Joë Bousquet

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Joë Bousquet (1897 – 1950), poeta francese.

Citazioni di Joë Bousquet[modifica]

  • Amare, significa essere assenti da se stessi.[1]
  • C'è un solo Dio, è il silenzio di Dio.[2]
  • Colui che fa regnare la purezza, nel bene come nel male, collabora all'affrancamento dell'essere.[3]
  • Da molto tempo mi sforzo di sostituire ogni idea con una visione.[4]
  • Essere creati da Dio significa senza dubbio incarnare l'essere del suo essere, noi siamo le immagini del suo potere, ne abbiamo consapevolezza, siamo probabilmente il suo pensiero. Dovremmo tremare per questo, patire la nostra indegnità, ma non dubitare della capacità di rivelazione che è in ciascuno di noi.[5]
  • La cultura d'Oc ha la sua filosofia, la sua poesia, il suo modo specifico di sentire, le sue leggi di amore, la sua religione così differente dalla nostra da apparirci quasi inconcepibile; conosce un'unica legge, la legge della salvezza, e ogni suo sforzo mira a servirla. Essa non coltiva l'uomo, bensì la vita, con lo scopo di subordinarla all'esigenza segreta dell'anima, pensa che la vita sia un tramite per lo spirito. La sua morale avvolge la sua estetica. Arte e religione nella cultura d'Oc sono una sola cosa. La stessa letteratura popolare è totalmente impregnata dalla sconvolgente dottrina in base alla quale il conoscere diventa la genesi del dovere.[6]
  • Lei [Simone Weil] aveva il dono di pronunciar parole con significato umano illimitato.[7]
  • Ogni pensiero umano è pensiero soltanto in subordine: dapprima è l'invenzione di un mondo dove la morte non si lascia presentire.[8]
  • Porto in me un individuo irrivelato. Mi conosce, ma non so niente di lui, eccetto che la mia persona è la sua ombra con i suoi appetiti inconfessabili e il suo bisogno di segreto.[9]
  • Si è se stessi solamente nel proprio cuore; si ama solamente quel che fa di lui un asilo. Si è felici solamente per il modo che si ha di essere ospiti di se stessi.[5]

Note[modifica]

  1. Da D'un regard l'autre, Verdier, Lagrasse, 1982, p. 12; citato in postfazione a Corrispondenza, p. 64.
  2. Da Mystique, Gallimard, Parigi, 1973, p. 8; citato in postfazione a Corrispondenza, p. 70.
  3. Da Note-Book, Rougerie, Mortemart, 1982, p. 25; citato in postfazione a Corrispondenza, p. 74.
  4. Citato in postfazione a Corrispondenza, p. 72.
  5. a b Da una lettera a Simone Weil, aprile 1942, in Corrispondenza, p. 19.
  6. (FR) Da Présentation de l'homme d'oc, citato in Simone Weil, L'amicizia pura, a cura di Domenico Canciani e Maria Antonietta Vito, Castelvecchi, Roma, 2017, p. 21. ISBN 9788868266820
  7. Da una lettera a Hélène e Pierre Honnorat, 26 gennaio 1945, in Corrispondenza, p. 43.
  8. Da una lettera a Simone Weil, aprile 1942, in Corrispondenza, p. 18.
  9. Da D'un regard l'autre, Verdier, Lagrasse, 1982, p. 33; citato in postfazione a Corrispondenza, p. 71.

Bibliografia[modifica]

  • Simone Weil, Joë Bousquet, Corrispondenza, traduzione e postfazione di Adriano Marchetti, SE, Milano, 1994. ISBN 88-7710-625-5

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