
  • Dicendo homines ut dicant efficere solere.
Di solito, parlando, si impara a parlare.
(Cicerone, De oratore, 1, 33, 149)
  • Doctum doces.
Insegni a chi già sa.
(Plauto)
  • Epistula... non erubescit.
La lettera non arrossisce.
(Cicerone, Epistulae ad familiarem, 5, 12, 1)
  • Ex abundantia enim cordis os loquitur.
La bocca parla per l'abbondanza del cuore.
(Vangelo secondo Matteo, 12, 34 e Vangelo secondo Luca 6, 45)
  • Exigua his tribuenda fides, qui multa loquuntur.
Bisogna prestare poca fede a quelli che parlano molto.
(Catone)
  • Ex ore tuo te judico.
Ti giudico dalle tue parole.
(Vangelo secondo Luca 19, 22)
  • Faber est suae quisque fortunae.
Ciascuno è artefice della propria sorte.
(Sallustio)
  • Facta non verba.
Fatti, non parole!
(Pietro Abelardo, Ad Astralabium, 43)
  • Graeca per Ausoniae fines sine lege vagantur.
Le parole greche per la terra d'Ausonia se ne vanno senza legge.
(Regia Parnassi)
  • Gutta cavat lapidem.
La goccia scava la pietra.
(Ovidio, Epistulae ex Ponto, libro IV, 10, 5)
  • Homo homini lupus.
L'uomo è un lupo per l'uomo.
(Plauto Asinaria, a. II, sc. 4, v. 88)
  • Homo sum: humani nihil a me alienum puto.
Sono un uomo: niente di ciò che è umano considero estraneo a me.
(Terenzio Heautontimorumenos)
  • Historia magistra vitae.
La storia è maestra di vita.
(Cicerone De oratore Lib. II, 9, 36)
  • Honesta mors turpi vita potior.
Una morte onorevole è migliore di una vita vergognosa.
(Tacito Vita di Agricola, 33)
  • Littera enim occidit, spiritus autem vivificat.
Le parole scritte uccidono, lo spirito rende vivi.
(San Paolo, Seconda lettera ai Corinzi, 3, 6 – Vulgata)
  • Lucus a non lucendo.
Il bosco si chiama "lucus" perché non vi penetra la luce.
(Donato, Ars grammatica, 4, 402, 4)
  • Manus manum lavat.
Una mano lava l'altra.
(Petronio, Seneca)
  • Memento audere semper.
Ricordati di osare sempre.
(Gabriele D'Annunzio)
  • Mens sana in corpore sano.
Mente sana in corpo sano.
(Giovenale)
  • Mulier cum sola cogitat male cogitat.
La donna quando pensa da sola, mal pensa.
(Publilio Sirio)
  • Multum... viva vox facit.
Grande è l'efficacia della viva voce.
(Seneca, Epistulae, 33, 9)
  • Naturam expellas furca, tamen usque recurret.
Puoi cacciare l'indole naturale con un forcone: ma tornerà sempre di nuovo.
(Orazio, Epistole, 1, 10, 24)
  • Navigare necesse est, vivere non est necesse.
È necessario navigare, non è necessario vivere.
(Plutarco, Vita Pompeii, 50)
  • Nescit vox missa reverti.
La voce [qui nel senso di "parola"], una volta emessa, non può più tornare indietro.
(Orazio, Ars poetica, 390)
  • Nil est dictu facilius.
Niente è più facile che parlare.
(Terenzio, Phormio, 300)
  • Noli rogare, quom impetrare nolueris.
Non domandare quando non vorresti ottenere.
(Seneca, Epistulae, 95, 1)
  • Noli tu quaedam referenti credere semper: exigua est tribuenda fides, qui multa locuntur.
Non credere sempre a chi ti dà notizie: bisogna avere poca fiducia in chi parla molto.
(Catone, distico 2, 20)
  • Nomina sunt odiosa.
È odioso fare nomi.
(Cicerone, Pro Roscio, 16, 47)
  • Non debes... adripere maledictum ex trivio.
Non devi trarre una parolaccia dal linguaggio di strada.
(Cicerone, Pro Murena, 6, 13)
  • Non minus interdum oratorium esse tacere quam dicere.
Talora non è meno eloquente il tacere del parlare.
(Plinio il Giovane, Epistulae 7, 6, 7)
  • Orator est vir bonus, dicendi peritus.
L'oratore è un uomo onesto, esperto nel parlare.
(Marco Porcio Catone)
  • Odi profanum vulgus et arceo.
Odio la massa ignorante e la tengo lontana.
(Orazio)
  • Omnia mutantur.
Tutto cambia.
(Ovidio)
  • Pacta sunt servanda.
I patti devono essere osservati.
(Eneo Domizio Ulpiano)
Principio fondamentale del diritto civile e del diritto internazionale.
  • Parva saepe scintilla magnum excitavit incendium.
Spesso una piccola scintilla ha innescato un grande incendio.
(Quinto Curzio Rufo)
  • Paupertas artis omnis perdocet.
La povertà insegna tutte le arti.
(Plauto)
  • Probitas laudatur et alget.
L'onestà è lodata ma muore di freddo.
(Giovenale, I, 74)
  • Qui timide rogat, | docet negare.
Chi domanda timorosamente, insegna a rifiutare.
(Seneca, Fedra, 593-94)
  • Quis custodiet ipsos custodes?
Chi controllerà i controllori?
(Giovenale, Satire)
  • Quisque faber fortunae suae.
Ognuno è artefice del proprio destino.
(Appio Claudio Cieco)
  • Quot homines tot sententiae.
Tanti uomini, altrettante opinioni.
(Terenzio, Phormio, 454)
  • Rumores fuge, ne incipias novus auctor haberi: nam nulli tacuisse nocet, nocet esse locutum.
Fuggi le chiacchiere, per non essere reputato un loro fomentatore: a nessuno nuoce aver taciuto, nuoce aver parlato.
(Marco Porcio Catone)
  • Rem tene, verba sequentur.
Concentrati sul concetto, le parole seguiranno.
(Marco Porcio Catone)
  • Sapiens, ut loquatur, multo prius consideret.
Il saggio, per parlare, deve prima molto meditare.
(San Girolamo)
  • Silent leges inter arma.
Tacciono le leggi fra le armi.
(Seneca)
  • Si vis pacem, para bellum.
Se desideri la pace, prepara la guerra.
(Cicerone)
  • Stultorum infinitus est numerus.
Il numero degli sciocchi è infinito.
(Bibbia)
  • Taciturnitas stulto homini pro sapientia est.
Lo stare zitti è la saggezza dello sciocco.
(Publilio Siro)
  • Vita, si uti scias, longa est.
La vita, se tu sai usarla, è lunga.
(Seneca, De brevitate vitae)
  • Vulgare amici nomen, sed rara est fides.
Frequente il nome di amico, ma la fedeltà è rara.
(Fedro)
  • Vulpes pilum mutat, non mores.
La volpe perde il pelo, non il vizio.
(Gaio Svetonio Tranquillo, Vita di Vespasiano, 16)

Sono presenti solo fonti secondarie[modifica]

Invece della fonte originaria della citazione vengono citati due libri da dove sono state prelevate. --ElfQrin (scrivimi) 13:45, 26 mag 2017 (CEST)[rispondi]

Essendo proverbi (i proverbi sono detti popolari) è naturale che sia così.-- Spinoziano (msg) 14:41, 26 mag 2017 (CEST)[rispondi]