Gilberto Finzi

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Gilberto Finzi (1927 – 2014), scrittore e critico letterario italiano.

Salvatore Quasimodo[modifica]

Incipit[modifica]

  • La Sicilia e Milano: tra questi due poli estremi, sintesi di quasi ogni differenza (culturale, industriale, tecnologica, ecc.) fra un nord e un sud ancora così distanti, si situa l'Italia di Quasimodo. La sua esperienza di uomo e di poeta va dalla solitudine e dal mito di una Sicilia misera eppure orgogliosa a una Milano industriale, un tempo centro attivo della Resistenza, ora vertice nostrano della "civiltà dell'atomo" e della società in ascesa.

Citazioni[modifica]

  • Non di rado Quasimodo è pubblicamente o privatamente intervenuto a favore di scrittori incarcerati, vessati, messi a tacere in ogni parte del mondo.
    Se il suo linguaggio è il segno tipico di una indubbia originalità poetica, i suoi concreti interessi etici e democratici documentano quel coraggio e quella costante aspirazione alla libertà individuale e collettiva che pure costituiscono il necessario tessuto, il sottofondo, l'origine stessa della sua più alta poesia. (p. 8)
  • Il primo Quasimodo, quello di Acque e terre rivela ancora influenze pascoliane, dannunziane: ma la sua voce autentica già accumula esperienze esistenziali private in un linguaggio perfettamente cosciente delle proprie possibilità espressive. (p. 8)
  • Il mito di Quasimodo sorge dalla maturità di Òboe sommerso e Erato e Apôllion: ed è il mito della solitudine psicologica e metafisica dell'uomo nel dolore della vita, il nulla delle macerie del cuore, la frustrazione totale dell'esistenza, che si fanno canto e poesia nel punto stesso della massima astratta disperazione. (p. 8)
  • Il mito antico di Quasimodo è un sentimento della solitudine che si fa canto e monodia sorgendo dalle macerie psichiche ed esistenziali dell'individuo. Questo mito, chiuso e maturo in un linguaggio la cui "vocalità" è stata messa in risalto dalla critica, attraverso un'evoluzione atteatata dalle dichiarazioni di poetica oltre che dalle poesie intermedie o di transizione, è rimesso in discussione di fronte alla storia, ai problemi collettivi, ai temi sociali. (p. 11)
  • L'antimito (o il nuovo mito) di Quasimodo è ora un valore morale e civile entro il quale il singolo possa riconoscersi, integro e psicologicamente, socialmente, politicamente libero. (p. 11)
  • A Milano, nella "natura deforme" della città dove la gente è numero, quantità, c'è per il poeta forse ancora una razionale-emozionale possibilità di contestazione delle strutture (sociali, politiche, culturali) in una nuova epica moderna. (p. 13)
  • Dopo la "poetica della parola", il vocalismo puro, le immagini traslucide e la musica di Ed è subito sera, nella poesia di Quasimodo si fa strada una coscienza di linguaggio che alla perfezione formale – pur conservata e trasferita in ogni evento poetico successivo – preferisce la significazione e la comunicazione. (p. 13)

Bibliografia[modifica]

  • Gilberto Finzi, Salvatore Quasimodo, introduzione a Salvatore Quasimodo, Tutte le poesie, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1968.