Matrix Reloaded

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Matrix Reloaded

Immagine Matrix like corridor.jpg.
Titolo originale

Matrix Reloaded

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2003
Genere azione, fantascienza
Regia Lana Wachowski e Andy Wachowski
Sceneggiatura Lana Wachowski e Andy Wachowski
Produttore Joel Silver
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani


Matrix Reloaded, film statunitense del 2003 con Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss e Hugo Weaving, regia di Lana e Andy Wachowski.

Frasi[modifica]

  • La scelta. Il problema è la scelta. (Neo)
  • Château Haut-Brion, 1959. Strepitoso vino, adoro i vini francesi, come pure la lingua francese. Io le ho provate tutte, ma il francese resta la mia preferita, è una lingua fantastica. Soprattutto per pronunciare oscenità. Nom de dieu de putain de bordel de merde de saloperies de connards d'enculé de ta mère. Sentite? È come pulirsi il culo con la seta. Ne sono affascinato. (Merovingio)
  • La cosa migliore di me... è che ci sono molti me. (Smith)
  • Toccami... e con quella mano non toccherai nient'altro. (Trinity)
  • C'è sempre un'altra via. (Il fabbricante di chiavi)
  • Che cosa vogliono tutti gli uomini di potere? Maggior potere. (L'Oracolo)
  • Credetemi quando vi dico che abbiamo tempi molto duri e difficili davanti a noi, ma se vogliamo prepararci ad affrontarli, dobbiamo prima liberarci delle nostre paure. Io sto qui, adesso, davanti a voi, assolutamente tranquillo. Perché? Perché credo fermamente in qualcosa e voi no? No! Mi vedete qui, senza il minimo timore, perché mi ricordo, mi ricordo perché sono qui, non grazie al percorso che scorgo davanti a me, ma grazie al percorso che mi sono lasciato alle spalle. Mi ricordo che sono cento anni che combattiamo contro queste macchine. Mi ricordo anche che sono cento anni che mandano i loro eserciti a distruggerci. E dopo un secolo di guerra senza quartiere, mi ricordo la cosa più importante di tutte: che noi siamo ancora qui! Stasera facciamo sì che arrivi un messaggio a quell'armata. Stasera facciamola vibrare questa caverna. Stasera facciamoli tremare questi edifici di pietra, di acciaio, di terra. Che ci sentano tutti, dal nucleo del pianeta fino al cielo nero. Stasera, ricordiamo loro e che capiscano una volta per tutte che questa è Zion, e che noi non abbiamo paura! (Morpheus)
  • Questa è una guerra. E noi siamo... soldati. La morte può venirci a trovare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. (Morpheus)
  • Se domani la guerra dovesse finire... non è un buon motivo per combattere? Non è anche un buon motivo per morire? (Morpheus)
  • A nessuno interessa come funziona una cosa, finché funziona. (Consigliere Hamann)
  • Siamo tutti qui per fare quello che tutti dobbiamo fare qui. (Oracolo)
  • Non possiamo mai vedere al di là delle scelte che non ci sono chiare. (Oracolo)
  • Il rifiuto è la più prevedibile delle reazioni umane. (L'Architetto)
  • Esistono alcune cose a questo mondo, capitano Niobe, che non cambieranno mai. [...] Altre invece cambiano. (Morpheus)
  • Alcuni di voi credono, come chi vi parla, altri non credono, ma per quelli che credono siamo oramai vicini alla fine della nostra lotta. (Morpheus)
  • La profezia presto si avvererà, ma prima che questo avvenga l'oracolo deve essere interrogato. (Morpheus)
  • Ignoravo che il mio operato richiedesse delle spiegazioni. (Morpheus)
  • Ora gradirei che fosse qualcun altro a concludere questa orazione, uno che non ha occasione di parlare qui da lungo tempo, ma che sono certo dirà cose che tutti hanno bisogno di sentire. La parola a Morpheus. (Consigliere Hamann)
  • Riposa Zion, dormi una notte tranquilla. (Morpheus)
  • Chi ha il tempo? Chi ha il tempo? Ma se non ce lo prendiamo mai il tempo, quando mai lo avremmo il tempo? (Il Merovingio)
  • Cancelli aperti e letti fatti. Ben tornati a casa. (Guardiano dei cancelli di Zion)
  • Morpheus andò dall'oracolo e da quel giorno tutto cambiò. (Trinity)
  • Ho fatto un sogno stupendo. Ora il sogno si è allontanato da me. (Morpheus)

