Jus

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Citazioni sulla parola jus.

  • La parola jus ha nelle leggi romane vari significati. Preso obbiettivamente jus è una singola legge «non ambigitur senatum jus facere posse. È il luogo dove si rende giustizia, come nella formola, ambula mecum in jus. È il complesso di più leggi della stessa natura p. e. il diritto romano. È la stessa giurisprudenza come in quel passo di «Celso. Jus est ars boni et aequi. Da questa definizione apparisce che i romani non facevano distinzione tra la morale e il diritto. (Raffaele Conforti)
  • Molti non hanno capito e non capiscono ancora che si voglia dire questa parola Aequitas, che i Greci chiamano epiìcia. L' aequitas in tutta la lingua Latina non suona altrimenti che Justitia, e l'aequum e 'l justum in tutte le leggi de' Romani son parole sinonime. AEquitas è dunque così parola di rapporto, come Justitia. Or Justitia è il perfetto combaciamento, l'esatta giustezza di qualche cosa col suo regolo. Due sono in morale i regoli, che i popoli civili hanno per la giustezza delle loro azioni: I. il jus civile. II. il jus di natura. Le leggi civili son nate per sostegno di questi jus; dunque sono anch'esse sottomesse al regolo: e questo regolo è la legge di natura. La legge di natura de' jus, cioè delle proprietà di ciascuno; dunque le leggi civili debbono avere il medesimo ufficio. Ma perché nelle città si cede a certi jus per formarne il jus pubblico, onde vi son creati di certi jus che non sono nello stato naturale, avviene alle volte che un'azione si combacia esattamente con la legge civile, ma non già col jus naturale. Allora il giudice dee studiarsi di avvicinare il più che si può la definizione della legge civile alla naturale. Questa equazione, o approssimazione, fu detta da'Greci Epiicia (vedete Aristotile negli Eudemj) e dai Latini Aeqvitas. Se la prima legge delle civili società è Salus Pubblica, seguita che la compassione per potersi dire equa, debba piegare a questa legge generale. Dove favorisce il privato col discapito pubblico, non vi è più quell'equazione col jus naturale ch'è detta; dunque è iniquità. Questi giudici dunque sono per ignoranza iniqui e crudeli, quando credono di esser giusti e umani. (Antonio Genovesi)
  • Tutti i contratti e tutti i patti, che hanno nome e causa, discendono dal jus naturale e hanno forza per la legge di natura; perché nel jus di natura e sotto la natural legge tutti gli uomini si considerano come eguali. I sovrani medesimi, in tutti i patti e i contratti di jus gentium con i loro sudditi, contraggono da privati. (Antonio Genovesi)

Voci correlate[modifica]