Melissa de la Cruz

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Melissa de la Cruz, 2013

Melissa de la Cruz (1971 – vivente), scrittrice filippina.

Sangue Blu[modifica]

Incipit[modifica]

Diario di Catherine Carver
21 novembre 1620
A bordo della Mayflower
È stato un inverno difficile. A John il mare non fa affatto bene, e abbiamo sempre freddo. Forse troveremo pace in questa nuova terra, sebbene molti credano che non ci siamo ancora lasciati il pericolo alle spalle. Fuori dal mio oblò, la linea costiera mi ricorda Southampton, cosa di cui sono grata. Avrò sempre nostalgia di casa, ma quelli come noi non sono più al sicuro laggiù. Per quanto mi riguarda, io non credo a quel che si dice in giro, ma dobbiamo fare come ci viene ordinato. Abbiamo sempre fatto così. Io e John viaggiamo come marito e moglie. E abbiamo intenzione di sposarci quanto prima. Siamo troppo pochi, è necessario accrescere il nostro numero se vogliamo sopravvivere.
Forse le cose cambieranno. Forse la buona sorte splenderà su di noi e la nostra situazione migliorerà.
La nave ha calato l'ancora. Approdiamo. Un nuovo mondo ci attende!

C.C.

Explicit[modifica]

Superarono un'edicola e Oliver comprò il Post.
LICEALE TROVATO MORTO A UNA FESTA, strillava il titolo in prima pagina.
Schuyler lesse l'articolo. Conosceva quel ragazzo, era nella Commissione. Landon Schlessinger era un Sangue Blu. Le restava sempre meno tempo. I Sangue d'Argento erano tornati. Erano lì, a New York, nascosti sotto false identità di Sangue Blu, infiltrati nella loro comunità; davano la caccia ai giovani nel momento in cui erano più deboli. E i Sangue Blu non facevano nulla.
Ma le cose sarebbero cambiate. Schuyler piegò il giornale e se lo infilò sotto un braccio.
«Oliver, che ne dici di un week-end a Venezia?» chiese.

Incipit di alcune opere[modifica]

Bacio Sacro[modifica]

I piccioni si erano impadroniti di Piazza San Marco.
Erano centinaia: grassi, grigi, tozzi e silenziosi, becchettavano le briciole di pane lasciate dai turisti distratti. Era mezzogiorno, ma le nuvole coprivano il sole e sulla città era calato una sorta di lugubre sudario. Le gondole erano allineate ai moli, vuote, i gondolieri con le tipiche casacche a strisce appoggiati al lungo remo, in attesa di clienti che non arrivavano. C'era la bassa marea, e sulle facciate dei palazzi era visibile la patina scura dell'acqua alta.
Schuyler Van Alen poggiò i gomiti sul traballante tavolino di un caffè e si prese la testa tra le mani, il mento nascosto nel collo alto del maglione extralarge. Era un vampiro, una Sangue Blu, ultima discendente dei Van Alen, un tempo tra le famiglie più potenti di New York, la cui influenza e generosità avevano giocato un ruolo chiave nell'edificazione dell'odierna Manhattan. In un passato ormai remoto, il nome dei Van Alen era sinonimo di potere, privilegio e patrocinio. Ma quel tempo era passato, e le fortune di famiglia erano andate scemando anno dopo anno: Schuyler aveva più esperienza di spilorceria che di spese pazze. I suoi vestiti – il maglione nero che le scendeva fin sulle natiche, i fuseau tagliati al ginocchio, la giacchetta militare e i logori stivali da motociclista – erano gli avanzi di magazzino di un negozio di abiti di seconda mano.

L'angelo tradito[modifica]

Firenze, 1452

Il rumore di passi sull'acciottolato echeggiava nelle stradine deserte della città. Era Tomasia a guidare il gruppo, le sue scarpe in pelle di capretto assai silenziose, mentre dietro di lei veniva il tonfo dei pesanti stivali di Andrea e il passo più agile di Giovanni. Correvano in fila indiana, una squadra compatta, abituati a questo tipo di disciplina, abituati a mescolarsi alle ombre della notte. Arrivati al centro della piazza, si separarono.

L'eredità di Schuyler[modifica]

Non c'era stato tempo per il lutto. Da quando era tornata a New York dopo la morte di Lawrence a Rio (celata dalla Commissione dietro un opportuno necrologio sul Times), Schuyler Van Alen andava sempre di corsa. Non un attimo di riposo. Di tregua. Un anno in movimento continuo, appena un passo avanti ai Venator che le davano la caccia. Un volo a Buenos Aires seguito da uno a Dubai. Una notte insonne in un ostello della gioventù ad Amsterdam seguita da un'altra in una cuccetta a Bruges.

Rivelazioni[modifica]

Alzò lo sguardo e vide Lawrence impegnato in una lotta feroce col suo avversario. La spada cadde a terra. Sopra di lui incombeva la bianca presenza luminosa. Era così lucente da accecare, era come guardare il sole. Era il Portatore di Luce.
La Stella del Mattino.
Le si gelò il sangue nelle vene.
«Schuyler!» La voce di Oliver era roca. «Uccidilo!»
Schuyler sollevò la spada di sua madre, la vide risplendere alla luce della luna, una lama lunga, pallida e letale. La sollevò in direzione del nemico. Corse con tutte le forze e vibrò un affondo al cuore. E lo mancò.


(Archivio delle incisioni fonografiche
Deposito della Storia
Documento riservato
Solo su autorizzazione dell'Altithronus)
Trascrizione del rapporto del Venator 5/1

Bibliografia[modifica]

  • Melissa de la Cruz, Bacio Sacro, traduzione di Nello Giuliano, Fanucci, 2009. ISBN 9788834715109
  • Melissa de la Cruz, L'angelo tradito, traduzione di Nello Giugliano, Fanucci, 2011. ISBN 9788834716939
  • Melissa de la Cruz, L'eredità di Schuyler, traduzione di Nello Giugliano, Fanucci, 2010. ISBN 9788834715857
  • Melissa de la Cruz, Rivelazioni, traduzioni di Nello Giuliano, Fanucci, 2009. ISBN 9788834715567
  • Melissa de la Cruz, Sangue Blu, traduzione di Nello Giuliano, Fanucci, 2009. ISBN 9788834714980

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]