Jo Nesbø

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Jo Nesbø

Jo Nesbø (1960 – vivente), scrittore, cantante e chitarrista norvegese.

Incipit di alcune opere[modifica]

Il dottor Prottor e la Superpolvere per Petonauti[modifica]

Era maggio, e dopo aver brillato un po' sopra il Giappone, la Russia e la Svezia, il sole si levò anche su Oslo. Oslo è la piccola capitale di un piccolo paese chiamato Norvegia. Il sole illuminò subito il piccolo palazzo reale giallo, dove abitava un re che non doveva prendere decisioni tanto grandi, e la fortezza di Akershus.

Il dottor Prottor e la vasca del tempo[modifica]

La palestra era immersa nel silenzio. Non si sentiva neanche un rumore, né dalle dodici spalliere marroni, né dal vecchio cavalletto con il cuoio spaccato, né dalle otto funi logore che pendevano immobili dal soffitto. E nemmeno dai sedici bambini che componevano l'orchestra della scuola di Dølgen, che ora guardavano fissi il direttore Madsen.

Il leopardo[modifica]

Si era svegliata. Batté le palpebre nell'oscurità impenetrabile. Spalancò la bocca e respirò con il naso. Batté di nuovo le palpebre. Sentì scorrere una lacrima, la sentì sciogliere il sale lasciato da altre lacrime. La saliva non le scendeva più in gola, il cavo orale era secco e duro. La pressione interna tendeva le guance. Era come se il corpo estraneo che aveva in bocca fosse sul punto di farle esplodere la testa. Ma che cos'era, che cos'era? Il primo pensiero concepito al risveglio era stato che avrebbe voluto sprofondare di nuovo. Sprofondare in quell'avvolgente abisso buio e caldo. L'effetto dell'iniezione che l'uomo le aveva fatto non era ancora finito, ma lei sapeva che il dolore incombeva, lo capiva dai lenti, sordi colpi che scandivano le pulsazioni e dal flusso spasmodico del sangue nel cervello. Lui dov'era? Era proprio alle sue spalle? Trattenne il respiro, rimase in ascolto. Non udì nulla, però ne percepiva la presenza. Come un leopardo.

Il pettirosso[modifica]

DOGANA DI ALNABRU, 1° NOVEMBRE 1999

Un uccello grigio sfrecciò attraverso il suo campo visivo mentre Harry stava tamburellando con le dita sul volante. Il tempo sembrava non passare mai. Il giorno prima alla tv qualcuno aveva parlato della lentezza del tempo. Ecco, questo era un tempo lento. Come alla vigilia, prima dell'arrivo di Babbo Natale. Oppure sulla sedia elettrica, prima dell'inserimento della corrente.
Harry iniziò a tamburellare con più forza.

La stella del diavolo[modifica]

Venerdì. Uova

La casa era stata costruita nel 1898 su un terreno argilloso che aveva ceduto leggermente sul lato ovest, così ora l'acqua scorreva dalla parte del cardine della porta. Colava sul pavimento del soggiorno e lasciava una traccia umida sul parquet di quercia. In una cavità del legno, l'acqua si fermava per un attimo finché altra acqua non la spingeva e si fermava contro il listello della parete come un topo impaurito. Lì si spargeva sui lati, cercava e sembrava annusare il listello prima di trovare una fessura tra la fine del parquet e la parete. Nel mezzo si poteva vedere il profilo del re Olav su una moneta da cinque corone, che era stata coniata nel 1987, l'anno prima che la moneta cadesse dalla tasca del falegname. Ma erano bei tempi, molti appartamenti mansardati dovevano essere costruiti nel più breve tempo possibile, e il falegname non si era preoccupato di cercarla.

Nemesi[modifica]

Sto per morire. È una sensazione assurda. Non era questo il piano, almeno non il mio piano. È anche possibile che ci stessi arrivando senza saperlo. Ma non era il mio piano. Il mio era migliore. Aveva un significato.
Sto fissando la bocca di un fucile e so che sarà da lì che arriverà. Il messaggero. Il traghettatore. C'è tempo per un'ultima risata. Se vedi la luce nel tunnel, forse è la luce di un fiammifero. Avremmo potuto fare qualcosa di bello di questa vita, tu e io. Se avessimo seguito il nostro piano. Un ultimo pensiero. Tutti si chiedono quale sia il significato della vita, ma nessuno si chiede quale sia quello della morte.

Scarafaggi[modifica]

Scattò il verde e il frastuono di macchine, moto, motociclette e taxi tuk-tuk crebbe tanto che a Dim sembrò di vederlo riflesso sui vetri del Robertson Department Store, che si erano messi a vibrare. I veicoli si mossero e la vetrina che esponeva l'abito lungo di seta rossa scomparve nella loro scia, avvolto dall'oscurità della sera.[1]

Note[modifica]

  1. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Jo Nesbø, Il dottor Prottor e la Superpolvere per Petonauti, traduzione di Lucia Barni, Salani, 2009. ISBN 9788884519771
  • Jo Nesbø, Il dottor Prottor e la vasca del tempo, traduzione di Alessandro Storti, Salani, 2011. ISBN 9788862565134
  • Jo Nesbø, Il leopardo, traduzione di Eva Kampmann, Einaudi, 2011. ISBN 9788806208127
  • Jo Nesbø, Il pettirosso, traduzione di Giorgio Puleo, Piemme, 2009. ISBN 9788856611175
  • Jo Nesbø, La stella del diavolo, traduzione di Giorgio Puleo, Piemme, 2011. ISBN 9788856619812
  • Jo Nesbø, Nemesi, traduzione di Giorgio Puleo, Piemme, 2010. ISBN 9788856614657

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