Gianni Rivera

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Gianni Rivera

Giovanni Rivera detto Gianni (1943 – vivente), ex calciatore e politico italiano.

Citazioni di Gianni Rivera[modifica]

  • Non riesco mai ad infastidirmi per le parole di Galliani. La sua incompetenza è evidente.[1]
  • Non sono mai stato un calciatore, ho sempre giocato a pallone.[2]
  • Non sono stato simpatico a parecchi giornalisti italiani perché ho apertamente discusso le loro convinzioni calcistiche.[3]
  • Sono cose che tutti sanno, è dunque ora che si dicano. Sta scritto da qualche parte che il Milan non debba raggiungere la Juventus. È il terzo scudetto che ci fregano, così non si può andare avanti. Se lo avessimo saputo non avremmo nemmeno partecipato al campionato. I casi sono due: o io mi sono inventato tutto e allora mi squalificano a vita, oppure riconoscono di avere sbagliato e bisogna cambiare, sostituire chi non è all'altezza.[4]
  • [Su Giacinto Facchetti] Una grande persona. Molto più grande sul piano umano rispetto a quello sportivo. Fuori dal campo valeva molto, molto di più.[5]

Rivera ricorda Beppe Viola: «Mi manca il poeta del gol»

Citato in Tuttosport.com, 16 ottobre 2012.

  • Beppe Viola mi manca, eravamo diventati amici, con lui era facile esserlo. Abbiamo condiviso parecchio di ciò che voleva dire il calcio in quel periodo. [...] uno che era un poeta del nostro sport, un innovativo, dal quale accettavo ogni critica, perché sapevo che lui era sempre in buona fede.
  • So che quell'intervista[6] è rimasta impressa a tanta gente, e tutti si ricordano di quella parte in cui eravamo a bordo del tram: era un qualcosa fuori dal comune, un po' come lo stesso Viola. Mi ricordo che quella era una domenica senza calcio, e la Domenica Sportiva di quel giorno era in pratica dedicata tutta a me. È stato bello.
  • [Riferito a Beppe Viola] Quella sua diversità rispetto agli altri, che mi divertiva così tanto. Da lui era più facile accettare le critiche, anche perché di calcio ne capiva, era competente e non uno dei tanti.

«Liedholm e Schiaffino: io al Milan grazie a loro»

Intervista di Nicola Cecere, La Gazzetta dello Sport, 14 dicembre 2019, p. 7.

  • [Su Nereo Rocco.] Era unico, sapeva alleggerire il carico di responsabilità avverito dai giocatori con le sue battute folgoranti. Sapeva cogliere i momenti per agire anzitutto in chiave psicologica.
  • Furono Pedroni e Gipo Viani a portarmi da Alessandria a Milano per fare un provino [con il Milan] sul campo di Linate. Una partita al termine della quale due giocatori della prima squadra, Liedholm e Schiaffino, andarono da Viani, il nostro d.s., a dirgli che quel ragazzino andava assolutamente preso. Non avevo ancora compiuto i 16 anni: la mia storia cominciò da questa raccomandazione illustre.
  • Ho sempre condiviso le gioie con tutti i compagni che ho avuto: fuoriclasse, giocatori medi, anche un po' scarsi. Ma ho sempre detto che quel Pallone d'oro [vinto nel 1969] avrei dovuto romperlo in pezzettini da donare a ciascuno dei miei compagni di avventura: nel calcio vince la squadra.
  • [«Più forte il suo Cesare o Paolo?»] Il mio Maldini è stato un difensore di rara efficacia e personalità, ma usava solo il destro. Paolo ha evidentemente ricevuto dal padre quel qualcosa in più che Cesare non era riuscito ad esprimere.
  • [«Esiste uno "spirito Milan"?»] Sì, c'è un filo che lega i vari periodi ed è la correttezza dei rapporti interni e la pacatezza degli atteggiamenti esterni: non siamo mai stati una squadra di urlatori. Al punto che i cronisti ci rimproveravano spesso: Gianni, non ci date mai dei titoloni...

