Jean Alesi

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Jean Alesi (2001)

Giovanni Roberto Alesi (1964 – vivente), pilota automobilistico francese.

Citazioni di Jean Alesi[modifica]

  • Gran Premio di Monaco 1996? Quello che ha vinto Olivier [Panis]? Ah, ora ricordo! Partimmo con la pioggia, e mi ritrovai appena dietro Michael Schumacher al Loews. A Monaco hai sempre la sensazione di essere dentro la macchina davanti. Lo vidi tagliare sul cordolo interno prima del Portier, e pensai che stava forzando. Infatti la Ferrari finì dritta sul guardrail opposto. Lo evitai miracolosamente, e mi spaventai un po'. Poi mi misi tranquillo dietro Damon Hill, perché con una pista così scivolosa la mia strategia era di rimanere sull'unica linea possibile per evitare errori. In queste condizioni a Monaco bisogna sempre anticipare: se si frena bloccando le gomme, è impossibile recuperare l'errore e si va a sbattere senza poter fare nulla. A un certo punto percepii nel tunnel l'odore del motore rotto di Damon Hill, e mi ritrovai in testa. Misi le gomme da asciutto, e con 30 secondi di vantaggio decisi di guidare tranquillamente. Ma si ruppe un elemento della sospensione. A Monaco le compressioni della pista sono maggiori, e dunque le componenti devono sopportare maggiori carichi verticali. Con la pioggia decidemmo di alleggerire le sospensioni, e così una barra di torsione si ruppe. Era già successo nelle prove libere, per altro. [...] Tutte le volte che ho dovuto ritirarmi quando ero in testa a un Gran Premio non ho mai pensato che il pilota vincente si meritasse la gara perché mi stava simpatico. Ma quel giorno, in quella gara caotica, Olivier fu senza dubbio il migliore, la meritò. Dopo un po' di tempo, ovviamente, sono stato felice per lui![1]
  • [Sulla Ferrari F92A] Il motore soffriva di blow-by, vale a dire c'era un trafilaggio di olio dalle fasce elastiche in camera di combustione che faceva perdere 40-50 cavalli, ma nella tradizione del Cavallino non si poteva dire che era il 12 cilindri a non andare e le colpe di un'annata storta erano state attribuite solo alla macchina. È stato un peccato perché il concetto era interessante.[2]
  • Imola, nella tradizione Ferrari è il luogo dell'appuntamento con il popolo rosso, la curva Sud del tifo, mentre Monza è da sempre la curva Nord [...] appena esci dai box ti trovi in mezzo agli alberi, come correre in un bosco. Ma appena dopo, alla Tosa, è come entrare in uno stadio pieno. Senti le urla che arrivano dalla collina mentre guidi, le sentivo con il 12 cilindri, figuriamoci adesso con queste macchine meno rumorose. Un boato a ogni giro. Alla Rivazza, ancora meglio. Mentre scendi dalla Variante Alta, vedi case, finestre e balconi e ti sembra di essere in un posto strano, in mezzo a una città. Poi, quando vai dentro la Rivazza 2 vedi la collina strapiena e capisci che Imola è unica.[3]
  • Io guido all'attacco. È il mio modo di concepire questo sport. Se c'è un varco ragionevole, mi infilo.[4]
  • Io ho avuto la possibilità di esprimermi in questo mondo che è la Formula 1, che è tutta la mia passione e la mia vita, tutto gira intorno a questo. La più grande fortuna e i più bei momenti della mia vita sono arrivati guidando la rossa [...] L'affetto dei tifosi? Fa davvero onore e piacere, perché io ho fatto questo mestiere non tanto per avere un lavoro, ma proprio per realizzare una passione che avevo da bambino. Piano piano sono salito di livello e cresciuto nelle formule minori, come la Formula Renault, la F3, la Formula 3000 e mi sono trovato in F1. Ma davvero, non era qualcosa di pianificato, come invece possono fare adesso i giovani, che è anche bello. Io l'ho fatto in un modo diverso e in tempi anche molto diversi. Io mi sono goduto questo momento della mia vita.[5]
  • [Nel 1990] [...] mi accorsi definitivamente che il mio destino si doveva incrociare con quello della scuderia di Maranello. L'attenzione dei tifosi, quella atmosfera speciale che ti circonda, il senso di entrare a far parte della storia dell'automobile mi presero come una malattia, una febbre che saliva di giorno in giorno.[4]
  • [Sulla stagione 2011 di Formula 1] Oltre che a Vettel, autore di una sequenza straordinaria, il massimo riconoscimento dovrebbe andare a Button. Non mi hanno sorpreso le sue punte prestazionali, perché è stato campione del mondo, ma il modo in cui è riuscito a tenersi al vertice per tutto il tempo, anche quando era alle prese con set-up e situazioni non proprio ottimali. La sua costanza è stata eccezionale. Ha pure fatto dei grandi sorpassi, dimostrando di sapersi adattare alle situazioni: aggressivo o pulito in base alle circostanze.[6]
  • Per me Monza 1993 è stato un weekend indimenticabile. Andare sul podio con una Ferrari nella gara di casa è qualcosa di speciale. Ricordo soprattutto il grande affetto dei tifosi e il bandierone che uno di loro mi aveva dato in pista subito dopo la fine della gara. Sono rientrato ai box con questa bandiera, che poi è diventata un simbolo per i dipendenti Ferrari. Infatti in fabbrica quando siamo rientrati ho trovato un poster con quella immagine. Sono davvero felice di aver vissuto questa cosa, [...] per me Monza 1993 resta indimenticabile.[7]
  • [Sul Gran Premio d'Europa 1993] Può essere considerato un giorno clamoroso nella storia dei Gp per almeno tre aspetti. Punto uno, la F.1 iridata andava a Donington per la prima volta e tutti avevano poca conoscenza della pista. Punto due, Senna si trovava in una chiara situazione d'nferiorità tecnica, perché la sua McLaren-Ford in condizioni normali di certo non poteva valere la competitività delle Williams di Prost e Hill. Punto tre, l'arrivo della pioggia per la gara fu un potente fattore destabilizzante, che finì per cambiare le carte in tavola, sconvolgendo completamente la scala dei valori e concedendo così al brasiliano di metterci tanto del suo, sovvertendo i pronostici. [...] Non è che ci fosse una pioggia pazzesca, questo no. C'era una pioggerellina all'inglese, bella fitta e costante ma non certo un acquazzone. Il problema vero era un altro: Donington è una pista molto bella che presenta alcuni dislivelli. In altre parole, questi rendevano il terreno fertile all'insorgere di rigagnoli tali da dar vita in gara a piccoli fiumicciattoli, che qua e là attraversavano l'asfalto, con grande pericolo di aquaplaning. In altre parole, delle vere e proprie trappole, in grado di rovinare la gara di un pilota. Ecco, la grandezza dell'impresa di Ayrton sta anche in questo, ovvero nella capacità di guidare sul bagnato e con quelle insidie, con la stessa sicurezza e padronanza che si hanno sull'asciutto.[8]

