Giorgio Meletti

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Giorgio Meletti (1958 – vivente), giornalista italiano.

Citazioni di Giorgio Meletti[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Riguardo le imminenti elezioni del Presidente della Repubblica Italiana nel 2013] Franco Marini ha compiuto la settimana scorsa 80 anni e si prepara all'ultimo tentativo di coronare una carriera tutta nel nome della prudenza, dell’equidistanza, del buon vicinato, sempre in nome di una saggezza popolare della quale si ritiene magistrale profeta.[1]
  • Letta alla scuola democristiana ha imparato che non mantieni il potere per 50 anni solo con compromessi e passi indietro: c'è anche il momento in cui devi tirare una linea. In una parola, rischiare.[2]

Incipit di alcune opere[modifica]

La paga dei padroni[modifica]

Nove milioni e 427mila euro. È quanto la banca Unicredit ha dato come compenso per il 2007 all'amministratore delegato Alessandro Profumo. Non sorprende che il cinquantunenne banchiere genovese sia stato il manager italiano più pagato dell'anno. In poco tempo ha fatto del vecchio Credito Italiano una delle più forti e innovative banche d'Europa e si è conquistato sul campo una eccellente reputazione professionale.
Profumo ha guadagnato oltre 25mila euro al giorno. Secondo l'Ires, il centro studi della Cgil, nel 2007 i lavoratori dipendenti italiani hanno percepito in media 24.890 euro lordi. Dunque il numero uno dell'Unicredit ha incassato ogni giorno quanto un lavoratore medio in un anno. Un normale operaio o impiegato, per mettere insieme quanto Profumo in dodici mesi, dovrebbe lavorare 365 anni. In altri termini, una dinastia di lavoratori medi impiegherebbe almeno dieci generazioni a pareggiare il conto.

Nel paese dei Moratti[modifica]

Le morti sul lavoro non sono un fenomeno meteorologico. Nel 2009 in Italia sono rimaste per la prima volta sotto quota mille, tre per ogni giorno feriale, e secondo l'Inail (Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) il calo è dovuto anche alla crisi e al rallentamento dell'economia. Nel nostro sistema, dunque, un certo numero di cadaveri è considerato un naturale prodotto del metabolismo industriale.
Il 26 maggio 2009 a Sarroch, in provincia di Cagliari, tre operai hanno perso la vita dentro la Saras, una delle maggiori e più moderne raffinerie d'Europa. Un incidente assurdo, apparentemente inspiegabile. La grande stampa italiana se n'è occupata per un paio di giorni, poi se n'è disinteressata.
A questa distrazione ha contribuito il fatto che i fratelli Gianmarco e Massimo Moratti, proprietari dell'azienda, sono tra gli uomini più ricchi d'Italia. Da mezzo secolo quel gigantesco alambicco, costruito da Angelo Moratti in un angolo della Sardegna così bello da chiamarsi Golfo degli Angeli, pompa verso Milano un'imponente massa di profitti. Nessuno sa che fine facciano quei soldi, come è giusto che sia; nonostante le proporzioni, stiamo sempre parlando degli affari privati di una famiglia.

Note[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • Gianni Dragoni e Giorgio Meletti, La paga dei padroni, Chiarelettere, 2008. ISBN 9788861900578
  • Giorgio Meletti, Nel paese dei Moratti. Sarroch-Italia: una storia ordinaria di capitalismo coloniale, Chiarelettere, 2010. ISBN 9788861901186