Gianni Rivera: “Io come Mick Jagger, la vita inizia a 80 anni: datemi la Nazionale”»

Intervista di Maurizio Crosetti, Repubblica.it, 17 agosto 2023

  • Quando Liedholm andò alla Roma, consigliai il presidente Colombo di prendere Giacomini, mi sembrava il nome giusto per allenarci. E Giacomini, quando arrivò, disse subito al presidente che io gli avrei creato problemi: così mi ritirai per amore del Milan, sbagliando. È triste essere messi da parte da chi abbiamo aiutato ad arrivare.
  • In Nazionale abbiamo sempre giocato insieme [con Sandro Mazzola], poi Varcareggi in Messico subì pressioni da Coverciano e dal direttore della Gazzetta. La staffetta fu una stupidaggine. E io davo fastidio.
  • [Sul gol del 4-3 alla Germania nella semifinale del Campionato mondiale di calcio 1970] Avevo in mente di dribblarli tutti, poi vidi il muro bianco davanti a me e passai il pallone di lato, per riceverlo più avanti. Ma solo rivedendo l'azione in tivù mi accorsi di avere segnato di destro e non di sinistro, tanto rapido era stato il mio cambio di piede.

Citazioni su Gianni Rivera[modifica]

  • Come spenti | passano i vinti, passa il vittorioso | manipolo, ridente pur se stanco. | E in mezzo, lui, che ancora la tribuna | vibra al suo nome, echeggia la collina. | A testa china, assorto, | la dolce nuca ersuta di sudore, | l'ecchimosi, lo strappo sulla maglia. (Fernanda Romagnoli)
  • Diventai milanista perché da piccolo trovai un giorno per terra il portafoglio di mio nonno. Lo aprii e vidi le foto ingiallite di padre Pio e Gianni Rivera, che io non conoscevo, non sapevo chi fossero. Lo chiesi a mio nonno e lui mi spiegò: uno fa i miracoli, l'altro è un popolare frate pugliese. (Diego Abatantuono)
  • Era la prima domenica de i' ggirone di ritorno dell'anno di grazia millenuvecient' sessantadue. Sullo stadio di San Sir' il cielo da sereno di colpo, per incanto, si scurò. Tutti i nuvolon' ner' hann' accuminciat' a scuntrarse, e buttavano saette, lambi, strill', un burdello tremendo dentro il celo, di colpo, dalle nubi squarciat' come da due potenti mani spunta il crapino di Dio – un bell'uomo, sui quarant'anni – che punta il suo indice tremendo su i' ccampo di San Siro e dice: "Gianni Rivera, ciapp' questo pallone, un Tango, e vai in giro per il mondo a insegnare il giuoco del calcio!" (Eccezzziunale... veramente)
  • Piedi da artista, inventiva da grande regista e senso del gol fanno di Rivera uno dei giganti di ogni epoca del calcio mondiale. (Carlo Felice Chiesa)
  • Rivera gioca un calcio in prosa: ma la sua è una prosa poetica, da «elzeviro». (Pier Paolo Pasolini)
  • Uno stile inarrivabile: il tocco di velluto, il passaggio rasoterra millimetrico, il senso del gol. (Carlo Felice Chiesa)

Note[modifica]

  1. Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2113. ISBN 8880898620
  2. Intervistato nel programma televisivo Ballando con le Stelle, 7 gennaio 2012.
  3. Citato in Il giorno dei numeri 10. Auguri ai super del calcio, Gazzetta.it, 10 ottobre 2010.
  4. Da un'intervista del 12 marzo 1972 dopo la partita Cagliari-Milan 2-1; citato in Totti e la Juve? Rivera usò le stesse frasi nel '72, Corrieredellosport.it, 7 ottobre 2014.
  5. Citato in Mazzola: "Compagno meraviglioso sempre pronto a lottare", Repubblica.it, 4 settembre 2006.
  6. Si riferisce ad un'intervista realizzata sul tram 15 di Milano in mezzo ai passeggeri.

Voci correlate[modifica]

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