La Gazzetta dello Sport Magazine, 29 febbraio 1996

  • Io so cosa si aspetta la gente da me e cerco sempre di darglielo.
  • Non ho mai buttato via i soldi. Sin da quando ero bambino ho avuto davanti agli occhi i sacrifici che ha fatto mio padre per garantirsi e garantirci un certo livello di benessere.
  • Non rivedo mai i gran premi in Tv, altrimenti mi spavento.

Citazioni su Jean Alesi[modifica]

  • Jean dovrebbe odiarmi: l'ho strappato alla Williams, dopo tre mesi ho lasciato la Ferrari e la Williams ha vinto tre Mondiali. (Cesare Fiorio)
  • Jean era veloce in pista e scaltro nelle pubbliche relazioni. (Ivan Capelli)

Note[modifica]

  1. Da un'intervista a L'Équipe; citato in F1 | Alesi: "Panis si è meritato la vittoria di Monaco", formulapassion.it, 3 maggio 2020.
  2. Citato in Franco Nugnes e Giorgio Piola, Retroscena Ferrari F92 A: il doppio fondo non era sbagliato, motorsport.com, 14 aprile 2020.
  3. Da un articolo per il Corriere della Sera; citato in Alesi: "Imola è la curva Sud del tifo Ferrari", formulapassion.it, 12 aprile 2022.
  4. a b Citato in Cristiano Chiavegato, «La Ferrari è una febbre» , La Stampa, 20 settembre 1990, p. 35.
  5. Da un'intervista a Sky Sport; citato in Matteo Senatore, Alesi: "Ferrari, la mia fortuna", formulapassion.it, 19 aprile 2020.
  6. Citato in Rosario Scelsi, F1, Alesi: "Button merita il titolo di pilota dell'anno", motorsportblog.it, 30 novembre 2011.
  7. Citato in Andrea Ettori, Jean Alesi, la bandiera e la "Monza rossa" del 1993, p300.it, 11 settembre 2022.
  8. Da un'intervista ad Autosprint; citato in Giuseppe Canetti, Donington '93, Alesi: «GP storico per tre aspetti. Ma l'impresa più grande di Senna è stata un'altra», formula1.it, 11 aprile 2023.

Altri progetti[modifica]