Dialoghi[modifica]

  • Smith: Io l'ho uccisa, signor Anderson, l'ho vista agonizzare. Con una certa soddisfazione, non lo posso negare. C'è stato un imprevisto poi, un evento che io davo per impossibile, ma che comunque si è verificato: lei ha distrutto me, signor Anderson. In seguito, conoscendo le regole, io sapevo bene quello che avrei dovuto fare, ma non l'ho fatto. Non ci sono riuscito, mi sono sentito obbligato a restare, obbligato a disobbedire. E adesso, come vede, mi trovo qui per colpa sua, signor Anderson. Per colpa sua, non sono più neanche un agente di questo sistema. Per colpa sua, sono scollegato, sono cambiato, un uomo nuovo, potremmo dire, uguale a lei, apparentemente, libero.
    Neo: Congratulazioni.
    Smith: Grazie. Ma, come lei ben sa, le apparenze possono ingannare, il che riporta la nostra conversazione alla ragione per cui siamo qui. Noi non siamo qui perché siamo liberi; siamo qui perché non siamo liberi. Di sottrarsi a questo dato di fatto, non c'è ragione. Nel negarlo non c'è scopo, perché sappiamo entrambi che, senza scopo, noi non esisteremmo. È lo scopo ad averci creati. È lo scopo che ci connette. Lo scopo che ci motiva, che ci guida, che ci spinge. È lo scopo che stabilisce. Lo scopo che ci vincola. Noi siamo qui per colpa sua, signor Anderson. Siamo qui per togliere a lei quello che lei ha cercato di togliere a noi: lo scopo.
  • Morpheus: Ce l'ha già, il comandante, un piano per fermare le 250 000 sentinelle che ci attaccano?
    Niobe: Una strategia è in fase di elaborazione.
    Morpheus: Di questo sono sicuro.
  • Agente Johnson: È lui.
    Agente Thompson: L'anomalia.
    Agente Jackson: Vogliamo procedere?
    Agente Thompson: Sì.
    Agente Jackson: Malgrado tutto...
    Agente Johnson: Sei solo umano.
  • Trinity: Neo sta bene ora?
    Link: Se sta bene mi chiedi? Avreste dovuto vederlo.
    Morpheus: Dov'è ora?
    Link: Fa Superman, ha presente?
  • Consigliere Hamann: Spero abbia ragione, capitano.
    Morpheus: Oramai non è più questione di speranza, consigliere, è semplicemente questione di tempo.
  • Consigliere Hamann: Io detesto dormire, non dormo mai più di qualche ora. In fondo ho dormito per i primi undici anni della mia vita, devo recuperare. Tu, invece?
    Neo: Diciamo che ho difficoltà a prendere sonno.
    Consigliere Hamann: È un buon segno.
    Neo: In che senso?
    Consigliere Hamann
    : Significa che di fatto sei sempre umano.
  • Consigliere Hamann: Quasi nessuno viene qua sotto, a meno che, ovvio, non ci sia un problema. La gente ragiona così: a nessuno interessa come funziona una cosa finché funziona. A me questo posto piace e mi piace ricordare che la città riesce a sopravvivere grazie a queste macchine. Queste macchine ci tengono tutti in vita mentre altre macchine vengono a distruggerci. È singolare non trovi? Il potere di dare la vita e il potere di toglierla.
    Neo: Noi abbiamo lo stesso potere.
    Consigliere Hamann: Sì, ce l'abbiamo ma... qua sotto a volte ripenso a tutti quelli ancora collegati a Matrix e quando guardo queste macchine io... non posso non considerare che in un certo senso noi siamo collegati a loro.
    Neo: Ma noi le controlliamo queste macchine, non avviene il contrario.
    Consigliere Hamann: Be', certo che no, come potrebbero? L'idea stessa è una pura assurdità ma ti spinge tuttavia a chiederti... che cosa è il controllo?
    Neo: È la facoltà di spegnere quelle macchine volendo.
    Consigliere Hamann: Giusto, è così. Hai fatto centro, quello è avere il controllo. Se volessimo potremmo farle in mille pezzi. Prima però converrebbe valutare cosa accadrebbe alle nostre luci, al calore, alla nostra aria.
    Neo: Noi dipendiamo dalle macchine e loro da noi. È questo il concetto consigliere?
    Consigliere Hamann: No, nessun concetto. Ai vecchi come me non importa imporre il punto di vista, non serve a niente.
    Neo: È per questo che non ci sono giovani nel consiglio?
    Consigliere Hamann: Osservazione acuta.
    Neo: Perché non mi dice che cosa ha in mente?
