Giovanni Grazzini

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Lo scrittore Luigi Silori, a sinistra, e il critico Giovanni Grazzini, 1964

Giovanni Grazzini (1925 – 2001), critico cinematografico italiano.

Citazioni di Giovanni Grazzini[modifica]

  • La parabola pronunciata da Fellini può anche lasciarci freddi, se la isoliamo dal contesto [...], ma l'eccezionalità del film sta proprio nella "bella confusione" [...] di errore e verità, di realtà e sogno, di valori stilistici e valori umani, nel totale adeguamento del linguaggio cinematografico di Fellini alle sconnesse immaginazioni di Guido. Come distinguere il regista della realtà da quello della finzione è impossibile, così i difetti di Fellini coincidono con le ombre spirituali di Guido. L'osmosi tra arte e vita è strabiliante. Certo siamo di fronte a un esperimento irripetibile. [...] In Otto e mezzo l'operazione è riuscita fino allo spasimo. [...] I motivi (e le polemiche) che serpeggiano nel film sono infiniti e appartengono a un repertorio già noto: è vano tentare di farne un elenco, così come degli scorci di racconto, dei ritratti e dei paesaggi umani. Ovunque qui il genio di Fellini brilla come raramente si è visto al cinema. Non c'è ambiente, non c'è personaggio, non c'è situazione privi di un significato preciso sul grande palcoscenico di Otto e mezzo.[1]
  • Nostra Signora dei Turchi è uno dei film più interessanti, fra quelli visti quest'anno a Venezia, [...] è un film sui generis che utilizza esperienze surrealiste con fantasia sensuale e arguta, applicata in uguale misura alla figurazione visiva e sonora. Certamente è nevrotico, indisciplinato, talora irritante, più vicino all'insalata mista che a un lineare modello di opera d'arte, ma conferma che Carmelo Bene, sia come attore (al cinema l'eco di Jerry Lewis si fa più sentire) sia come regista, ha un'indiscutibile personalità d'ingordo visionario.[2]
  • [Su Fratello sole, sorella luna] Piace molto che, per raggiungere questo traguardo, l'antico discepolo di Visconti abbia governato con misura la sua accesa fantasia di estetizzante. Il film naturalmente trabocca, quando occorre, di lusso scenografico [...], ma di morbida limpidezza sono tutte le scene, all'aria aperta, nei miracolosi panorami umbri e toscani, in cui il Francesco dei poveri si muove e sorride. Rifiutando i toni agiografici e predicatori [...] Zeffirelli persuade soprattutto per l'armoniosità del rapporto tra i luoghi e i personaggi, ora grevi e ferrigni ora aerei e quasi impalpabili [...]. Non diciamo per questo che il film è privo di difetti: il racconto ha squilibri, freddezze, echi teatrali [...]. Però è un film molto fuori dall'ordinario, e quasi sempre una gioia per gli occhi.[3]
  • Pur rimanendo uno spettacolo che ci coinvolge di rado, ogni tanto persino noioso e squilibrato nell'architettura, il film [Il messia] ci offre infatti le cose nella loro verità di natura, fatti e notizie più che idee e sentimenti.[4]
  • Succosa metafora della condizione religiosa e sociale degli anni sessanta, In nome del padre è un film provocante, dunque vitale e dove i simboli sono trasparenti. Scavalcando il reale plausibile è di fortissimo risalto espressionistico, crudo nell'affresco dell’ambiente, feroce nel taglio dei tipi. Una fantasia potente lo governa.[5]

Note[modifica]

  1. Da Corriere della Sera, 16 febbraio 1963; citato in Claudio G. Fava, I film di Federico Fellini, volume 1 di Effetto cinema, Gremese Editore, 1995, pp. 108-109. ISBN 8876059318
  2. Da Corriere della Sera, 4 settembre 1968.
  3. Da Corriere della Sera, 11 marzo 1972; citato in Fratello sole, sorella luna, cinematografo.it.
  4. Da Cinema '76, Laterza, Bari, 1987, p. 103. ISBN 8842028738
  5. Da un articolo su Corriere della Sera, 9 settembre 1972.; citato in "Nel nome del padre" di Marco Bellocchio, cinetecadibologna.it, 2011.

Altri progetti[modifica]