Giuseppe Ciarrapico

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Giuseppe Ciarrapico

Giuseppe Ciarrapico (1934 – 2019), imprenditore, politico ed editore italiano.

Citazioni di Giuseppe Ciarrapico[modifica]

  • [Dopo il viaggio di Fini in Israele] Anch'io sono andato in Israele, ma mica mi sono messo la kippah in testa.[1]
  • Ci vuol altro [che due mesi a Regina Coeli], per uno formatosi al Campo Dux. Vi entrai la prima volta quando avevo quattro anni. Littoria era appena fatta. Tutta bianca: una cattedrale di luce.[1]
  • Fini e i finiani torneranno nell'ombra. Andremo a votare e vedremo quanti voti prenderà il transfuga Fini. Fini ha fatto sapere che presto fonderà un nuovo partito. Spero che abbia già ordinato le kippah perché è di questo che si tratta. Chi ha tradito una volta, tradisce sempre. Può darsi pure che Fini svolga una missione ma è una missione tutta sua personale.[2]
  • Fischi? Non ne ho sentiti. Solo contestazioni di gioia.[3]
  • [Silvio Berlusconi] è entrato nel cuore dei fascisti da tempo. Non ha mai festeggiato il 25 aprile, contro il fascismo non ha mai detto una parola. Berlusconi dice che 120 anni sono una conquista ormai acquisita dell'uomo occidentale; con i suoi mezzi, lui ce ne può aggiungere altri venti. È appena a metà della vita. Ai tempi del lodo Mondadori ho vissuto a casa sua per tre mesi. Un giorno mi chiese: "Ma tu quanto sei alto?". Uno e 71, risposi. "Ma puoi guadagnare quattro centimetri, anche cinque!" esclamò. E mi regalò un paio di scarpe col tacco. È tutto quel che ho guadagnato dalla vicenda Mondadori. [1]
  • [Sul soggiorno in carcere] Sono il presidente della Roma, ero il presidente di Regina Coeli.[4]
  • Due gay che si baciano mi fanno schifo. Durante il fascismo venivano mandati a Carbonia, scavavano e stavano benissimo. Oggi non vale nemmeno la pena mandarceli.[5]
  • Sono mussoliniano dall'età di quattro anni.[1]
  • [Su Giorgio Almirante] Sono stato io a presentargli Fini: l'errore della vita; [Giulio Andreotti] un accorto gestore di una democrazia malata; [Bettino Craxi] L'unico statista che abbiamo avuto dai tempi del Principale. Non a caso ne era un grande estimatore. Ad Hammamet discutevamo per ore con Bettino del Duce. Una volta che doveva inaugurare un monumento ad Anita Garibaldi, mi chiese di ritrovargli il discorso che aveva fatto il Principale su di lei. Se lo guardò beato, faceva riavvolgere la pellicola per studiarsi le mosse.[1]
  • Sono un fazionario: adesso che ho comprato la Roma sono un romanista convinto.[6]

Note[modifica]

  1. a b c d e Citato in Aldo Cazzullo, Ciarrapico, la mina vagante del Pdl «I finiani? Traditori e rinnegati», Corriere.it, 3 ottobre 2010.
  2. Citato in Al Senato va in scena il caso Ciarrapico: «Fini? Spero che abbia già ordinato le kippah», Il Sole 24 Ore.com, 30 settembre 2010.
  3. Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 41. ISBN 88-8598-826-2
  4. Citato in Nello Ajello, Così parlò Tangentopoli, la Repubblica, 24 ottobre 1993.
  5. Ciarrapico: "I gay? Col duce in miniera", su Il Fatto Quotidiano, 23 febbraio 2012. URL consultato il 15 aprile 2019.
  6. Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 33. ISBN 88-8598-826-2

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