George Jackson

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George L. Jackson (1941 – 1971), scrittore statunitense.

Col sangue agli occhi[modifica]

Incipit[modifica]

Lettera a un compagno
28 marzo 1971
Mia sorella mi ha informato che sei stato rilasciato e che hai costituito un corso di educazione politica. Noi due siamo ancora vicini, l'ho sentito nelle parole di mia sorella e nelle tue lettere. Da quando ci hanno separato siamo passati più o meno attraverso le stesse scoperte: dalle fughe confuse verso l'Africa delle rivoluzioni nazionali, fino allo stadio delle sommosse dell'Amerika nera rivoluzionaria. Adesso siamo giunti, con il resto del mondo coloniale, al socialismo scientifico rivoluzionario. Ho sempre sperato di non vederti intrappolato allo stadio delle sommosse, come lo sono in piena buona fede tanti e tanti altri fratelli. Qui devo tutti i giorni fargli la predica: pensano che essere pronti alla battaglia sia più che sufficiente. Eppure, senza disciplina e senza direzione, finiscono a lavare macchine in qualche garage, o finiscono cadaveri senza nome negli obitori dello stato metropolitano. Ma ero quasi certo che un fratello come te non sarebbe finito in quel modo.

Citazioni[modifica]

  • La rivoluzione all'interno di una moderna società industriale capitalistica ha un solo significato: il rovesciamento di tutti i rapporti diproprietà esistenti, e la distruzione di tutte le istituzioni che, direttamente o indirettamente, sostengono i rapporti di proprietà esistenti. (p. 25)
  • Avere un cambiamento rivoluzionario significa prendersi tutto ciò che è in possesso dell'1 per cento e trasferirlo nelle mani del rimanente 99 per cento. Se questo 1 per cento è semplicemente sostituito da un altro 1 per cento, allora di cambiamenti rivoluzionari non ce ne sono stati. (p. 26)
  • Per lo schiavo, la rivoluzione è un imperativo, è un atto cosciente di disperazione, dettato dall'amore. (p. 27)
  • L'idea amerikana
    Avere un servo era per Frankestein una necessità e un'espressione del suo ego tarato; egli creò allora una creatura deforme e demente, patologicamente forte ed enorme. Diede a questo bestione un'intelligenza inferiore, per poterne limitare a volontà le azioni. Edificò intorno al gigante delle istituzioni abbastanza flessibili per farlo lavorare, e abbastanza rigide per prevenire ogni crescita delle sue facoltà mentali. inserì nel cranio del bestione, malvolentieri, un cervello, solo perché era necesario per farlo muovere. Il bestione lavorava e combatteva i nemici del suo creatore. Il bestione era felice quando guardava il suo creatore sempre più potente. Viveva attraverso il suo creatore. E quando alla fine si vide come era in realtà, impazzì. (p. 98-99)
  • La giustizia amerikana
    Vogliono la libertà di depredare i popoli del mondo... qualunque ne sia il prezzo in sangue. (p. 101)
  • L'oppressione suprema della legge non è l'ordine, è la prigione. (p. 105)

[George L. Jackson, Col sangue agli occhi (Blood in My Eye), traduzione di Alberto Demicheli, Einaudi 1972.]

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