Ian McEwan

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Ian McEwan nel 2008

Ian McEwan (1948 – vivente), scrittore britannico.

Citazioni di Ian McEwan[modifica]

  • Il cervello è davvero un oggetto dalla filigrana così delicata che qualsiasi falso mutamento nello stato emotivo è in grado di trasformare la condizione di altri milioni di circuiti inconsci.[1]
  • Il dono più grande che ci ha fatto dio è senz'altro questo: che quando un fotone colpisce un semiconduttore libera un elettrone. Le leggi della fisica sono talmente benevole, talmente generose. Senta qua. C'è un uomo nella foresta, sotto la pioggia, e sta morendo di sete. Ha con sé un'accetta e comincia a tirar giù gli alberi per berne la linfa. Un sorso per ogni albero. Intorno gli si fa il deserto, niente più piante o animali, e l'uomo sa che per colpa sua la foresta scomparirà presto. Allora perché non apre la bocca e non beve la pioggia? Per il semplice motivo che è molto bravo a tirar giù alberi, perché ha sempre fatto così, e perché considera un po' suonato chi propone di bere la pioggia. Ecco, la luce del sole è come quella pioggia. Inonda il nostro pianeta, condiziona il nostro clima e la sua vita. Una dolcissima pioggia di fotoni e tutto quel che dobbiamo fare è prendere i bicchieri e raccoglierla! Meno di un'ora di luce solare sulla terra basterebbe a soddisfare i bisogni del mondo intero per un anno.[2]
  • L'artista possiede la sua opera e ci sta seduto sopra guardandosi intorno con aria minacciosa, come una gallina sulle sue uova.[3]
  • L'ovvio è vero, la legge è umana e imperfetta.[4]
  • Lavorare al Pronto soccorso è come prendere lezioni di misantropia.[5]
  • Nello stato corrente del dibattito sulla Brexit, appartengo alla più piccola, triste, pessimista fazione: sono un negazionista. Quasi un anno dopo scuoto ancora la testa incredulo: non accetto questa decisione emotiva e semi-mistica di lasciare la Ue. Non posso crederci e la rifiuto.[6]
  • [Sull'11 settembre 2001] Sapevamo [...] che il mondo non sarebbe mai più stato lo stesso. Sapevamo solo che sarebbe stato peggiore.[7]

Dall'intervista su Caffè letterario

Di Giulia Mozzato, 5 maggio 2003

  • Espiazione va veramente alla radice dei sentimenti ed era quello che io cercavo di fare: rimettere al centro i sentimenti, la psicologia dei protagonisti, produrre dei personaggi "veri". Mi sono reso conto che negli ultimi tempi il "romanzo letterario" si è allontanato dalle situazioni amorose e dall'amore: grandi romanzi d'amore come Anna Karenina o Madame Bovary non erano più di moda, gli scrittori ambivano a storie più moderne lasciando l'amore a Hollywood e alle canzoni pop, o ad altre cose che non avevano nulla a che vedere con la letteratura. Ma io percepivo questo sentimento che mi veniva dal cuore, avevo l'esigenza di riportare l'amore al centro di un intreccio, con personaggi ben disegnati.
  • È vero che quando io scrivo d'impulso qualche cosa, ovviamente racconto le emozioni dei miei personaggi, ma è anche ovvio che se devo poi far muovere questi personaggi, farli agire, e svolgere una storia che regga un romanzo, per costruire la situazione e l'intreccio, ho bisogno delle idee.

