Gaspare Barbiellini Amidei

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Gaspare Barbiellini Amidei (1934 – 2007), giornalista e scrittore italiano.

Citazioni di Gaspare Barbiellini Amidei[modifica]

  • Maritain, che altro possiamo dire di lui, sulla linea che lui meglio di ogni altro ha percorso in questi decenni? Maritain ha capito più di quanto abbiano fatto tutti gli altri pensatori cattolici del Novecento. (da Marx e Maritain, in Studi Cattolici, aprile – maggio 1973)

I nostri ragazzi[modifica]

Incipit[modifica]

Avevo fretta di pubblicare questo libro. Ora che è stampato mi sento più tranquillo. Se il panorama cambia, la fotografia resta. Non è molto, una fotografia, ma è già un ricordo che non è possibile negare, contestare. Mi capita spesso così, davanti al mare d'Elba: la mattina d'estate, all'alba, visto dalla mia casa fra i boschi della Lamaia, è immobile e lucente di sole, senza motoscafi e senza uomini. Due ore dopo ci sono nuvole in cielo, le onde si increspano, grosse barche sporcano il golfo, uno scirocco fastidioso scuote i lecci della collina. I nostri ragazzi diventano uomini non nostri. Per un anno ho scritto su un settimanale, Oggi, parlando di giovani, delle loro abitudini, di quel che riesco a intuire della loro felicità, dei loro assilli. Avevo accanto i miei ragazzi, 16 e 13 anni, e raccontando di loro ho annotato quel che capivo di una generazione. Ma come il mare dell'Elba, mi sono cambiati sotto gli occhi. La metamorfosi di un figlio è sentimento complesso per un padre.

Citazioni[modifica]

  • È il sogno più comune del mondo, vissuto almeno una volta l'anno da milioni di adulti: un signore bussa alla porta e vi consegna una lettera raccomandata, firmata dal preside del liceo nel quale avete studiato da ragazzi. Dopo un breve giro di parole nel quale vi si assicura che buono è il ricordo che avete lasciato nella scuola frequentata tanti anni fa, e dopo avervi portato il saluto della vecchia segretaria e dell'imperituro bidello, ecco la comunicazione: per incredibile disguido burocratico, dovuto alla mancanza degli appositi documenti e della necessaria marca da bollo nella domanda di ammissione, il vostro esame di licenza liceale è risultato non valido a una ispezione cominciata negli archivi scolastici per altra ragione. Ne discende che i successivi esami di abilitazione e di laurea, effettuati in base a una maturità legalmente inesistente, risultano non sostenuti, e dovranno essere ripetuti, dopo che saranno state affrontate nella prossima sessione estiva le nuove prove di licenza liceale.
    Qui il sogno prende diverse variabili, probabilmente dipendenti dall'abbondanza della cena consumata dal sognatore. (pag. 77)
  • I bambini mi sembrano diventati come giornali che credo di conoscere abbastanza bene: un giorno contano le tessere bianche, un giorno contano le tessere rosse, un giorno le tessere gialle. E con l'arcobaleno delle tessere mutano l'impaginazione delle notizie, il loro rilievo e la loro sottovalutazione, a volte il loro silenzio. Ci sono congressi di partito che meritano titoli a cinque colonne in prima pagina, viaggi di leader potenti che si portano appresso un codazzo di inviati speciali e di autorevoli facitori d'opinione, altri congressi che finiscono in poche righe di una pagina interna, altri viaggi che si conquistano soltanto una distratta segnalazione a una colonna.

Perché credere?[modifica]

Incipit[modifica]

Doc'è il male?
Ora che il comunismo è morto, in che cosa può credere un ragazzo che credeva nel comunismo? Avevo cominciato a ragionare a partire da questa domanda. Ma il mio ragazzo mi ha chiesto: sei sicuro che il comunismo sia morto? Mi ero sentito rivolgere la stssa domanda nella primavera del 1987, appena arrivato a Roma per dirigere un giornale. Me la proponeva uno scrittore dissidente russo che avevo invitato a collaborare proprio perché narrasse la morte di quel comunismo che lo aveva prima perseguitato e poi esiliato.

Citazioni[modifica]

  • Solitario e ostinato Aleksandr Zinovev, al cronista che lo assillava perché commentasse il funerale del dio che aveva fallito, girava con ironia l'interrogativo: ma è davvero finito il comunismo? Passati pochi anni, la sua diffidenza ritorna attuale. Di riflusso in riflusso, rifluisce la recente piccola illusione che sia stata per sempre liquidata la grande illusione. (p. 3)
  • Se è stato relativamente facile cambiare nome al PCI è impossibile cambiare nome a Marx. (p. 6)
  • È sgradevole dover constatare come la crisi del marxismo praticante e diffuso in Italia coincida, più o meno, con la fine della tragedia brigatista, cioè del più settario e dottrinariamente confuso attivismo rivoluzionario. (p. 7)
  • Nel marxismo il male è tutto dentro la storia, che è storia della lotta di classe. (p. 8)
  • Molto presto Paul aveva scoperto la verità di fatti antichi quanto l'umanità, lo sfruttamento degli innocenti, la miseria, il dovere drastico di ribellarsi, di insorgere contro le rinunce e contro l'ipocrisia. La fuga di un viaggio Oriente divenne una conversione e Aden-Arabia, il suo primo libro, fu il racconto di un convertito che con lo spettacolo dei diseredati aveva trovato anche le tavole di una religione terrena che si diceva capace di restituire giustizia e libertà. Questa religione era il comunismo. (p. 15)
  • Una vita pensata è sempre una vita creduta. (p. 20)
  • A molti basta un dio qualunque, cui ancorare la propria paura di restare soli, un dio che riempia il vuoto lasciato da una donna, da un figlio, da un partito che se ne sono andati. (p. 20)

Bibliografia[modifica]

  • Gaspare Barbiellini Amidei, I nostri ragazzi, Rizzoli, 1982.
  • Gaspare Barbiellini Amidei, Perché credere?, Arnoldo Mondadori Editore, 1991.

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