Giuseppe Sigismondo

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Giuseppe Sigismondo (1739 – 1826), scrittore e storico italiano.

Descrizione della città di Napoli[modifica]

  • Circa otto miglia all'oriente della Città di Napoli, e due in distanza dal mare verso il mezzogiorno, s'erge questo Monte ignivomo di altezza circa due miglia chiamato dai Latini Vesuvius, Vesbius, dagl'Italiani Vesuvio, e da Napoletani Montagna di Somma.
  • [Vesuvio] Nelle sue falde si fanno i vini più squisiti chiamati da' Napoletani Lagrima e Greco, e frutta le più delicate; e ciò si attribuisce alle ceneri che cadono dal Monte sul sottoposto terreno, le quali impregnate di solsi, e mischiate colle acque piovane rendono fertilissime le campagne, e più saporose l'erbe e le frutta.
  • Lucrezio, Diodoro di Sicilia, Strabone, e Vitruvio ci han lasciato memorie, che questo Monte avesse antichissimamente brugiato; ma non restava quasi degli antichi Incendj alcuna ricordanza agli abitatori ivi presso, i quali vivevano nella maggior sicurezza, e fra gli altri quelli della Città Erculea, e Pompei: ma a' 24 d'Agosto dell'anno 79 dell'era volgare sotto l'Impero di Tito impensatamente aprissi il Vesuvio, e buttando gran copia di fiamme, ceneri, e sassi, distrusse le due enunciate Città, uccise gran numero di persone, e tra queste vi fu il celebre Plinio, il quale trovandosi nel Porto di Miseno colla sua Armata Navale, vi accorse con un Bireme, per osservar più da presso il fenomeno, e vi rimase soffocato; come rilevasi da due lettere dell'altro Plinio di lui nipote scritte a Cornelio Tacito, che gli avea di ciò chiesto conto, per registrarlo nella sua Storia, le quali sono la decimasesta, e vigesima del libro stesso.
  • Sul Monte [Vesuvio] si può salire per tre strade, cioè dalla banda di Ottajano, dalla banda della Regina e dall'altra di San Sebastiano ch'è la migliore. Delle pietre di questo Monte se ne fanno al presente bellissimi lavori, fin anco nelle piccole scatole da tabacco, non senza però una gran fatica.
  • [Sulla Scuola militare "Nunziatella"] Ecco risorto nel nostro re Ferdinando IV un Luigi XIV come altrove ho detto; ed ecco i giovanetti Militari a portata di sapere per così dire da ragazzi quello, che tanti nostri valorosi Capitani, i quali nei Secoli passati resero col di loro nome illustre la Patria per tutta l'Europa, con tanto travaglio appresero pressoché in tutta la vita; trovandosi in questo luogo unito quanto possa occorrere a rendere un abile, dotto, e perfetto Militare.

Bibliografia[modifica]

  • Giuseppe Sigismondo, Descrizione della città di Napoli; citato in Il Vesuvio, Pierro Gruppo Editori Campani, 2000.