Dall'intervista Gli scrittori hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale (ma hanno perso la Guerra Fredda)

Di Antonio D'Orrico, Sette, 2 novembre 2011

  • I romanzieri sono sempre dei grandi maestri di spionaggio perché, per tenere avvinta l'attenzione del lettore, non rivelano tutte le informazioni in loro possesso. Usano trucchi. Hanno segreti che non confessano se non quando gli conviene (sempre per questioni di strategia narrativa). Fanno disinformazione dando informazioni erronee ai lettori, sempre allo scopo di coinvolgerli maggiormente nella lettura.
  • Bisogna stare attenti con la finzione perché può diventare realtà, così come la realtà ama diventare finzione.
  • Negli Anni Sessanta noi abbiamo, letteralmente, sollevato il coperchio, fatto piazza pulita della repressione. E il mondo è cambiato soprattutto dal punto di vista dei rapporti umani, di quelli sessuali in particolare. Però nello stesso tempo si è anche aperto una specie di vaso di Pandora. [...] Pensavamo di scoprire una cosa e invece ne scoprivamo una diversa e di tutt'altro genere. [...] Le speranze che si avevano negli Anni Sessanta si sono via via trasformate nelle delusioni degli Anni Settanta.
  • Il giornalismo non deve chiedere perché (why, col punto interrogativo) succede una cosa, deve spiegare perché (because, senza punto interrogativo) succede una cosa.
  • Penso da sempre che il romanzo viene dall'amore o, comunque, dal gusto per il pettegolezzo. Cos'è il pettegolezzo? È la curiosità che abbiamo nei confronti dei fatti della vita altrui. Se il romanzo e il pettegolezzo sono cose durate tutto questo tempo è perché soddisfano qualcosa che è dentro di noi, qualcosa di primario. Credo che alle persone piacerà sempre leggere (conoscere) i fatti degli altri. Ne saranno sempre affascinati.

Dall'intervista Ian McEwan, "Il guscio" e il suo amletico protagonista

Di Paola Zanuttini, Il Venerdì di Repubblica, 20 marzo 2017. Riportata su Repubblica.it.

  • Uno dei momenti di irrealtà che amo di più nella letteratura europea è La metamorfosi di Kafka. Un uomo si sveglia dopo un incubo e si ritrova trasformato in un insetto gigantesco: lì c'è la linea da attraversare. Ma cosa pensa Gregor Samsa? Che farà tardi al lavoro.
  • Quando ho finito il libro [Nel gusco] pensavo che per una volta non mi sarei dovuto preoccupare della riduzione cinematografica, mi sembrava irrealizzabile. Invece un simpatico produttore americano si è fatto avanti, gli ho chiesto come pensa di cavarsela e ha risposto che non ne ha la minima idea.
  • In Inghilterra non ti perdonano il successo. [...] Non so come vada da voi [in Italia], comunque vorrei un passaporto italiano per rimanere cittadino europeo, dopo la Brexit.
  • Ma non cedo alla tentazione di pensare che se invecchio io arriva la fine dei tempi, è solo la fine del mio tempo.

Dall'intervista McEwan e il caos Brexit: "Ora Londra si svenderà ai ricchi"

Di Jean-Claude Vantroyen, traduzione di Luis E. Moriones, la Repubblica, 28 aprile 2017. Riportata su Repubblica.it.

  • Se cediamo alla tentazione di sgretolarci in diversi nazionalismi, molti vecchi fantasmi riappariranno: l' antisemitismo, il razzismo, l'illusione che il proprio paese sia stato scelto da Dio e tutte queste fantasie.
  • Vivevamo in uno dei più vasti blocchi commerciali del mondo e adesso dovremo sforzarci di concludere dei trattati commerciali con altri paesi, il che è un'assurdità. Dovremo cercare di ottenere delle cose che già avevamo.
  • Theresa May ha imposto un tono particolare al Paese, per cui le persone che non condividono le sue opinioni sono semplicemente dei facinorosi. Nemmeno la Thatcher aveva mai parlato in questo modo. È un fatto più che allarmante per la democrazia parlamentare.
  • Oggi tutti, in Gran Bretagna, cercano la nonna irlandese per avere un passaporto irlandese, vale a dire un passaporto europeo. Mia moglie ne ha già uno. Anche io ho una nonna irlandese. Non sono ancora riuscito a trovare i documenti necessari, ma li troverò.

