Jonathan Harr

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Jonathan Harr (1949 – vivente), scrittore e giornalista statunitense.

Incipit di alcune opere[modifica]

Azione civile[modifica]

L'avvocato Jan Schlichtmann fu svegliato dal telefono alle otto e trenta di un sabato mattina di metà luglio. Aveva dormito solo poche ore, ma sodo. Quando il telefono squillò, stava sognando di una giovane donna che lavorava nel reparto contabilità di una società di assicurazioni a Boston. La ragazza aveva solenni occhi castani, carnagione chiara e capelli scuri lunghi fino alle spalle. Per cinque mesi, tutti i giorni lavorativi era rimasta seduta davanti a Schlichtmann nell'aula di tribunale, a pochi metri di distanza. In cinque mesi, non si erano mai parlati e lui ne aveva udito la voce una volta soltanto, la prima volta che l'aveva vista; ormai non ne ricordava più il timbro. Quando i loro occhi si incontravano, entrambi stavano attenti a non trasmettere segnali di alcun tipo, a mantenere lo sguardo neutro e a distoglierlo il più rapidamente possibile.

Il Caravaggio perduto[modifica]

L'INGLESE
L'inglese attraversava la piazza a passo strascicato, lento ma determinato, con le gambe un po' allargate e le ginocchia leggermente piegate. La sua meta è il ristorante Da Fortunato. L'anno è il 2001 e l'Inglese ha novantun anni. Ha con sé, anche se non lo usa abitualmente, un bastone da passeggio all'antica, di legno e con l'impugnatura ricurva. La sommità del capo, pallida e senza capelli, liscia come un guscio d'uovo, luccica sotto il sole del mezzogiorno romano. Porta il suo solito doppiopetto blu su misura, cucito più di trent'anni prima in Savile Row, e una camicia bianca fermata da gemelli d'oro e da una spilla da colletto dello stesso metallo. Ci sente ancora bene, e i suoi occhi limpidi riescono ancora a distinguere i più piccoli dettagli. Ha gli occhiali, questo sì, ma non è una novità: li portava da bambino. Sono di tartaruga e pendono un po' da una parte. La stanghetta di sinistra, rotta vicino al cardine, è stata aggiustata alla bell'e meglio con del nastro adesivo, e sulle lenti vi sono le impronte delle sue dita.

Bibliografia[modifica]

  • Jonathan Harr, Azione civile, trad. di Laura Montixi Comoglio e Maria Barbara Piccioli, Rizzoli, 1999. ISBN 8817210994
  • Jonathan Harr, Il Caravaggio perduto (The Lost Paiting), traduzione di Daniele Didero e Stefano Galli, Rizzoli 2006.

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