Adolphe Thiers

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Adolphe Thiers

Adolphe Marie Joseph Louis Thiers (1797 – 1877), uomo politico e storico francese.

Citazioni di Adolphe Thiers[modifica]

  • Bisogna prendere tutto sul serio, ma niente sul tragico.
Il faut tout prendre au sérieux, mais rien au tragique.[1]
Le roi règne et ne gouverne pas.
  • Le strade ferrate son cosa da ridere; ma credete voi che in Europa si faranno strade ferrate?[3]
  • Nei sobborghi [di Parigi] miravansi molti capi di battaglione che si erano resi temibili. Il primo di loro era un fattore di birra chiamato Santerre. La sua statura, la voce, ed una certa facilità di linguaggio, il facevano piacere al popolo, ed aveva acquistato una specie di dominio nel sobborgo Sant'Antonio, di cui comandava il battaglione.[4]
  • Non manca più un solo errore da commettere.[5]
Il n'y a plus une seule faute à commettre.

L'incoronazione di Napoleone in Notre-Dame di Parigi[modifica]

Incipit[modifica]

La domenica, 2 dicembre, giorno freddo, ma sereno, la popolazione di Parigi, che quarant'anni dopo vedremo accorrere sotto un cielo ugualmente puro dinanzi alle ceneri di Napoleone, si addensò frettolosa sulle vie da percorrersi dall'imperiale corteggio. Il papa partì il primo alle dieci del mattino, e precedé d'un lungo tratto l'imperatore ad alleviare ogni ingombro alle due comitive.

Citazioni[modifica]

  • Il papa fece le unzioni di rito sulla fronte, sulle braccia e sulle mani dell'imperatore; poi benedì la spada e gliela cinse, indi lo scettro, e glielo pose in mano; poscia si accostò per prendere la corona.
  • Napoleone prese poscia la corona dell'imperatrice, e accostandosi a Giuseppina genuflessa a' suoi piedi, con visibile tenerezza, posela sul capo di questa compagna della sua fortuna, che in quell'istante era tutta in lagrime.

Citazioni su Adolphe Thiers[modifica]

  • Il Thiers aveva davvero una maniera di discorrere tutta sua. Egli conversava dalla tribuna sul soggetto che s'era proposto di trattare e l'esauriva conversando. La notizia dei fatti era copiosissima in lui; e l'abilità di esporli in tutti i loro più minuti particolari, senza stancarsi mai di riferirli alla conseguenza generale che ne voleva trarre, infinita. Non v'era nella sua parola fiamma di entusiasmo o ardore di affetto; nessun pensiero improvviso vi lampeggiava; non intendeva a commuovere gli animi. Odiava la frase: respingeva tutto quello che sapesse di declamatorio; diceva che non aveva mai visto le Assemblee ristucche d'un ragionamento chiaro, semplicemente esposto, bensì, spesso, della rettorica, per isquisita che fosse. L'intento suo era di produrre nella mente degli uditori una gran luce, quella stessa che era nella sua. (Ruggiero Bonghi)
  • Il Thiers è talvolta freddo, troppo minuto in taluni particolari, specie nell'esame delle questioni economiche e diplomatiche; mai si dimentica d'esser uomo di stato. (Pietro Toldo)
  • Il volto di Thiers non ha espressione; le forme del suo corpo son prive di eleganza: ha nel suo cicaleggio alcun che di pettegola, nella sua andatura qualche cosa del monello. La di lui voce nasale lacera le orecchie: il marmo della tribuna gli arriva alle spalle e lo nasconde, quasi, al suo uditorio. Conviene aggiungere che nessuno ha fede in lui, nemmeno egli stesso, e che la sua proverbiale scaltrezza finirebbe di togliergli quel po' di morale illusione che alcuno potrebbe formarsi ascoltandolo. (Louis Marie de Lahaye de Cormenin)
  • Thiers ha abbandonato gli amici, rinnegato le dottrine: egli ha servito al realismo d'instrumento buono a tutto, adatto a tutto; fu uno di quegli strumenti che si piegano senza rompersi, si curvano sino a congiungere le opposte estremità, indi si raddrizzano come un arco, tanta è la loro elasticità. (Louis Marie de Lahaye de Cormenin)

Note[modifica]

  1. Da un discorso all'Assemblea nazionale, Parigi, 24 maggio 1873, in Discours de m. A. Thiers le 24 mai 1873. Texte officiel, Degorce-Cadot, 1873.
  2. Sul giornale Le National, 20 gennaio e 4 febbraio 1830.
  3. Citato da Nino Bixio nella 1^ Tornata del 23 luglio 1863 della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).
  4. Da Storia della rivoluzione francese, tradotta da Ermenegildo Potenti, edita a spese del traduttore, Firenze, 1835, Tomo III, p. 39.
  5. Dalla seduta del Corpo Legislativo del 14 marzo 1867.

Bibliografia[modifica]

  • Adolphe Thiers, Storia del Consolato e dell'Impero, (Historie du Consulat et de l'Empire), Edizione Italiana U.T.E.T.

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