Cani neri[modifica]

Incipit[modifica]

Wiltshire
La foto in cornice che June Tremaine teneva sul tavolino accanto al letto aveva una duplice funzione: ricordare a lei e a far conoscere ai visitatori quella bella ragazza il cui viso, a differenza di quello del marito, nascondeva ogni indizio della piega che la sua vita avrebbe preso. L'istantanea risale al '46, un paio di giorni dopo le nozze e una settimana prima della partenza per la luna di miele in Italia e in Francia. La coppia vi appare a braccetto, ai cancelli d'ingresso del British Museum.

Citazioni[modifica]

  • Non serve a niente sostenere che pensiero razionale e visione spirituale costituiscono domini separati dei quali non è concepibile una contrapposizione reale. (dal preambolo, p. 14)
  • Credere a tutto, non costringersi mai a una scelta finisce, secondo me, col coincidere con lo scetticismo totale. (dal preambolo, p. 14)
  • Non so dire se la nostra civiltà che ormai si affaccia alla fine di questo millennio soffra più per mancanza o per eccesso di fede [...] (dal preambolo, p. 14)
  • [...] commetterei una scorrettezza nei riguardi della mia personale esperienza se non dichiarassi che credo nella possibilità dell'amore di trasformare e di redimere un'esistenza. (dal preambolo, p. 14)
  • Ho conosciuto il maligno e scoperto Dio. Ne parlo come della mia scoperta, ma va da sé che non si tratta di niente di nuovo, né di mio appannaggio esclusivo. Ciascuno vive qualcosa di analogo prima o poi. Usiamo solo modi diversi per dirlo. Secondo me, tutte le grandi religioni nascono da singoli individui che si sono ritrovati in contatto con una realtà spirituale e che si sono sforzati in seguito per mantenere vivo quel sapere. Quasi tutto si perde in dogmi, cerimoniali e gerarchie. Le religioni sono fatte così. Ma alla fine ha ben poca importanza l'esposizione del concetto se si è afferrata la verità essenziale, e cioè che dentro ognuno di noi ci sono risorse infinite, il potenziale per una condizione dell'essere superiore, un fondo di bontà... (p. 53)

Chesil Beach[modifica]

Incipit[modifica]

Erano giovani, freschi di studi, e tutti e due ancora vergini in quella loro prima notte di nozze, nonché figli di un tempo in cui affrontare a voce problemi sessuali risultava semplicemente impossibile. Anche se facile non lo è mai.

Citazioni[modifica]