    Consigliere Hamann: Di questo nostro mondo tante sono le cose che non capisco. Vedi quella macchina? Ha qualcosa a che fare con il riciclaggio della nostra scorta d'acqua e ti assicuro, non ho idea di come funzioni. Il perché invece debba funzionare lo comprendo bene. Non ho la più pallida idea di come tu abbia potuto fare alcune delle cose che hai fatto e fai ma credo che esista un preciso perché anche per quelle. Il mio augurio è che noi possiamo conoscerlo prima che sia troppo tardi.
  • Seraph: L'Oracolo ha molti nemici, dovevo essere sicuro.
    Neo: Di cosa?
    Seraph: Che tu fossi l'eletto.
    Neo: Avresti potuto chiedermelo...
    Seraph: No, non conosci bene una persona finché non ci combatti.
  • Oracolo: Dolcetto?
    Neo: Tu sai già se lo accetterò, vero?
    Oracolo: Se non lo sapessi bell'oracolo sarei!
    Neo: Ma se sai già la risposta come posso fare una scelta?
    Oracolo: Perché non sei venuto qui per fare una scelta, la scelta l'hai già fatta, sei qui per conoscere le ragioni per cui l'hai fatta.
  • Merovingio: Sapete? Esiste un solo principio costante, un solo principio universale ed è l'unica autentica verità. La causalità. Azione. Reazione. Causa... ed effetto.
    Morpheus: Tutto comincia però con una scelta.
    Merovingio: No. Errore. La scelta è solo un'illusione creata e posta tra chi ha potere... e chi non ne ha.
  • L'Architetto: Salve Neo.
    Neo: Lei chi è?
    L'Architetto: Io sono l'Architetto, ho creato io Matrix, ti stavo aspettando. Tu hai molte domande sebbene il tuo processo abbia alterato la tua coscienza resti irreversibilmente umano, ergo alcune delle mie risposte potrai comprenderle, altre no. Concordemente malgrado la tua prima domanda possa essere la più pertinente potresti renderti conto o non renderti conto che essa è anche la più irrilevante.
    Neo: Perché mi trovo qui?
    L'Architetto: La tua vita è il prodotto di un residuo non compensato nel bilanciamento delle equazioni inerenti alla programmazione di Matrix: tu sei il risultato finale di un'anomalia che nonostante i miei sforzi sono stato incapace di eliminare da quella che altrimenti è un'armonia di precisione matematica. Sebbene resti il problema costantemente arginato essa non è imprevedibile e pertanto non sfugge a quelle misure di controllo che hanno condotto te, inesorabilmente, qui.
    Neo: Non ha risposto alla mia domanda.
    L'Architetto: Giusto, è vero. Interessante... Sei stato più veloce degli altri.
    Neo: Quali Altri?
    L'Architetto: Matrix è più vecchia di quanto tu immagini. Io preferisco contare partendo dalla comparsa della prima anomalia fino al manifestarsi della successiva: questa è la sesta versione.
    Neo: Ci sono solo due possibili spiegazioni: o nessuno me l'ha mai detto, o nessuno lo sa.
    L'Architetto: Precisamente. Come ora stai senza dubbio intuendo l'anomalia è sistemica e crea pericolose fluttuazioni anche nelle più semplici equazioni.
    Neo: La scelta... Il problema è la scelta...
    L'Architetto: La prima Matrix che disegnai era assolutamente perfetta, un'opera d'arte, impeccabile, sublime; un trionfo eguagliato solo dal suo monumentale fallimento. L'inevitabilità del suo destino mi è ora evidente quale conseguenza dell'imperfezione intrinseca dell'essere umano. Perciò la riprogettai basandomi sulla vostra storia per rispecchiare con accuratezza le espressioni grottesche della vostra natura, tuttavia venni ancora frustrato dal fallimento. In seguito giunsi alla conclusione che la risposta mi sfuggiva perché esigeva una mente inferiore, se vogliamo una mente meno vincolata della mia a parametri di perfezione; tant'è che la soluzione fu trovata per caso da un altro programma intuitivo, inizialmente creato per indagare su alcuni aspetti della psiche umana: se io sono quindi il padre di Matrix lei è senza dubbio alcuno sua madre.
    Neo: L'oracolo!
