Mulholland Drive (film)

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Mulholland Drive

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

I protagonisti del film ed il regista. Da sinistra: Naomi Watts, David Lynch, Laura Harring, Justin Theroux

Titolo originale

Mulholland Dr.

Lingua originale inglese
Paese USA
Anno 2001
Genere drammatico, thriller, fantastico
Regia David Lynch
Soggetto David Lynch
Sceneggiatura David Lynch
Produttore Mary Sweeney, Alain Sarde
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Mulholland Drive, film statunitense del 2001 con Naomi Watts e Laura Elena Harring. Regia di David Lynch.

Frasi[modifica]

  • È lei la ragazza. (Luigi Castigliane)
  • Io gli affetto le chiappette e le servo per colazione! (Coco) [riferendosi al cane di Wilkins]
  • Devo dire che in questo posto vanno tutti piuttosto d'accordo con me, altrimenti non sarebbero qui. (Coco) [a Betty]
  • Lei mi rivedrà soltanto un'altra volta se farà il bravo, lei mi rivedrà altre due volte, se farà il cattivo. (Il cowboy) [minacciando Adam il regista]
  • Silencio... No hay banda. | È tutto registrato. | È tutto un nastro. | È solo un'illusione. (Il presentatore) [durante lo spettacolo al Club Silencio]
  • Ehi, bella ragazza... È ora di svegliarsi. (Il cowboy) [a Diane]
  • Non è qui che deve fermarsi! (Rita) [all'autista]

Dialoghi[modifica]

  • [Dan, nella locanda Winkie's, è seduto ad un tavolo con un detective e gli parla di un sogno]
    Dan: Volevo proprio venire qui.
    Detective: Qui, in un Winkie?
    Dan: In questo Winkie...
    Detective: Va bene... Perché in questo Winkie?
    Dan: È una cosa un po' imbarazzante.
    Detective: Continui.
    Dan: Ho fatto un sogno che riguarda questo posto.
    Detective: Perfavore...
    Dan: Lo vede perché?
    Detective: E va bene. Ha fatto un sogno che riguarda questo posto. Me lo racconti...
    Dan: [...] All'inizio del sogno io sono qui dentro. Ma non è né giorno, né notte. È tarda serata, diciamo. È tutto uguale a qui dentro. A parte le luci. E io ho paura, una paura che non le dico. [poi, riferendosi al detective] Fra tante persone, c'è lei, laggiù, proprio dietro la cassa. Lei ha paura, e io mi spavento ancora di più vedendo che lei ha paura. Poi capisco di che si tratta. C'è un uomo, nel cortile qui sul retro. È lui la causa di tutto. Io lo vedo attraverso il muro, vedo la sua faccia... Spero di non dover mai vedere quella faccia, quando sono al di fuori del mio sogno... Finito.
    Detective: Insomma... È venuto a vedere se c'è lui, là fuori?
    Dan: Per liberarmi di questa orribile sensazione.
    Detective: Va bene andiamo. [il detective va verso la cassa, e il ragazzo si spaventa perché rivede quella scena, uguale a quella del sogno, poi vanno insieme nel retro del negozio]
    Dan: Ecco, è lì dietro. [si incamminano per delle scale. Arrivano vicino ad un muro, e all'improvviso, da dietro il muro, spunta l'uomo, che in realtà rappresenta la morte, e spaventa il ragazzo, che muore all'istante]
  • [Betty arriva nella casa che le ha lasciato la zia, ma nella doccia trova una donna]
    Betty: Oh scusa, ma mia zia non mi aveva detto che c'era qualcun altro...
    Donna: Non fa niente.
    Betty: Sono la nipote di Ruth, mi chiamo Betty, sono sicura che ti avrà detto che arrivavo...
    Donna: C'è stato un incidente, e sono venuta qui.
    Betty: Ah ho capito. Ho notato il vestito... Mi dispiace, ti senti bene? Ma cosa è successo?
    Donna: C'è stato un incidente stradale. [...]
    Betty: Come ti chiami? [la donna non risponde perché ha un'amnesia, ma sceglie il nome Rita, dopo aver visto sulla parete, un poster di Rita Hayworth]
  • Vittima di Wilkins: [Dopo aver raccontato un aneddoto a Wilkins i due ridono fumando canne] Ma dai, è una cosa assurda! Un incidente del genere come si fa ad impedirlo?
    Wilkins: Gesù!
    Vittima di Wilkins: Pazzesco, vero?
    Wilinks: Eh, si. Che figata.
    Vittima di Wilkins: Beh, che cosa mi racconti, bello? Ti trovo in forma.
    Wilkins: Niente di che. Qualche lavoretto per un tizio.
    Vittima di Wilkins: Si?
    Wilkins: Si.
    Vittima di Wilkins: E ce fai a campare?
    Wilkins: A stento.
    Vittima di Wilkins: Eh...Non so, fratello, guarda in che posto sto. Tempi duri, fratello.
    Wilkins: Ehi, mica sto tanto male. Non ti sarai cacciato in qualche guaio, vero?
    Vittima di Wilkins: [Stupito dalla domanda] No, bello. Ma la mia storia ti ha fatto ridere, confessa!
    Wilkins: [Sorridendo] Si, proprio una storiella divertente.
    Vittima di Wilkins: Incidente stradale, cazzo! [Prende un libretto nero dalla scrivania]
    Wilkins: Ehi, allora è quello? Quello lì? [L'amico annuisce] Questo è il famoso libro nero di Ed...
    Vittima di Wilkins: Lì c'è la storia del mondo, in numeri di telefono. [Wilkins estrae una pistola silenziata e gli spara in testa, poi fa per mettergliela in mano ma fa partire un colpo che va nell'appartamento a fianco]
    Wilkins: Merda. [Va nell'appartamento adiacente a quello della sua vittima]
    Vicina: Qualcosa mi ha morso, merda! [Wilkins la trascina fuori] No, no!