  • Erano adulti, una buona volta, in vacanza, e liberi di fare di testa loro. In capo a pochi anni, anche gente senza pretese si sarebbe comportata esattamente così. Ma per adesso, i tempi lo impedivano. Anche quando erano soli, migliaia di regole tacite continuavano a essere in vigore per Edward e Florence. Proprio perché erano adulti, non potevano abbandonarsi a gesti puerili come alzarsi da tavola snobbando piatti che qualcuno si era preso la briga di cucinare. Era ora di cena, no? E poi, essere infantili non era ancora onorevole, e neppure di moda. (p. 17)
  • L'unico contributo di rilievo di Edward ai preparativi per le nozze fu un'astinenza di una settimana. (p.19)
  • Essendo domenica, non si era fatto la barba: Lionel non aveva una fede religiosa, anche se a scuola fingeva. Gli piaceva riservarsi quella mattina per sé. E non radersi la domenica, gesto eccentrico per un uomo della sua posizione, significava evitarsi deliberatamente ogni impegno sociale. (p. 59)
  • La contraddizione venne ora risolta grazie all'atto di nominare il fenomeno, grazie al potere che ha la parola di rendere l'inosservato visibile. (p. 60)
  • Lionel parve capire il cambiamento verificatosi dentro il silenzio di suo figlio. (p. 61)
  • La parola «teenager» era stata inventata da poco, e non gli passò mai per la testa che quella dolorosa, dolcissima sensazione di lontananza dal resto del mondo potesse provarla come lui anche qualcun altro. (p. 62)
  • Certe volte è imbarazzante scoprire che il corpo non vuole, o non sa mentire a proposito delle emozioni. Chi è mai riuscito, per ragioni di decoro, a rallentare un cuore che batte forte, o a ricacciare indietro un rossore? (p. 72)
  • Se pensava alle amiche, riconosceva nella propria esistenza un sapore unico e particolare: quello della solitudine. (p. 73)
  • In passato, Florence aveva conosciuto soltanto il brodo rassicurante di emozioni tiepide, la calda trapunta invernale di cortesia e fiducia reciproca. E ora, finalmente, ecco l'inizio di un desiderio, inconfondibile e ignoto, ma senz'altro suo, e su tutto, come sospeso al di sopra e alle spalle di lei, appena invisibile, il sollievo di scoprirsi esattamente come tutti gli altri (p.74)
  • Una libertà oscena, gioiosa, nuda, che nella sua fantasia si ergeva come un'immensa cattedrale spaziosa, magari in rovina, magari scoperchiata, spalancata verso la volta del cielo, nella quale lui e lei sarebbero ascesi in assenza di peso verso un poderoso abbraccio per perdersi, per annegare in ondate di purissima estasi dimentiche di tutto. Era talmente semplice! Come mai non vi si trovavano già, e invece stavano ancora seduti lì, intrappolati da tutte le cose che non sapevano dire, o che non osavano fare?
    E in che consisteva l'ostacolo? Nelle rispettive personalità unite al passato, a ignoranza e paura, timidezza, pruderie, mancanza di fiducia in se stessi, esperienza e disinvoltura, più qualche strascico di divieto religioso, l'educazione britannica e l'appartenenza di classe, la Storia insomma. Cosette di poco conto. (pp. 80-81)
  • […] il comico è veleno puro per l’erotico. (p. 81)
  • Si sforzava di non pensare al futuro prossimo e nemmeno al passato, e immaginava di aggrapparsi a quell'attimo, all'inestimabile tempo presente, come un alpinista in arrampicata libera che prema forte la faccia contro la parete di roccia, paralizzato dalla paura. L'aria fresca le accarezzava le gambe nude. Lei intanto ascoltava le onde lontane, il grido dei gabbiani reali, e il fruscio di Edward che si spogliava. Il passato la travolse comunque, un passato confuso. (p. 83)
  • Florence si trovò a guardare dentro il buio cavernoso delle narici di lui, in una delle quali, la sinistra, scorse un pelo ritto come un uomo in preghiera davanti a una grotta, e vibrante a ogni sospiro. (p. 84)

Espiazione[modifica]

Incipit[modifica]

Lo spettacolo per il quale Briony aveva ideato locandine, programmi e biglietti, costruito il botteghino con un paravento sbilenco e foderato di carta rossa la cassetta dei soldi, era opera sua, frutto di due giornate di una creatività tanto burrascosa da farle saltare una colazione e un pranzo. Quando ebbe concluso i preparativi, non le restò altro da fare che contemplarne la stesura definitiva e aspettare di veder comparire i suoi cugini dal lontano nord.

Citazioni[modifica]

  • Ecco da cosa nasceva quella sua sensazione prossima alla felicità. Forse non era poi così debole come aveva sempre creduto; dopotutto, ci si misura rapportandosi agli altri, non esiste alternativa. Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva qualcuno e ti insegna qualcosa sul tuo conto. (p. 125)
  • Del resto, era probabilmente impossibile convincerla a rinunciare a un abito che le rendeva il passo tanto impacciato. Il raggiungimento dell'età adulta aveva parecchio a che fare con la disponibilità incondizionata ad accettare simili impedimenti fisici. (p. 129)
  • Aveva modi spontanei abbinati a una banalità intellettuale che si sforzava di spacciare per faticosa saggezza. (p. 153)
  • Erano i momenti di lucidità a tormentarlo. (p. 252)
  • Tutto quello che Fiona doveva fare era vivere, seguire la strada che aveva davanti e scoprire il proprio futuro. A Briony invece pareva che la sua vita si sarebbe svolta tutta in una stanza priva di porta. (p. 295)
  • Ecco l'occasione per affermare in pubblico tutta la sua intima angoscia, e per espiare il male che aveva commesso. Davanti all'altare di quella razionalissima chiesa. (p. 332)
  • Non c'è espiazione per Dio, né per il romanziere, nemmeno se fossero atei. È sempre stato un compito impossibile, ed è proprio questo il punto. Si risolve tutto nel tentativo. (p. 380)

