Flags of Our Fathers

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Flags of Our Fathers

Immagine USMC War Memorial Night.jpg.
Titolo originale

Flags of Our Fathers

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2006
Genere drammatico, guerra
Regia Clint Eastwood
Soggetto Dal libro Flags of Our Fathers di James Bradley e Ron Powers
Sceneggiatura William Broyles e Paul Haggis
Produttore Clint Eastwood, Robert Lorenz, Steven Spielberg
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Flags of Our Fathers, film statunitense del 2006, regia di Clint Eastwood.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Qualsiasi somaro crede di sapere cos'è la guerra. Specie quelli che non l'hanno mai fatta. Le cose ci piacciono semplici e lineari. Buoni e cattivi. Eroi e canaglie. E ce ne sono tanti degli uni e degli altri. Ma quasi mai sono come li immaginiamo noi. La maggior parte di quelli che erano con me non parlerebbero mai di quello che successe lì. Forse perché stanno ancora cercando di dimenticarlo. Di sicuro non si sono mai considerati degli eroi. (Dave Severance)
  • Quello che vediamo e facciamo in guerra, la crudeltà, è incredibile. Ma in qualche modo dobbiamo farcene una ragione e per fare questo occorre che la verità sia resa semplice e con pochissime parole. (Dave Severance)
  • La foto giusta può farti vincere o perdere una guerra. (Dave Severance)
  • Sapete come chiamano i buoni di guerra? "La settima forza". Potevano chiamarli "Siamo in bancarotta, non possiamo comprare le pallottole, perciò vi chiediamo le elemosina", ma non suonava bene. Sarebbe stata la verità però, perché le ultime campagne hanno fruttato così poco che si è dovuto emettere moneta. Qualsiasi impiegato di Wall Street vi dirà che il nostro dollaro vale quasi zero per il debito che abbiamo, e nessuno ci farà altri prestiti. Non si fanno più navi, non si fanno più carri armati, mitragliatrici, bazooka, granate... niente! Dici che è una pagliacciata? Vuoi tornare dai tuoi compagni? Mettiti in tasca delle pietre prima di salire sull' aereo perché non ci rimane altro da tirare ai giapponesi; e non ti stupire se il tuo aereo non riesce a decollare, perché il carburante è finito, e i nostri buoni amici, gli arabi, accettano solo lingotti. Se non raccogliamo 14 miliardi di dollari- ho detto "miliardi", non "milioni"- questa guerra non arriva alla fine del mese. Dovremo trattare coi musi gialli, dargli quello che vogliono e tornarcene a casa, perché voi li avete visti: quelli non si arrendono neanche morti. 14 miliardi! Più del totale delle ultime tre campagne. La gente agli angoli delle strade ha visto questa foto e ha ripreso fiducia. Non chiedetemi perché, io la trovo brutta, non si vedono neanche le facce... però ci dice "possiamo vincere la guerra, stiamo vincendo questa guerra, occorre solo dare un po'di più". Vogliono darceli quei soldi. Anzi, vogliono darli a voi. Ma voi non volete chiederglieli, non volete dargli la speranza, volete spiegargli chi ha davvero piantato quella bandiera. Be', è la vostra scelta: perché, se ammettiamo di avere sbagliato, non si parlerà d'altro in tutto il paese... e allora sarà la fine. (Bud Gerber)

Dialoghi[modifica]

  • Madre: Oh mio dio, questo è Harlon.
    Figlio: Dove?
    Madre: Eccolo qui, che pianta la bandiera. È tuo fratello.
    Figlio: Mamma! Si vede solo il deretano.
    Madre: Che però è il suo. Io l'ho lavato e profumato, lo riconosco.

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