Carl von Clausewitz

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Carl Von Clausewitz

Carl Phillip Gottlieb von Clausewitz (1780 – 1831), teorico militare e scrittore prussiano.

Della guerra[modifica]

Incipit[modifica]

I. Introduzione

Ci proponiamo di esaminare dapprima i singoli elementi che costituiscono il nostro soggetto di studio, poi le singole parti del medesimo, infine il tutto nella sua intima connessione: procedendo, cioè, dal semplice al complesso.
È tuttavia necessario, in questo studio più che in qualunque altro, cominciare con un colpo d'occhio d'insieme, poiché la natura del soggetto esige in questo caso, più che in ogni altro, di tener conto contemporaneamente sia delle parti, sia del complesso.

Citazioni[modifica]

  • La guerra non è che un duello su vasta scala. (libro I, I, 2, Definizione)
  • La guerra è [...] un atto di forza che ha per iscopo di costringere l'avversario a sottomettersi alla nostra volontà.[1] (libro I, I, 2, Definizione)
  • La guerra è un atto di forza, all'impiego della quale non esistono limiti. (libro I, I, 3, Impiego assoluto della forza)
  • Il coraggio è di due specie: quello fisico davanti al pericolo personale, e quello che occorre avere di fronte alle responsabilità, sia verso il potere superiore di una qualsiasi forza esterna, sia verso la propria coscienza. Riuniti, essi costituiscono il coraggio perfetto. (I, 3)[2]
  • La guerra deve [...] mirare sempre a disarmare, o ad abbattere che dir si voglia, l'avversario. (libro I, I, 4, Lo scopo è di ridurre il nemico all'impotenza)
  • La guerra non è mai un atto isolato. (libro I, I, 7, titolo del paragrafo)
  • La guerra non nasce istantaneamente e non si espande in un batter d'occhio. (libro I, I, 7, La guerra non è mai un atto isolato)
  • La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. (libro I, I, 24, titolo del paragrafo)
  • [I tentativi di teorie della guerra finora elaborati] [...] dirigono il loro esame solo verso le grandezze materiali, mentre tutto l'atto della guerra è solcato da forze e da effetti di origine morale. (libro II, II, 12, Tutti questi tentativi debbono essere respinti)
  • Guai alla teoria che si mette in opposizione con lo spirito. (libro II, II, 13, Essi non tengono conto del genio che è al di fuori d'ogni regola)
  • Vi sono casi in cui la maggior saggezza sta nel correre il maggiore rischio. (libro II, V)
  • È dal grembo della politica che la guerra trae origine, è nella politica che i caratteri principali della guerra sono già contenuti allo stadio rudimentale, come le proprietà degli esseri viventi lo sono nei rispettivi embrioni. (libro III, III, 3, La guerra è un atto del commercio degli uomini)
  • Le ritirate effettuate dai grandi generali e dagli eserciti sperimentati alla guerra somigliano all'indietreggiamento del leone ferito. (libro IV, XIII)
  • Ogni attacco deve terminare con una difesa. (VII, 3)[2]
  • Il vantaggio quasi unico dell'offensiva consiste nella sorpresa. (VIII, 9)[2]

Note[modifica]

  1. Citato da Michael Dobbs in House of Cards, volume 1: «Non è stato quel tizio, Clausewitz, a dire che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi? Si sbagliava, ovviamente, povero allocco. Politica? Guerra? Come mi ricorda sempre la mia adorata moglie Mortima, non c'è alcuna distinzione.»
  2. a b c Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, Rizzoli, 1992. ISBN 88-17-14603-X

Bibliografia[modifica]

  • Karl von Clausewitz, Della guerra, traduzione di Ambrogio Bollati ed Emilio Canevari, Mondadori, 1970.

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