Explicit[modifica]

Ho osservato il primo chiarore grigio rivelare i contorni del parco e dei ponti sul lago che non c'è più. E del viale lungo e stretto sul quale portarono via Robbie, nella luce bianca. Mi piace pensare che non sia debolezza né desiderio di fuga, ma un ultimo gesto di cortesia, una presa di posizione contro la dimenticanza e l'angoscia, permettere ai miei amanti di sopravvivere e vederli riuniti alla fine. Ho regalato loro la felicità, ma non sono stata tanto opportunista da consentire che mi perdonassero, non proprio, non ancora. E se avessi il potere di evocare la loro presenza alla mia festa di compleanno... Robbie e Cecilia, ancora vivi, ancora innamorati, seduti accanto in biblioteca, a sorridere delle Disavventure di Arabella? Non è escluso. Ora basta però, devo dormire.

Miele[modifica]

Incipit[modifica]

Mi chiamo Serena Frome (che fa rima con plume) e poco meno di quarant'anni fa mi mandarono in missione segreta per il British Security Service. Non ne sono tornata illesa. Mi scaricarono nel giro di diciotto mesi, dopo che ebbi screditato me e distrutto il mio amante, che pure non fu estraneo alla propria rovina.

Citazioni[modifica]

  • [Serena inizia la sua carriera al MI5] Sul retro c'era una tabella a due colonne. Una indicava la tua età fino ai 65 anni, l'altra il salario che a seconda dell'età avresti dovuto aspettarti di percepire. La guardai e mi riempì d'orrore. Lì dentro c'era tutta la mia vita. Avrei passato i successivi 35 anni a muovermi attraverso quella tabella.
  • Le mie esigenze erano elementari. Non badavo granché a tematiche o felicità di stile, e saltavo le descrizioni minute di tempo atmosferico, paesaggi e interni. Volevo personaggi in cui potessi credere, e volevo provare curiosità per ciò che avrebbero vissuto. In genere prediligevo quando la gente si innamorava e disamorava, ma nemmeno disdegnavo che si cimentasse con altro. Per quanto triviale, mi piaceva che prima della fine qualcuno dicesse «Sposami». I romanzi senza personaggi femminili erano un deserto privo di vita. Per Conrad non avevo alcuna considerazione, come per gran parte dei racconti di Kipling e Hemingway. Né mi impressionava la reputazione. Leggevo qualunque cosa mi capitasse a tiro. Romanzi a sensazione, alta letteratura e tutto ciò che stava nel mezzo: a ognuno riservavo lo stesso rude trattamento.

Incipit di alcune opere[modifica]

Amsterdam[modifica]

Due ex amanti di Molly Lane aspettavano davanti alla cappella del crematorio dando le spalle al gelo di febbraio. Si erano già detti tutto, ma vollero ricominciare da capo.[8]

Bambini nel tempo [modifica]

Da tempo ormai, tanto il governo quanto la maggioranza dei cittadini associavano mentalmente le sovvenzioni ai trasporti pubblici con la negazione della libertà individuale.

