La spia che venne dal freddo

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La spia che venne dal freddo

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Liz Taylor e Richard Burton

Titolo originale

The Spy Who Came in from the Cold

Lingua originale inglese
Paese Regno Unito
Anno 1965
Genere drammatico, spionaggio
Regia Martin Ritt
Soggetto John le Carré (romanzo)
Sceneggiatura Paul Dehn, Guy Trosper
Produttore Paul Dehn, Guy Trosper
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La spia che venne dal freddo, film britannico del 1965 con Richard Burton, regia di Martin Ritt.

Frasi[modifica]

  • Mi aspettavo che lei fosse esausto, a pezzi. In fondo è un fenomeno che comprendiamo, qui. È una forma di esaurimento. Viviamo senza che nessuno ci compatisca, vero? Non si può resistere in eterno. Non si può stare sempre all'aperto. Ogni tanto bisogna a rientrare, al riparo dal freddo. (Control)
  • Il nostro lavoro, secondo me, si basa su di una sola presunzione: l'Occidente non sarà mai il primo ad aggredire. Quindi, facciamo cose spiacevoli, ma per difenderci. La nostra politica è pacifica, ma i nostri metodi non possono permettersi di essere meno spietati di quelle dell'opposizione, non trova? Io direi, ehm... che da dopo la guerra i nostri sistemi, le nostre tecniche cioè, e quelle dei comunisti sono diventate sempre più simili. Già... Voglio dire, di tanto in tanto dobbiamo fare cose orribili, cose veramente orribili. Ma ehm, non si può essere meno bassi degli avversari perché la politica dei nostri governanti è pacifica. Non crede? (Control)

Dialoghi[modifica]

  • Alec: Pawson, in che sezione lavora?
    Pawson: Al personale.
    Alec: Le piace?
    Pawson: Affascinante, si conosce il destino di tutti.
  • Alec: Meglio la pensione che un lavoro da tavolino.
    Control: Ma non sa cosa ci sarà su quel tavolino.
  • Mr Grey: La sua calligrafia è leggibile?
    Alec: Tranne il weekend.
  • Nan: Vuole dividere i miei sandwich?
    Alec: Non ci penso neppure.
    Nan: Sono buoni: formaggio e prosciutto.
    Alec: Ci penso meno di prima.

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