Geoffrey Chaucer

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Geoffrey Chaucer

Geoffrey Chaucer (1343 circa – 1400), scrittore e poeta inglese.

I racconti di Canterbury[modifica]

Incipit[modifica]

Ermanno Barisone[modifica]

Quando Aprile con le sue dolci piogge ha penetrato fino alla radice la siccità di Marzo, impregnando ogni vena di quell'umore che la virtù di dar ai fiori, quando anche Zeffiro col suo dolce flauto ha rianimato per ogni bosco e ogni brughiera i teneri germogli, e il nuovo sole ha percorso metà del suo cammino in Ariete, e cantando melodiosi gli uccelletti che dormono tutta la notte ad occhi aperti la gente è allora presa dal desiderio di mettersi in pellegrinaggio e d'andare per contrade forestiere alla ricerca di lontani santuari variamente noti, e fin dalle più remote parti d'ogni contea d'Inghilterra molti si recano specialmente a Canterbury, a visitare quel santo martire benedetto che li ha soccorsi quand'erano malati.

Cino Chiarini[modifica]

Quando le dolci pioggie di Aprile hanno spento l’arsura di Marzo, rinfrescando ogni vena della terra con quel succo meraviglioso che ha la virtù di dare la vita ai fiori; quando zeffiro sfiora col molle soffio i teneri germogli in ogni bosco e in ogni pianura, e il giovane sole ha percorso la metà del suo cammino in Ariete; quando gli uccelletti si abbandonano ai loro canti, e dormono tutta la notte con gli occhi aperti (così vivamente li punge il risveglio della natura), la gente prova, allora, un vago desiderio di mettersi in moto; e i pellegrini[1] vanno in cerca di straniere piagge, per visitare i santi miracolosi di qualche lontana contrada[1]. E in gran numero, specialmente, si recano dalle estreme campagne d’Inghilterra a Canterbury, per ringraziare il martire benedetto di quel luogo, che fece loro la grazia, quando erano malati.

Citazioni[modifica]

  • L'umiltà di cuore è di quattro specie: una è quando l'uomo si considera un nulla di fronte a Dio del cielo; l'altra, quando non disprezza nessun altro uomo; la terza è quando non si preoccupa anche se altri non lo tiene in nessun conto; la quarta è quando non gli dispiace umiliarsi. Anche l'umiltà di parola sta in quattro cose: nel parlar moderato, nella semplicità di parola, quando ciò che si dice con le labbra corrisponda a ciò che si pensa dentro il cuore, e infine quando si lodino le qualità d'un altro senza sminuirle. Anche l'umiltà di opere è in quattro modi: il primo è quando si pongano gli altri prima di sé; il secondo sta nello scegliere sempre il posto più basso, il terzo nell'accettare lietamente un buon consiglio; il quarto è di rallegrarsi sempre per la decisione dei propri superiori, di chi cioè sta più alto di grado. (frammento X, Racconto del parroco; 1981)
  • Guardate come il fuoco di pochi tizzoni, quasi morti sotto la cenere, si riaccenda appena siano toccati dallo zolfo: appunto così si riaccende l'ira, appena è toccata dalla superbia che si nasconde nel cuore dell'uomo. Perché il fuoco non può certamente nascere da nulla, a meno che non sia già dall'inizio per natura in qualcosa, come dall'inizio il fuoco nella selce che s'estrae con l'acciaio. E come la superbia è spesso motivo d'ira, così il rancore ne fa da nutrice e da custode. (frammento X, Racconto del parroco; 1981)
  • Anche quando dormiamo o siamo svegli, vaghiamo e cavalchiamo, fugge il tempo e non aspetta nessun uomo.[2]
  • Il mondo non è altro che un viaggio di dolori.[3]
  • Ehi, chiudi quella bocca, per la stirpe di tuo padre! Ci sta dentro un piede del demonio dell'inferno! C'infetti tutti quanti con quel tuo dannato fiato! Puh, fetente porco! Puh, ti venga un accidente! [insulto] (frammento IX, Prologo al racconto dell'economo; 1981)
  • Ma le nostre ceneri celano ancora il fuoco.
Yet in our ashen cold is fire yreken.[4]

Citazioni su I racconti di Canterbury[modifica]

  • I Canterbury Tales di Chaucer sono durati attraverso i secoli, mentre i prolissi poemi e racconti medievali sono finiti nei musei. (Ezra Pound)

Il parlamento degli uccelli[modifica]

  • La vita è così breve, l'arte così lunga da imparare.[5]
The lyf so short, the craft so long to lerne. (v. 1)
  • La natura, il vicario di Dio onnipotente.
Nature, the vicaire of thalmighty lorde, [...]. (v. 279)
[...] a fool can noght be stille. (v. 574)

Incipit di La leggenda delle donne eccellenti[modifica]

Mille volte ho sentito la gente dire | che c'è gioia in paradiso e pena in inferno.[6]

Citazioni su Geoffrey Chaucer[modifica]

  • L'affermazione comunemente ripetuta che Chaucer è il padre della lingua inglese non corrisponde ai fatti. Chaucer usò il linguaggio corrente a Londra al tempo suo, come dimostrano le carte conservateci negli archivi. Non soltanto non alterò le flessioni grammaticali, ma aggiunse poche parole al vocabolario. (Mario Praz)

Note[modifica]

  1. Leggo: to ferne halwes (invece che to serve halwes col Tyrwhitt), secondo la lezione ristabilita dal Wright ed accettata dall’Hertzberg, dal Bell e da altri.
  2. Citato in AA.VV., Il libro della letteratura, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 71. ISBN 9788858024416
  3. Citato in AA.VV., Il libro della letteratura, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 70. ISBN 9788858024416
  4. (EN) Dal prologo del Racconto di Reeve, v. 3882.
  5. Cfr. Ippocrate: «La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione è fugace, l'esperienza è fallace, il giudizio è difficile.»
  6. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]