Citazioni su Mulholland Drive[modifica]

  • [«Che ricordi hai di quel set?»] Ricordo che mi trovavo in Indonesia in vacanza quando ho letto la mail di David. Mi chiedeva di tornare per girare un'ultima scena, comunicandomi che la serie sarebbe diventata un film. Non si dice mai di no a David Lynch, quindi sono tornata subito da lui. Quando mi ha vista si è messo a piangere: non credeva che avessi affrontato ventotto ore di volo, solo per lui. Abbiamo girato la scena in cui bacio Laura Harring alla fine del film. Ho cominciato a baciarla, il problema era che David non voleva dare lo stop. Continuava a gridare: "Di più, di più!". (Melissa George)
  • Un giorno a Los Angeles la casting director di David Lynch mi ha scattato una Polaroid e la ha inserita in un librone di altre foto. In quei giorni Lynch stava preparando Mulholland Drive con l'intenzione di farne una serie: dicono che quando mi ha vista ha deciso subito di avermi nel suo film. Sono arrivata sul set e mi ha accolta dicendomi: "Sei meglio di quanto mi aspettassi". Quando abbiamo battuto il ciak, David se ne stava in piedi sulla sua sedia da regista a urlarmi al megafono: "Melissa ti amo! Canta! Canta per me!". Non stavo più pensando al personaggio, stavo cantando per David Lynch. (Melissa George)

David Lynch[modifica]

  • All'inizio Mulholland Drive doveva diventare una serie televisiva. Ne girammo una puntata pilota: con il finale aperto, per invogliare il pubblico a seguirla fedelmente. Venni a sapere che il funzionario della ABC incaricato di approvare la puntata pilota la guardò alle sei del mattino. Guardava il teleschermo dall'altra parte della stanza, mentre faceva alcune telefonate con una tazza di caffè in mano. Quello che vide non gli piacque: lo annoiò. E così, pollice verso. Per fortuna, in seguito ebbi l'opportunità di fare un lungometraggio.
  • [La scatola e la chiave] Non ho la più pallida idea di che cosa siano.
  • Parla dell'ego e della sofferenza nel paragonarsi agli altri. Penso che per essere davvero liberi e felici, occorra uccidere l'ego: secondo la mia visione è questo il significato del cadavere nel finale. E sicuramente mette anche in discussione la nostra comprensione di ciò che è la realtà; se i sogni facciano parte di una realtà propria in un certo senso. Ma, come ho detto, è un viaggio che lo spettatore stesso deve compiere nella propria mente – non verrà servito su un vassoio d'argento – ed è per questo che penso che come opera d'arte sia senza tempo.

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