La campana sommersa

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La campana sommersa (1927), opera in quattro atti di Ottorino Respighi (Bologna 1879 – Roma 1936) su libretto di Claudio Guastalla, tratto da un dramma dello scrittore e drammaturgo tedesco Gerhart Hauptmann.

Incipit[modifica]

Una fanciulla, una bimba quasi, è seduta sulla sponda del pozzo: è Rautendelein, creatura di spiriti. Pettina essa la sua fluente capellatura d'oro e di rame, e si schermisce da un'ape che le aleggia intorno al capo.
Rautendelein: Su, ronzio d'oro, su! Che vuoi? Che cerchi?
Perché t'avvolgi, uccelletto di sole,
contro di me? Va! lasciami! Son forse
un fiore? È la mia bocca una corolla?
Via, lasciami, via! Hulle, hulle, hulle,
via, marsch! [L'ape vola via] Oh! finalmente!
(Si pettina silenziosamente un poco. Ad un tratto s'affaccia sul pozzo e grida.)
Ondino, olà! (Resta in ascolto) Non m'ode.
(Scrolla le spalle e riprende a ravviarsi la chioma cantando)
Chi son io? Piccola fata
son gemmata
fuor del cortice d'un pino,
o flui, cerula ninfa,
dalla linfa
d'un ruscello cristallino?
Nata son da una carezza
della brezza
alla fiamma
d'un roseto porporino?
Ah, conoscer la mia mamma!...
ah, sapere il mio destino...

Citazioni[modifica]

  • Povera, ignara, inquieta io mi vivevo
    sotto un ciel grigio, livido di pioggia;
    tu mi chiamasti, e via verso la gioia!
    Né mai tanto il tuo amor conobbi, come
    quando dal buio, con la mano forte
    volgesti la mia fronte contro il sole. (Magda, p. 51)

[Claudio Guastalla, La campana sommersa, Opera in quattro atti, dal dramma di Gerhart Hauptmann, Musica di Ottorino Respighi, Ed. Bote & Bock, Berlin, 1928.]

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