La filosofia del Dr. House. Etica, logica ed epistemologia di un eroe televisivo

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La filosofia del Dr. House. Etica, logica ed epistemologia di un eroe televisivo, saggio del 2007 ad opera del collettivo Blitris.

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  • Per House ogni malattia è una sfida, un nuovo e intrigante puzzle da risolvere con acume, spirito di osservazione, abilità analitiche e intelligenza. E la sfida, per noi, è House. Come ragiona? Come fa a indovinare la diagnosi? Come fa a sapere se è corretta? È buono o cattivo? O è al di là del bene e del male? E perché, in fondo, ci affascina tanto? Ecco perché abbiamo deciso di discutere di filosofia con Gregory House. Perché oltre a mostrarci qualcosa di assolutamente originale ha anche qualcosa da dirci. (p. 9)

Parte prima: L'iper-etica di House[modifica]

  • House sarebbe un'originale e raffinata variazione sul tema Genio e sregolatezza? È indubbio che parte del fascino (perverso?) di questo medico sui generis, che rifiuta di indossare il camice perché non vuole essere scambiato per un medico (per un vero medico, quello che corrisponde all'idea o alla definizione data e corrente di medico), risieda nella particolare sintesi di genialità che esso esprime. (pp. 16-17)
  • [Riferendosi a House] Accade così che gli innumerevoli suoi difetti e vizi, o meglio, quelli che in un uomo normale verrebbero considerati tali, si trasfigurino: e diventino i tratti peculiari dell'individuo eccezionale al di là del bene e del male, cui si concede di non rispettare nessuna regola. (p. 17)
  • L'agire sregolato di House obbedisce sempre all'ingiunzione di una sola cosa, a un dovere iper-etico che è l'ingiunzione stessa della cosa: salva il tuo paziente. Un'ingiunzione che ha la forma di una passione pura, assoluta [...] in cui House concentra il contenuto della vita e il significato della realtà. (p. 27)

Parte seconda: L'etica di House[modifica]

  • Osservando il comportamento di House [...] le nostre intuizioni su ciò che sarebbe giusto o sbagliato fare vengono spesso messe alla prova; in molte circostanze infatti non solo la sua condotta vìola di fatto regole della convivenza che ci aspettiamo che chiunque rispetti, a partire dalle leggi fino ad arrivare al regolamento interno dell'ospedale in cui lavora, ma non sembra rispondere a nulla come un codice deontologico che, potremmo immaginare, dovrebbe essere rispettato da chiunque eserciti la professione di medico. Inoltre, House sembra ignorare, e spesso deliberatamente, anche molti di quelli che generalmente si identificano come comportamenti appropriati tra colleghi, tra amici o, più in generale e più semplicemente, tra individui che si riconoscono reciprocamente come esseri umani e che, in quanto tali, si trattano con rispetto. (pp. 47-48)
  • [Riferendosi alla frase di House "Distruggete le sue speranze e vi dirà la verità"] In questo caso sembra che ci sia uno scopo da raggiungere, e cioè farsi dire quella verità che potrebbe salvare la vita al paziente; di nuovo, potremmo dire, ciò che conta è salvare il paziente a ogni costo, trascurando qualunque considerazione di carattere deontologico sul comportamento che dovremmo avere nei suoi confronti [del paziente], perché trattarlo diversamente – senza distruggere le sue speranze – ci impedirebbe di guarirlo. (p. 57)
  • Un errore, ogni errore, può costare la vita a qualcuno e nella pratica medica ogni scelta, anche quella giusta, porta con sé un rischio di cui il medico è inevitabilmente l'unico responsabile, anche quando, secondo House, la diagnosi è al di là delle sue possibilità. Ed è per questo che non si può permettere di avere una vita "normale" (Rianimazione vietata 1.9), di smettere di pensare e di porsi delle domande, e spesso neppure di rispettare le regole [...], di arrendersi, potremmo dire, di fronte ad esse. Un buon medico non dovrebbe dormire bene la notte![1] (p. 89-90)

Parte terza: Le ragioni di House[modifica]

  • Per House, nonostante tutto, non ci possiamo accontentare di una teoria ben costruita, internamente coerente, che spieghi e preveda tutti i fatti, ma abbiamo bisogno che essa sia vera nel senso più forte di corrispondere al mondo [...]. (pp. 108-109)
  • Il problema [...] è che molte volte le giustificazioni [delle diagnosi] sono evidenti solo per lui [House]. Allo stesso modo, però, House non si può accontentare di mere giustificazioni soggettive, poiché in tal caso – essendo appunto accessibili a lui solo – sarebbero efficaci tanto quanto rispondere "Perché mi fa male la gamba". È questo il motivo – oltre che all'immancabile desiderio di mostrarsi a tutti come il più bravo e il più geniale, uno "così figo"[2] – che lo spinge a cercare di condividere con la sua équipe le evidenze che lo hanno spinto a formulare una certa diagnosi. (p. 123)
  • Cameron, Chase, Foreman, Cuddy e Wilson non possono che restare a bocca aperta e concordare tutti nell'ammettere che House davvero sa ciò che loro non sanno. (p. 131)

Parte quarta: La logica di House[modifica]

  • Tutte le certezze del dottor House, tranne l'ultima, quella che risolve il caso, hanno un carattere provvisorio: vengono criticate, discusse, rimpiazzate da altre. È la struttura narrativa degli episodi; le affermazioni che sembravano certe si rivedono, spesso si sbaglia, a volte vengono recuperate le ipotesi scartate precedentemente. La diagnostica, come ci dice Cameron "è più un'arte che una scienza" [...]. (p. 132)
  • La correttezza delle diagnosi di House dipende dalla strategia adottata nel gioco contro la malattia: House usa tutte le regole deduttive con maestria, sa formulare le ipotesi più affidabili, e quando non basta la metodologia standard, sa inventare l'ipotesi sorprendente e la legge inaspettata che consentono di definire la diagnosi. Il gioco contro la malattia è una partita a poker, e House è un ottimo giocatore di poker [...]. (p. 177)
  • [Riferendosi alla metodologia di House] Edgar Allan Poe, descrivendo l'arte del suo detective Dupin, afferma che l'intelligenza dell'investigatore è la stessa del giocatore di whist, un gioco simile all'odierno bridge: occorre dedurre, occorre ipotizzare, e naturalmente occorre rischiare. (pp. 177-178)

Note[modifica]

  1. In questo paragrafo si fa riferimento ad alcuni dialoghi della serie, vedi Rianimazione vietata.
  2. In risposta a Cuddy che nell'episodio Padri e figli lo accusa di non avere alcuna prova per le sue affermazioni, House afferma: «Perciò sarò così figo quando verrà fuori che ho ragione.»

Bibliografia[modifica]

  • Blitris, La filosofia del Dr. House. Etica, logica ed epistemologia di un eroe televisivo, Ponte alle Grazie, 2007. ISBN 9788879289337