Georgi Dimitrov

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Georgi Mihajlov Dimitrov

Georgi Mihajlov Dimitrov (1882 – 1949), politico bulgaro.

Citazioni di Georgi Dimitrov[modifica]

  • Il fascismo al potere, come lo ha giustamente definito la XIII sessione plenaria del Comitato Esecutivo dell'Internazionale Comunista, è la dittatura terroristica aperta degli elementi più reazionari, più sciovinisti e più imperialisti del capitale finanziario. [...] Il fascismo non è una forma di potere statale che stia «al di sopra di tutte e due le classi, del proletariato e della borghesia», come ha affermato, ad esempio, Otto Bauer. Non è la «piccola borghesia insorta che si è impadronita della macchina statale», come afferma il socialista inglese Brailsford. No! Il fascismo non è né un potere al di sopra delle classi, né il potere della piccola borghesia o del sottoproletariato sul capitale finanziario. Il fascismo è il potere dello stesso capitale finanziario. È la organizzazione della repressione terroristica contro la classe operaia e contro la parte rivoluzionaria dei contadini e degli intellettuali. Il fascismo, in politica estera, è lo sciovinismo nella sua forma più rozza, lo sciovinismo che coltiva l'odio bestiale contro gli altri popoli.[1]
  • Il cosmopolitismo senza patria, che nega il sentimento nazionale e l'idea di patria, non ha nulla da spartire con l'internazionalismo proletario.[2]
  • La stampa mi ha calunniato in tutte le maniere – ciò mi è del tutto indifferente – ma insieme a me hanno chiamato "selvaggio" e "barbaro" anche il popolo bulgaro; mi hanno chiamato "losco personaggio balcanico", "bulgaro selvaggio", e questo non lo posso passare sotto silenzio [...] Un popolo che è vissuto 500 anni sotto il giogo straniero senza aver perso la propria lingua e la propria nazionalità; la nostra classe operaia ed i nostri contadini, che hanno lottato e lottano contro il fascismo bulgaro, per il comunismo, un tale popolo non può essere barbaro e selvaggio. In Bulgaria i barbari ed i selvaggi sono soltanto i fascisti. Ma io vi domando, signor Presidente, in quale paese il fascismo non è barbaro e selvaggio? (dall'ultima dichiarazione al processo per l'attentato al Reichstag tedesco, 16 dicembre 1933[3])
  • La politica nazionalista e sciovinista della borghesia ci conduce alla guerra [guerra dei Balcani (1912-1913)]; la classe operaia deve unirsi e serrare i suoi ranghi per realizzare il suo obiettivo supremo: la pace nei Balcani, l'instaurazione di una repubblica federativa balcanica e la liberazione del proletariato. (da Esser pronti[4])
  • [Davanti al processo di Lipsa nel 1933] Sono innocente, ma preferirei essere condannato a morte dal tribunale tedesco, piuttosto che essere assolto grazie ad un'arringa simile a quella che ha fatto qui il dottor Sack, difensore di Torgler.[4]
  • [Davanti al processo di Lipsa nel 1933] A questo processo non sono un debitore ma un creditore.[4]
  • È una lezione edificante per tutti coloro che hanno un cervello per riflettere, orecchi per ascoltare e occhi per vedere. (dall'intervista rilasciata il 26 settembre 1946 ai giornalisti francesi sul processo di Norimberga[4])
  • L'insurrezione popolare antifascista ha operato una svolta decisiva nello sviluppo del nostro paese. Essa ha aperto una nuova èra nella sua storia, un'èra di profonde trasformazioni rivoluzionarie, politiche, economiche, sociali e culturali; trasformazioni che aprono la strada ad un ordine sociale nuovo, in cui sarà eliminato lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. (dal discorso pronunciato il 25 dicembre 1945 al Parlamento[4])
  • Se oggi Hitler parla della "sovranità della Germania" domani parlerà della "sovranità di tutti i tedeschi". Attraverso queste parole d'ordine egli cercherà di realizzare l'annessione dell'Austria, l'annientamento della Cecoslovacchia come Stato indipendente, l'occupazione dell'Alsazia-Lorena, di Danzica, della parte meridionale della Danimarca, di Memel, ecc..
    È dunque evidente che i popoli dell'Europa occidentale commetterebbero un fatale errore se si lasciassero cullare dall'illusione di non esser minacciati dai fautori di guerra fascisti in Europa e in Estremo Oriente. (da La lotta per il fronte unico contro il fascismo e la guerra, Sofia 1939)
  • Dimitrov: Göring ha affermato davanti a questo tribunale [processo di Lipsia del 1933] che comunismo sarebbe sinonimo d'assassinio, si sa che dopo la guerra [1915 - 1918] parecchi assassinii politici sono stati perpetrati in Germania, dove sono stati uccisi tra l'altro i leaders della classe operaia Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg come anche i rappresentanti dei partiti borghesi Rathenau e Erzberger. Il testimone potrebbe dirci quali sono gli autori di questi assassinii? non è forse vero che si trovano negli ambienti della destra che sono ora alleati dei nazionalsocialisti?
    Göebbels: Dimitrov, vorrebbe forse risalire ad Adamo ed Eva?
    Dimitrov: Sono soddisfatto della risposta, poiché eludere la domanda è anche un modo di rispondere.[4]

Citazioni su Georgi Dimitrov[modifica]

  • Durante il processo che si tiene davanti alla corte suprema a Lipsia, malgrado le difficilissime condizioni, Dimitrov rovescia le parti: l'accusato si trasforma in accusatore, facendo naufragare il piano nazista. Ricusa l'avvocato d'ufficio, e dimostra l'infondatezza dell'accusa interrogando personalmente i testimoni e ricostruendo in modo plausibile i fatti: il complotto cui prodest? Göring, ministro-presidente, perde le staffe più volte dinanzi ad un avversario che si rivela più coriaceo del previsto. Un bel momento passa agli insulti: «Taci, canaglia!» (Carlo Quintavalle)
  • Georgi Dimitrov è un ex tipografo, un populista che si orienta istintivamente fra le tattiche politiche, i classici del materialismo storico e una complessa realtà che egli giudica con un occhio provinciale. (Carlo Quintavalle)
  • Vi insegnerò io ciò che sa il popolo tedesco. Il popolo tedesco sa che la vostra condotta qui è inqualificabile, che siete venuto in Germania per incendiare il Reichstag. Non sono venuto in tribunale per subire il vostro interrogatorio, né per sentire le vostre rimostranze, per me siete un criminale che deve essere impiccato. (Hermann Göring)

Note[modifica]

  1. Dal Rapporto al VII Congresso dell'Internazionale Comunista; riportato in Dal fronte antifascista alla democrazia popolare, Rinascita, Roma, 1950, pp. 4-5.
  2. Citato in Georgi Dimitrov, Diario. Gli anni di Mosca (1934-1945), p.314
  3. Citato in Dimitrov smaschera il fascismo a Lipsia, resistenze.org, luglio 1949.
  4. a b c d e f Citato in Stella Blagoeva, Gheorghi Dimitrov, traduzione di Michela Caruso, Editori Riuniti, Roma 1972.

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