Marcel Detienne

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Marcel Detienne (1935 – 2019), storico belga.

La nave di Atena[modifica]

Incipit[modifica]

Volendo definire gli dèi nei loro rapporti reciproci, situarli gli uni in relazione agli altri, inizialmente si può fissare l'attenzione sulle forme di complementarietà e di opposizione che avvicinano o separano l'una dall'altra due divinità sul triplice piano delle pratiche culturali, delle tradizioni mitiche e delle rappresentazioni figurative. In Grecia, come altrove, le condizioni più favorevoli per questo tipo di analisi si presentano quando è attestato un rapporto molto stretto fra due divinità entro un'identica sfera d'azione.

Citazioni[modifica]

  • Di tutte le potenze che hanno in comune con Atena uno stesso campo d'azione, all'interno del quale possono differenziarsi le une dalle altre in base ai loro modi di intervento, il concorrente più serio di Atena è senza dubbio Posidone. (p. 181)
  • Nella stessa misura in cui Atena ha nella navigazione una parte attiva, a Posidone sembra toccare una funzione in apparenza passiva. (p. 181)

[Marcel Detienne, La nave di Atena in Il mito. Guida storica e critica, a cura di Marcel Detienne, traduzione di Giuliana Lanata, Universale Laterza, 1975]

Mito e linguaggio da Max Müller a Claude Lévi-Strauss[modifica]

Incipit[modifica]

Raccogliendo in un unico volume diverse analisi di miti greci, non abbiamo voluto redigere l'ennesimo inventario delle interpretazioni tradizionali, e nemmeno ripercorrere, sulle orme di tanti altri studiosi, la galleria un po' polverosa in cui, su pieistalli disposti a intervalli regolari, sono allineati i busti dei grandi esegeti della mitologia, da J. Fr. Lafitau fino a B. Malinowski, passando per Chr. G. Heyne e Fr. Creuzer.

Citazioni[modifica]

  • Niente è più lontano dal pensiero di Max Müller, secondo il quale il discorso mitico è un prodotto inconscio del linguaggio, di cui l'uomo è sempre la vittima e mai il creatore. (p. 5)
  • Dal momento in cui l'uomo cessa di «risuonare» davanti al mondo, nel suo linguaggio s'insinua la malattia ed egli diventa vittima delle illusioni prodotte dalle parole. (p. 6)
  • Se dal nostro punto di vista, afferma Lang, lo stadio selvaggio del pensiero rappresenta il «pericolo di temporanea follia» che la mente umana ha dovuto attraversare, per i Primitivi, che vi sono ancora immersi, la mitologia è già un mezzo per soddisfare una forma rudimentale di curiosità scientifica. (p. 9)

[Marcel Detienne, Mito e linguaggio da Max Müller a Claude Lévi-Strauss ( Mythe et Language. De Max Müller à Claude Lévi-Strauss), introduzione a Il mito. Guida storica e critica, a cura di Marcel Detienne, traduzione di Giuliana Lanata, Universale Laterza, 1975]

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