Dmitrij Sergeevič Merežkovskij

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Dmitrij Sergeevič Merežkovskij

Dmitrij Sergeevič Merežkovskij (1865 – 1941), scrittore e poeta russo.

Citazioni di Dmitrij Merežkovskij[modifica]

  • Al fiore è necessaria l'aria, al vangelo la libertà. Ogni libertà e, fra tutte, la libertà di critica.[1]
  • Dostoievskii credeva o voleva credere che la sua religione fosse ortodossia. E pure la sua vera religione, anche se non coscientemente, certo nelle sue più profonde esperienze incoscienti, non era affatto ortodossia, e neppure il cristianesimo storico, ma ciò che sarà dopo il cristianesimo, dopo il nuovo testamento, l'apocalissi, il terzo testamento, la rivelazione della terza persona, della trinità di Dio, la religione dello spirito santo.[2]

Pietro il Grande[modifica]

Incipit[modifica]

Pietro s'alzò per tempo. «A quest'ora, neanche i diavoli cominciano ad agitarsi!» borbottò il soldato mal desto che stava accendendo la stufa. Quel mattino di novembre era oscurissimo. Lo zar, in berretta da notte, con la veste da camera coperta da un grembiale di cuoio da artigiano, si sedette al suo banco da tornitore, illuminato da una candela di sego. Torniva un candelabro d'avorio per la chiesa di Pietro e Paolo, grato a questi santi del miglioramento della sua salute, ottenuto bevendo acqua marziale. Aveva anche cominciato a scolpire in legno di betulla un piccolo Bacco col grappolo d'uva, per il coperchio d'una coppa; e attendeva a quei lavori con molto ardore, come se con essi dovese guadagnarsi il pane quotidiano.

Citazioni[modifica]

  • Come in un orologio una rotella ne fa girare un'altra così nella grande macchina del governo un organo statale ne deve fare agire un altro; e se tutto sarà combinato armonicamente, con proporzioni esatte, la freccia della vita indicherà al popolo soltanto ore felici. (p. 12)
  • Prima d'illuminare l'Europa, dobbiamo imparare a parlare e a scrivere in russo, a stampare libri, a rilegarli, a fabbricare della buona carta... (p. 15)
  • Tutti sbagliano quando dicono che la Russia è un impero. La Russia è una parte del mondo.
  • [stipendio] Nessun aumento! Con le tasche piene, si rimpinzerebbero di più e lavorerebbero di meno! (p. 22)
  • Gli operai non sono bestie; sono anime cristiane! Dio ne chiederà conto ai colpevoli!
  • L'11 ottobre dell'anno scorso, venne dalla provincia di Monmouth una coppia che contava centodieci anni di matrimonio. Il marito aveva centoventisei anni, la moglie ne aveva centoventicinque. Dio ci conceda di vivere insieme, in matrimonio felice, per un periodo di tempo così lungo! (p. 27)
  • Spiegare al popolo le eclissi, perché non le consideri come miracoli. Una cosa che si sa prima che avvenga non può esser ritenuta miracolosa. Proibizione assoluta d'inventare miracoli e di parlarne al popolo. Turbano le menti degli ignoranti. (p. 34)
  • La nobiltà ed il popolo erano come Erema e Foma nel proverbio: «Erema non insegna e Foma non sa niente». (p. 46)
  • Signori senatori! Vi scrissi e vi parlai molte volte della vostra negligenza, della vostra avidità, della vostra ignoranza delle leggi civili. Le mie parole furono vane; i miei editti, li disprezzate... Ora vi ripeto per l'ultima volta: è inutile dettare delle leggi se nessuno le osserva, e se vengono considerate e maneggiate come carte da gioco... Questo avviene soltanto nel nostro Paese. E che cosa ne risulta? Vedendo che il male rimane impunito, sono pochissimi coloro che resistono a certe tentazioni; e molti, giungendo a poco a poco al massimo grado d'audacia, rovinano la popolazione. Costoro provocano l'ira del Signore; e questo, più che il delitto d'un traditore isolato, non solo può attirare la sventura su tutta la nazione, ma può anche cagionare lo sfacelo. Conviene dunque punire i colpevoli di corruzione con la stesa severità con cui si puniscono i disertori in tempo di guerra e i traditori dello Stato. (p. 50)
  • Andrò, io fanciulletta, al prato in fiore, | Al prato in fiore lungo la riviera, | E coglierò l'azzurro fiorellino, | Il fiorellin che ha nome fiordaliso.
    Intreccerò un'azzurra ghirlandetta, | La getterò nel fiume che via scorre, | All'onde affiderò gli azzurri fiori, | Pensando, io fanciulletta, all'amor mio...
    (p. 144)
  • Nel forno ardente il fanciullo Kirik | Canta l'inno degli angeli; | E al suo canto, nel forno crescon l'erbe | Più fresche, e sboccian fiori, | Tra i fiorellini azzurri si trastulla | Il santo bimbo, e la sua veste splende | Dello splendor del sole. (p. 156)

Citazioni su Dmitrij Merežkovskij[modifica]

  • Dmitrii Merejkòvskii è il più grande cercatore di Dio nella letteratura russa moderna ed insieme colui che, pur attraverso alcune interpretazioni trascendentali, ha scoperto, secondo me, il vero elemento della religiosità russa, quello spirito, quel principio virile autoctono che spiega o almeno potrebbe spiegare perché anche la Russia possa dire una sua parola definitiva all'Umanità. (Ettore Lo Gatto)

Nina Nikolaevna Berberova[modifica]

  • Dopo il discorso di Dostoevskij su Puškin, Merežkovskij era il primo a riparlare del senso e della portata profetica della letteratura russa, indicando un modo nuovo di considerare l'opera di Dostoevskij stesso, di Tolstoj, di Gogol', di Lermontov.
  • Grande è l'influenza che esercitò non solo sui suoi adepti, ma anche sugli avversari e su coloro che si tenevano lontani dai problemi ch'egli aveva sollevato. Contribuì all'educazione della critica e del lettore.
  • Ben presto, in Merežkovskij, il filosofo schiacciò l'artista.

Note[modifica]

  1. Citato in Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, SEI, Torino, 1977, p. 52.
  2. Da La rivoluzione religiosa, premessa a F. M. Dostojewski, Sämtliche Werke, Piper Verlag, Muenchen, 1917; citato in Ettore Lo Gatto, I problemi della letteratura russa, Stabilimento tip. Silvio Morano, Napoli, 1921, p. 57.

Bibliografia[modifica]

  • Dmitrij Sergeevič Merežkovskij, Pietro il Grande, traduzione di Decio Cinti, Casa Editrice Sonzogno, Milano 1959.

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