Gilles Bellemère

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Frontespizio de In primam primi Decretalium libri partem praelectiones, di Gilles de Bellemère

Gilles de Bellemère (1342 – 1407), vescovo e scrittore francese.

Le quindici gioie del matrimonio[modifica]

Incipit[modifica]

Molti hanno cercato di mostrare con validi argomenti e citazioni che è maggior felicità è vivere in modo libero e franco che non asservirsi volontariamente e senza esserne costretti. Secondo la loro opinione, si potrebbe dire che non ha buon senso colui che, in gioia e delizia, nel fiore della gioventù, di sua libera volontà e di sua propria iniziativa, senza necessità alcuna, infila l'entrata di una prigione stretta e dolorosa, piena di lacrime, di gemiti e di angoscia, e vi si butta dentro. E quando è là rinchiuso, gli serrano a chiavistelo la porta, che è di ferro e sbarrata, ed egli rimane così prigioniero che giammai, per preghiere che faccia o ricchezze che prometta, non potrà uscirne. E più ancora si dovrà ritenere folle e incosciente l'essersi così imprigionato, se fin dapprima egli ha udito gemere e piangere in quel carcere i prigionieri che vi erano.

Citazioni[modifica]

  • [...] chi non ama il proprio bene personale è uomo privo di senno, soprattutto quando può farlo senza danneggiare altri [...]. (p. 16)
  • [...] io non biasimo coloro che si sposano, ma sono anzi della loro opinione, e dico che fanno bene perché noi siamo in questo mondo solo per fare penitenza, e soffrire afflizioni e mortificare la carne onde avere il Paradiso. (p. 17)
  • La terza gioia del matrimonio è quando il giovane marito e sua moglie, giovane come lui, han preso piacere e diletto, ed ella rimane incinta, e per avventura non di suo marito, come avviene spesso. (p. 27)

Bibliografia[modifica]

  • Gilles Bellemère, Le quindici gioie del matrimonio (Les quinze yoies de mariage), traduzione di Ugo Dèttore, TEN 1994.

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