Il giardino di cemento[modifica]

Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi di avergli dato una mano a morire. E se non fosse capitata in coincidenza con una pietra miliare nel mio sviluppo fisico, la sua morte sembrerebbe un fatto insignificante in confronto a quello che è successo dopo. Parlai di lui con le mie sorelle per tutta la settimana seguente al giorno in cui morì, e Sue di sicuro pianse un po' quando gli uomini dell'ambulanza lo rimboccarono in una vivace coperta rossa e lo portarono via. Era un uomo fragile, irascibile e ossessivo, con le mani e il viso giallastri. Includo qui la breve storia della sua morte solo per spiegare come mai le mie sorelle ed io ci trovammo con tanto cemento a nostra disposizione.

L'amore fatale[modifica]

L'inizio è facile da individuare. Eravamo al sole, vicino a un cerro che ci proteggeva in parte da forti raffiche di vento. Io stavo inginocchiato sull'erba con un cavatappi in mano, e Clarissa mi porgeva la bottiglia – un Dumas Gassac del 1987. L'isante fu quello, quella la bandierina sulla mappa del tempo: tesi la mano e, nel momento in cui il collo freddo e la stagnola nera mi sfioravnao la pelle, udimmo le grida di un uomo. L'attimo dopo, correvo in quella direzione. Si trattò di un rivolgimento assoluto: non ricordo di aver lasciato cadere il cavatappi, né di essermi alzato, di aver preso una decisione, né di aver sentito la raccomandazione che Clarissa mi rivolse. Che idiozia, lanciarmi dentro questa storia e i suoi labirinti, allontanandomi di volata dalla nostra felicità, tra l'erba tenera di primavera accanto al cerro. Un altro grido e l'urlo del bambino, affievolito dal vento che spazzava le chiome alte degli alberi lungo le siepi. Accelerai la mia corsa. A quel punto, improvvisamente, da angolazioni diverse del prato, altri quattro uomini stavano convergendo sul luogo dell'incidente, correndo come me.

Lettera a Berlino[modifica]

Fu il tenente Lofting a dominare rincontro. «Ascolti Marnham. Lei è appena arrivato e non si vede come potrebbe essere al corrente della situazione. Il problema qui non sono né i Russi né i Tedeschi. E neppure i Francesi. Sono gli Americani. Non capiscono niente. E quel che è peggio, si rifiutano di imparare, non vogliono aggiornarsi. Sono fatti così.»[8]

Note[modifica]

  1. Da L'amore fatale, traduzione di Susanna Basso, Einaudi, Torino, 2014. ISBN 9788858416617
  2. Da Solar; citato in Giovanni De Mauro, Pioggia, Internazionale, n. 889, 17 marzo 2011, p. 3.
  3. Da L’importanza di essere i primi, Internazionale, n. 969, 5 ottobre 2012, p. 100.
  4. Da Legge e religione, Internazionale, n. 1070, 26 settembre 2014, p. 98.
  5. Da Sabato.
  6. Citato in Luigi Ippolito, Ian McEwan anti-Brexit «Rivotiamo tra due anni», La Lettura, suppl. del Corriere della Sera, 28 maggio 2017, pp. 8-9.
  7. Da Oltre l'immaginazione, n. 403, 14 settembre 2001, p. 58.
  8. a b Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Ian McEwan, Bambini nel tempo, traduzione di Susanna Basso, La biblioteca di Repubblica, 2002. ISBN 8481305464
  • Ian McEwan, Cani neri (Black Dogs), traduzione di Susanna Basso, CDE, Milano, 1993.
  • Ian McEwan, Chesil Beach (2007), traduzione di S. Basso, Einaudi, 2007. ISBN 9788806188702.
  • Ian McEwan, Espiazione (2001), traduzione di S. Basso, Einaudi, 2003. ISBN 8806164767.
  • Ian McEwan, Il giardino di cemento, traduzione di Stefania Bertola, Einaudi, 1994.
  • Ian McEwan, L'amore fatale, traduzione di Susanna Basso, Einaudi, Torino, 1997. ISBN 8806146602
  • Ian McEwan, Miele, traduzione Maurizia Balmelli, Torino, Einaudi, 2012, ISBN 88-06-21405-5.

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Opere[modifica]