Carlo Arduini

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Carlo Arduini (1815 – 1881), patriota e storico italiano.

La nazionalità italiana[modifica]

Incipit[modifica]

Signori,
Tre errori, a parer mio, dividonsi le opinioni degli stranieri su la Storia d'Italia. Il primo vuole, che la nazionalità Italiana sia un risultato puro e semplice della romana potenza: e questa è la dottrina della scuola storicopolitica di Napoleone.
Il secondo pensa, ch'essa non possa staccarsi dalla storia del Papato nel medio evo: ed è l'affermazione della scuola neo-catolica, che ancor domina in Francia.
Il terzo dice, che l'Italia ha tendenze decise per essere nazione, ma che ella non poté mai riuscire a divenirlo a causa delle sue convinzioni nazionali, che non furono altro che convinzioni puramente catoliche: ed è l'idea della scuola filosofica storica dei tempi moderni, che ha per capo l'illustre Quinci, l'autore del libro delle Involuzioni d'Italia.

Citazioni[modifica]

  • Dopo Vico il libero pensiero applicato alla storia, per isvelare il corso dell'Umanità su la terra, ha costretto la storia di Roma a deporre, come mai fosse una sì gran potenza mettendo al basso l'Italia. E Roma ha dovuto rispondere: Che essa non fu se non la figlia d'Italia, alle cui cure ella corrispose con un orrendo parricidio; ch'ella soffocò presto sua madre, del cui sangue e de' cui beni si nutrì per vincere il mondo. (p. 153)
  • Una sola cosa Roma non volle prendere dalla civiltà italo-etrusca, il lavoro, l'industria, e il commercio. Perché? Perché ella voleva essere, come le riusci, città totalmente militare e giuridica, la città della conquista e del fisco. (p. 153)
  • Qualora Roma non fosse esistita, già la federazione italica avrebbe costituita una gran nazione lanto più salda e compatta, quanto più essa aveva per base e per norma la vera sovranità particolare, e per centro commune li interessi dell'industria, del commercio e dello sviluppo naturale di quanto costituisce l'uomo incivilito.
    Già l'Italia, modello delle nazioni, sarebbe stata costiluita mille anni avanti l'era vulgare, 28 secoli avanti il secolo nostro. (p. 154)
  • La nazionalità italiana fu vera e feconda, perché basata su la federazione italo-etrusca, e questa avente per norma la civiltà, il lavoro, l'industria, e il commercio, unico legame dei sentimenti e dei rapporti internazionali.

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Bibliografia[modifica]

  • Carlo Arduini, La nazionalità italiana, in La Ragione, Volume I, Torino 1855.