Giorgio Porreca

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Giorgio Porreca (1927 – 1988), scacchista italiano.

Citazioni di Giorgio Porreca[modifica]

  • Il 6 settembre [1976] in località Poggio a Vico nel comune di Ruffina, a circa 20 chilometri da Firenze, un colono improvvisamente impazzito accoltellava a morte la moglie e i due figli, per poi dirigere la follia omicida contro un'anziana vicina di casa, da qualche tempo trasferitasi da Firenze in campagna: Clarice Benini! I quotidiani hanno pubblicato questa notizia senza sospettare che dietro a tanta tragedia c'era il nome della più grande scacchista italiana di tutti i tempi.[1]
  • Inviato a Budapest nel giugno 1926 quale rappresentante italiano al torneo organizzato per celebrare il congresso della Fide[2], Monticelli si trovò a competere con l'élite scacchistica del tempo: Rubinstein, Tartakover, Reti, Grünfeld... Con una gagliarda condotta di gioco (perse per ben tre volte, ma solo lui seppe cogliere sette vittorie), Monticelli riuscì a mantenersi nel gruppo di testa e l'ultimo giorno, grazie ad una vittoria su Reti che forse solo Capablanca avrebbe saputo cesellare allo stesso modo, impose a Grünfeld la divisione del primo posto. Ma ciò che più impressionò fu il gioco spigliato, duttile, coraggioso di Monticelli.[3]

Manuale teorico-pratico delle aperture[modifica]

  • È convenzione comunemente accettata attribuire il titolo di primo teorico [degli scacchi] dell'epoca moderna a Ruy Lopez, vescovo di Sigura, autore nel 1561 dell'opera Libro de la invencion liberal y arte del juego del Axedrez, muy util y prouchosa. Dalla descrizione di alcune aperture appare evidente il diverso criterio di impostare le varianti; in Ruy Lopez queste attendono con una certa chiarezza ad un problema formulato dagli autori precedenti in modo improprio e nebuloso: il problema del centro. (Lo sviluppo storico del pensiero scacchistico, pp. XIV-XV)
  • Il vescovo di Sigura intuisce il significato del centro e addirittura anticipa, sia pure in modo fortunoso, un concetto moderno in un'apertura che appunto venne chiamata Ruy Lopez o Spagnola, e che ancora oggi tiene banco in competizioni a tutti i livelli. (Lo sviluppo storico del pensiero scacchistico, p. XV)
  • [...], imprecise che siano le risultanze teoriche di Ruy Lopez, l'importanza storica del vescovo di Sigura è fuori discussione, perché con lui per la prima volta le ricerche poggiano su una idea, sia pure strategicamente configurata in forma grezza e tatticamente espressa in modo approssimato. (Lo sviluppo storico del pensiero scacchistico, p. XV)

Incipit di La partita ortodossa[modifica]

Col nome di Variante Ortodossa si definisce una delle varianti piú note della Partita di Donna. L'impianto, che la caratterizza, è il prodotto di una successione di mosse estremamente logiche, sì che è possibile dire che la Variante Ortodossa sta alla Partita di Donna, come il gioco Piano sta alla Partita di Re; entrambi gli impianti poggiano infatti sui princípi teorici piú semplici e comuni.

Citazioni su Giorgio Porreca[modifica]

  • Maestro internazionale, due volte campione d'Italia è stato il primo estimatore della scuola sovietica. Porreca era un profondo conoscitore della lingua russa, sugli scacchi aveva pubblicato numerosi libri.[4]

Note[modifica]

  1. Clarice Benini in «Scacco», a. VIII, n. 10, 1976, pp. 303-304; citato in Adriano Chicco e Antonio Rosino, Storia degli scacchi in Italia dalle origini ai giorni nostri, Marsilio Editori, Venezia, 1990, Parte quinta, cap. 39, p. 489.
  2. Fédération Internationale des Échecs.
  3. Citato in Adriano Chicco e Antonio Rosino, Storia degli scacchi in Italia dalle origini ai giorni nostri, Marsilio Editori, Venezia, 1990, Parte quinta, cap. 30, p. 309.
  4. Dal necrologio su La Repubblica, 10 gennaio 1988.

Bibliografia[modifica]

  • Giorgio Porreca, La partita ortodossa, Mursia, 1973.
  • Giorgio Porreca, Manuale teorico pratico delle aperture, settima edizione, Mursia, Milano, 1983.

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