    L'Architetto: Ti prego... Come ho detto lei trovò per caso una soluzione grazie alla quale il 99% dei soggetti testati accettò il sistema a condizione di avere una scelta anche se la consapevolezza di tale scelta era a livello quasi inconscio. Benché la trovata funzionasse era fondamentalmente difettosa dato che di fatto generava quella contraddittoria anomalia sistemica che se non controllata poteva minacciare il sistema stesso, ergo coloro che lo rifiutavano, e parliamo sempre di una minoranza, lasciati senza controllo potevano costituire una crescente probabilità di disastro.
    Neo: Qui sta parlando di Zion.
    L'Architetto: Tu ora sei qui perché Zion sta per essere distrutta: ogni suo abitante sarà sterminato e l'esistenza stessa della città sarà cancellata.
    Neo: Stronzate!
    L'Architetto: Il rifiuto è la più prevedibile di tutte le reazioni umane. Comunque sia sta tranquillo, questa sarà la sesta volta che siamo costretti a distruggerla e ormai siamo diventati oltremodo efficienti nel farlo. La funzione dell'Eletto è quella di tornare alla Sorgente permettendo una temporanea distribuzione del codice di cui sei portatore e il ripristino del programma originale. Dopo ti verrà chiesto di selezionare dall'interno di Matrix 23 individui: 16 femmine e 7 maschi per ricostruire Zion. La mancata ottemperanza a questo processo provocherà un cataclismico crash del sistema che ucciderà chiunque sia collegato a Matrix, cosa che abbinata all'annientamento di Zion sostanzialmente causerà l'estinzione dell'intera razza umana.
    Neo: Non vi conviene, non lo permetterete, gli esseri umani vi servono per sopravvivere.
    L'Architetto: Esistono livelli di sopravvivenza che siamo preparati ad accettare, tuttavia la questione più rilevante è se tu sei pronto ad accettare la responsabilità per la morte di ogni essere umano di questo mondo. È interessante osservare le tue reazioni: i tuoi cinque predecessori erano di proposito costruiti intorno alla comune attribuzione di una sensibilità positiva allo scopo di creare un profondo attaccamento al resto della tua specie per facilitare il compito dell'Eletto, ma se gli altri vivono questo attaccamento in modo generico la tua esperienza al riguardo è molto più specifica dato che coinvolge l'amore.
    Neo: Trinity.
    L'Architetto: A proposito, è entrata in Matrix per salvarti la vita a costo della sua.
    Neo: No.
    L'Architetto: Il che ci porta infine al momento della verità in cui la vostra fondamentale imperfezione finalmente si manifesta e l'anomalia può rivelarsi nella sua doppia veste di inizio e di conclusione; ci sono due porte: la porta alla tua destra conduce alla Sorgente e alla salvezza di Zion, quella alla tua sinistra riconduce a Matrix, a lei e alla tragica fine della tua specie. Come tu hai ben riassunto: il problema è la scelta. Ma noi sappiamo già quello che farai, non è vero? Già intravedo la reazione a catena: precursori chimici che segnalano l'insorgenza di un'emozione disegnata appositamente per soffocare logica e ragione, un'emozione che già ti acceca e ti nasconde la semplice ed ovvia verità: lei è condannata, sta per morire e non c'è niente che tu possa fare per impedirlo. La speranza, la quintessenziale illusione umana e al tempo stesso la fonte della vostra massima forza e della vostra massima debolezza.
    Neo: Se fossi in lei spererei di non dovermi rincontrare.
    L'Architetto: Non accadrà.

Citazioni su Matrix Reloaded[modifica]

  • Quello che è sorprendente in Matrix 2, è che non c'è un barlume d'ironia che permetta allo spettatore di cogliere il lato nascosto di questo gigantesco effetto speciale. Mai una sequenza che abbia quel "punctum" di cui parla Barthes, quel congegno che colpisce e che vi mette di fronte a una vera immagine. È questo del resto ciò che fa del film un sintomo istruttivo, e il feticcio stesso di questo universo delle tecnologie dello schermo, dove non c'è più distinzione tra il reale e l'immaginario. Matrix è a tal proposito un oggetto stravagante, candido e perverso insieme, in cui non c'è niente né al di qua né al di là. Lo pseudo-Freud che parla alla fine del film, lo dice: a un certo punto, si è dovuto riprogrammare la Matrice per integrare le anomalie nell'equazione. E voi, gli oppositori, ne fate parte. (Jean Baudrillard)

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